TENNIS – Di Federico Mariani
MIAMI. Novak Djokovic si è aggiudicato il secondo Atp Master 1000 della stagione, superando 6-3 6-3 in finale Rafael Nadal. Per il serbo è un risultato molto importante perché da continuità al successo di Indian Wells ed in un mese per lui formidabile ha riaperto definitivamente la caccia al n.1 del mondo, distante ora meno di 2000 punti.
Si tratta del titolo n. 43 in carriera, l’undicesimo ottenuto sconfiggendo il grande rivale spagnolo nell’ultimo atto. Djokovic conquista Key Biscane per la terza volta negli ultimi quattro anni e completa, per la seconda volta, la doppietta con Indian Wells.
Per Nadal Miami resta, dunque, stregato in quanto perde qui oggi la sua quarta finale senza aver mai vinto. Djokovic comunque oggi è stato praticamente perfetto in tutti i settori, facendo intravedere quell’alone di imbattibilità che lo aveva avvolto nella stagione di tre anni fa.
LA PARTITA. L’incontro inizia con Djokovic al servizio. Il serbo, forse infastidito anche dal vento che nei primi minuti soffiava molto forte, non parte benissimo concedendo subito una chance di break, che non viene però sfruttata dal maiorchino. Difficile credere che quella palla break sarebbe stata poi la sola chance che Nole avrebbe concesso in tutto l’arco dell’incontro. Dal 2-2 in poi inizia, infatti, il monologo del serbo: Djokovic aumenta il ritmo, spinge, è chirurgico al servizio e perfetto in risposta, insomma si rivede la versione 2011 del belgradese. Con un gioco decisamente propositivo e tre vincenti, Nole conquista il break nel sesto game e lo conserva fino alla fine del parziale, chiudendo il set per sei giochi a tre in appena 38 minuti.
La reazione che si aspetta da Nadal non arriva ad inizio secondo set, anzi se possibile il tennis di Djokovic diviene ancora più asfissiante: il serbo è talmente sicuro dei suoi colpi che può permettersi il lusso di giocare quasi senza schemi e poco importa se si battaglia sulla diagonale sinistra o sulla destra, è sempre lui che manovra ed ha il comando delle operazioni ed ogni 15 si gioca come dice lui. Il break arriva subito, nel primo game del set e l’incontro si mette ulteriormente in discesa. Nadal non riesce a fare nulla per impensierire il serbo nei suoi turni di battuta: gioca corto, troppo corto per questo Djokovic e quindi non riesce mai a prendere il controllo dello scambio ed affondare col suo solito diritto. Come detto, al servizio il serbo è inavvicinabile ed infatti non concederà alcuna chance di rientro a Rafa, anzi è lui che va molto vicino ad ottenere il doppio break di vantaggio. Secondo break che arriva proprio in chiusura quando il maiorchino serviva per restare nel match. L’ultimo punto, un capolavoro di atletismo, difesa e contrattacco, è la fotografia dellla finale di Miami. Chiude alla fine Nole con un doppio 6-3 in un’ora e ventitré minuti.
Ci si aspettava un incontro diverso, magari tirato e deciso al terzo set, ma la forma straordinaria di Djokovic e la deficitaria condizione di Nadal hanno fatto sì che, agonisticamente parlando, lo spettacolo offerto sia risultato scadente.
Per Djokovic si tratta di un pronto riscatto dopo il duro pugno di Melbourne e la sconfitta a Dubai. Il serbo con queste vittorie in back to back nei primi 1000 stagionali ha ribadito che sul cemento è ancora lui l’uomo da battere.
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