di LUIGI ANSALONI
Più volte le parole “Nadal, Federer e psicologo” sono andate nelle stesse frasi. Ad esempio: per battere Nadal, Federer ha bisogno di uno psicologo. Oppure: questa è la volta buona che Nadal manda Federer dallo psicologo, visto che lo sta facendo impazzire. Insomma, robetta di questo tipo. Adesso a tutto ciò si è aggiunta anche una nuova espressione: Nadal fa lo psicologo di Federer. Perché sì, signori: il maiorchino, oltre ad essere un meraviglioso giocatore e un tenace guerriero (un Ettore spagnolo, con la rodilla al posto del tallone d’Achille), adesso prova a fare Sigmund Freud. Quel Freud che, secondo quanto narrano testimoniato nelle scritture di Gianni Clerici, Federer non conosce.
Il numero uno del mondo nei giorni scorsi, in un’intervista rilasciata a “El Pais”, ha commentato i dolori del vecchio Roger targati 2013, tuffandosi in un’analisi scientifica che nemmeno il luminare di Pribor: “Giocare con il dolore è molto complicato, soprattutto se sei una persona che non e’ abituata a giocare con il dolore – ha pontificato lo spagnolo – E’ stato molto bene fisicamente tutta la sua carriera. Quando uno ha dei dolori e ha provato a guarire ma non c’è riuscito, se si tratta di qualcosa di nuovo, bisogna abituarsi a giocare con il dolore, d è un processo di preparazione difficile e complicato, perché non tutti sono pronti. Non sto dicendo che non lo è. E’ un vincitore e continuera’ a combattere perché ama fare quello che fa, cioe’ giocare a tennis”.
Non è la prima volta che Nadal si occupa del fisico di Federer: poco prima dell’Australian Open (aridaje) 2012 aveva detto: ”Federer finirà la sua carriera come una ‘rosa’, perché ha un fisico privilegiato, ma né io, né Murray, né Djokovic finiremo come delle rose”. A ben vedere, sembra quasi avergliela buttata, viste le condizioni dello svizzero l’anno successivo.
Se non conoscessimo Nadal e non conoscessimo la sua sportività, potremmo quasi pensare che il maiorchino abbia dato a Federer del “piagnone”, ovvero uno che si lamenta sempre dei dolori che ha. Sarebbe quantomeno strano, e sicuramente poco elegante e non troppo intelligente, da parte del numero uno del mondo, visto che sulle sue condizioni, ringraziando il Cielo (noi giornalisti), la privacy non esiste, visto che un giorno si e un giorno pure o lui stesso o zio Toni ci fanno sapere gli sviluppi del ginocchio. Una sorta di “Tutto il ginocchio minuto per minuto” vero e proprio. E non mancano nemmeno dichiarazioni del tipo “non sono al 100% ma farò del mio meglio (il leggendario I try my best)”, con racconti delle avventure di Lazzaro Rafa e delle sue imprese contro tutto e tutti. Per la serie: “Caro Roger, io so come si gioca col dolore, mica come te!”. Dottor Freud e Mister Rafa. Attendendo un nuovo, meritato trionfo. Magari già in Australia.
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