Di DAVIDE BENCINI – Andy Murray che torna, Federer che rilancia, Nadal che si nasconde, Nole Djokovic che vuole continuare a vincere. Ognuno ha un obiettivo chiaro, eppure ci si chiede se davvero i pronostici saranno disattesi. Sarà uno slam Downunder diverso?
Ogni anno alla partenza della stagione, da un po’ di anni a questa parte, ci chiediamo sempre se vedremo qualcosa di diverso.
Quei quattro lassù (al momento onestamente ridotti a tre) ci hanno abituato a dare ogni cosa per scontato.
Quindi da sabato prepariamoci a seguire i Nadal-Djokovic Open.
No, perché battute a parte, qualcuno davvero spera/si aspetta una finale diversa?
Finora si è visto poco tennis, ma da quel poco che si è visto il film pare scritto ancora prima che nasca lo sceneggiatore designato.
Nole resta sempre Nole ed è imbattuto dalla finale degli US Open. L’Australia è il suo regno da 3 anni, difficile non pronosticare che anche questa volta sia l’uomo da battere.
Rafa è numero uno del mondo e anche giocando male ha vinto a Doha. Figurarsi se non sarà in formissima a Melbourne. Senza contare che 3 set su 5 diventa un altro sport: il suo, appunto. In ogni caso sarà il solito slam dove tenderà a non darsi favorito e a negare di poter vincere (cosa che ha già cominciato a fare, qualcuno ci dia un copione diverso, please) correndo come un orsetto a molla.
Una voce corsa sulle pagine dei giornali sportivi rivelava che questo avrebbe potuto essere lo slam del ritorno al veloce, salvo poi essere, fino alla prova sul campo, smentita da Craig Tiley, portavoce degli Australian Open, che ha dichiarato che i campi saranno uguali a quelli dell’anno scorso. Peccato, sarebbe stato divertente vedere Nadal fare l’Oscar Luigi Scalfaro della situazione, vedere Nole driftare sul cemento come Fast & Furios senza fermarsi, Ferrer chiedere asilo politico in Tazmania e Federer non lagnarsi più della lentezza delle superfici.
Ma anche in questo sarà probabilmente il solito slam dalla superficie vinavilica degli ultimi anni.
Murraz rientra ma vista la condizione mostrata a Doha, pare difficile vederlo con la coppa in mano.
Sarà lo slam dove forse Wawrinka potrà stupire di nuovo, salvo poi trovarsi di fronte Djokovic per fargli sudare le sue sedici camicie e perdere inesorabilmente.
Sarà lo slam di Del Potro che spera di fare la voce grossa anche nei Major, sempre che non trovi Federer, col quale odia giocare, a quanto dice. Anche se sarebbe uno spettacolo per chi guarda, visti gli ultimi confronti tra i due…
Sarà lo slam in cui Federer cercherà di rilanciare nuovamente la propria carriera, facendo però i conti con i punti di una semifinale in scadenza che potrebbero relegarlo fuori dalla top10. E lo slam dove troveremo Edberg nel suo angolo a farci luccicare gli occhi ricordando quando lui mostrava magie in campo.
Sarà lo slam dove i tormentoni delle giornate da 40 gradi e dell’umidità torneranno di moda come i servizi al TG1 sull’influenza con la gente che tossisce quando arriva l’inverno o gli annunci del primo nato a Capodanno.
Sarà il solito torneo slam dove andremo a guardare dove finisce in tabellone Gulbis, definendolo pericolo numero 1 di tutti, salvo poi vederlo perdere al secondo turno da Florian Mayer o da Berloq. Evitiamo di profetizzare già che sarà lo slam con quarto di finale Nadal-Federer (per vedere se stavolta ci si riesce davvero a vederla ‘sta partita) e con Ferrer dalla parte dello spagnolo, tanto quello lo prevedono tutti…
Sarà il diciottesimo Australian Open dell’idolo di casa Hewitt, che non perderà l’occasione di giocare almeno 3 partite al quinto set come sempre, per poi morire in campo alla partita successiva.
Sarà lo slam amato da tutti, dove, a parte sporadiche occasioni, giocatori, giornalisti e addetti se ne andranno in giro per due settimane a gioire di tutto e a godere della perfezione organizzativa australiana. Senza dimenticare che il divieto al padre di Tomic di entrare nel complesso, cosa che si spera non lo trasformi in un Hulk pronto a distruggere ogni cosa.
Sarà lo slam dove giocheremo come sempre a trovare il nome nuovo per la stagione che è appena cominciata e a vedere fin dove si spingeranno le nuove leve, per poi ritrovarci con i primi quattro del mondo in semifinale, a meno di scossoni, e a lamentarci che i nuovi arrivati fanno pena e non hanno le bilie.
In sostanza, poche cose sembrano poter differire dal copione delle ultime stagioni.
Saranno comunque le solite due settimane di tennis da seguire intensamente, con la speranza di vedere bel gioco e di sapere chi scriverà il proprio nome nell’albo.
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