di FABRIZIO FIDECARO –
L’emozione indelebile di vedere Roger Federer e Rod Laver palleggiare, uno contro l’altro, a Melbourne, nello stadio dedicato all’inimitabile campione australiano, due volte capace di realizzare il Grande Slam. È accaduto nell’ambito di “A Night with Roger Federer & Friends”, l’evento benefico organizzato dal fuoriclasse svizzero.
Pura magia. Vedere Roger Federer che scambiava alcuni colpi con Rod Laver, nello stadio dedicato a quest’ultimo, ha suscitato delle emozioni che nessun appassionato di tennis potrà dimenticare. Una sfida tra diritti, poi tra rovesci, infine a rete, con il ragazzino di settantacinque anni, elegantissimo con il suo gilet beige, a colpire ancora qualche volée pregevole, deliziando un pubblico che non credeva ai propri occhi.
I primi a rendersi conto della storicità del momento, con ogni probabilità, erano proprio loro: Rodney da Rockhampton e Roger da Basilea, ventotto Slam in due e un’infinità di altri trofei in bacheca (e l’australiano non poté giocare i Major per cinque anni…). I due più grandi di sempre? Probabile. Di certo due fenomeni assoluti, due campioni dentro e fuori dal campo, due talenti cristallini che hanno saputo mettere a frutto nel migliore dei modi ciò che Madre Natura ha loro donato. E poi anche, o forse soprattutto, due anime simili, accomunate da tanti piccoli dettagli, da qualcosa che va oltre il semplice rettangolo di gioco e che noi comuni mortali non potremo mai comprendere in pieno.
Che Roger tenda a emozionarsi davanti a Rod è cosa nota: basti ricordare il celebre pianto mentre veniva da lui premiato dopo la finale degli Australian Open 2006 vinta contro Marcos Baghdatis. Stavolta il clima era ben più rilassato, di vera e propria festa: eppure, a tratti, pareva di sentire in modo nitido il rimbombo del cuore di Roger che batteva a mille dinanzi al suo idolo di gioventù (e di maturità). Rod è stato al gioco, ridendo e scherzando con il suo erede e godendosi la meritatissima standing ovation.
«Sentivo la racchetta che pesava più del solito quando lui mi rinviava la palla», ha ammesso Roger, sorridente, al termine della manifestazione. «Ero teso! È stato molto emozionante. Poter palleggiare con lui: non sapevo se ci sarei riuscito! Quando Rod è uscito dal sottopassaggio è stato come un incanto».
L’incontro tra Federer e Laver è stato il momento centrale della serata di beneficenza andata in scena a Melbourne, organizzata da Roger in collaborazione con la federazione australiana, su una Rod Laver Arena stracolma di passione. All’evento, chiamato “A Night with Roger Federer & Friends”, erano presenti anche altri amici, vecchi e nuovi, come Tony Roche, Patrick Rafter e Lleyton Hewitt, che ha vestito con successo i panni di commentatore. Fed-Ex ha affrontato in un divertente match esibizione Jo-Wilfried Tsonga e i due non si sono risparmiati, dando vita a un confronto equilibrato e appassionante, scandito da una lunga serie di spassosi siparietti, tra atteggiamenti scherzosi e improbabili ricorsi all’Occhio di Falco.
Alla fine, com’era giusto che fosse, è stato Federer, nelle vesti di padrone di casa, a spuntarla, con il punteggio di 67(5) 63 75 (recuperando da 2-4 al terzo). A vincere, però – sarà retorico dirlo, ma in questo caso è la verità sacrosanta – sono stati tutti i partecipanti: i protagonisti sul campo e fuori, i 14.000 spettatori assiepati sulle tribune, i bambini del Sud Africa, per i quali è stata raccolto circa un milione di dollari. Una serata magica, con quella manciata di scambi tra due assolute leggende che l’ha illuminata in modo indelebile.
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