di FABRIZIO FIDECARO –
Sono stati necessari due set e mezzo, ma alla fine il motore diesel di Jerzy Janowicz, rallentato dai recenti guai fisici, si è deciso a carburare, rendendo vano l’avvio sprint di Jordan Thompson. Era uno dei match più interessanti di questa prima giornata degli Australian Open, e il polacco, numero 20 del seeding, è riuscito a farlo suo con un’impetuosa rimonta, che ha fissato il punteggio conclusivo sull’16 46 64 62 61.
Il 19enne di casa, attuale numero 321 del ranking mondiale, si era conquistato una wild card per il tabellone principale vincendo i play-off aussie. Sulla Hisense Arena, Thompson è partito benissimo, esprimendo un tennis solido e brillante, e approfittando al meglio dei numerosi errori gratuiti del rivale (specie con il drop-shot, di solito uno dei marchi di fabbrica del polacco). Jordan ha infilato una serie di cinque giochi consecutivi dall’uno pari nel primo set e non ha mollato la presa nel secondo, strappando nuovamente la battuta a Jerzy nel nono gioco e chiudendo subito dopo per 64. Il bilancio dei due parziali parlava di uno Janowicz che sbagliava il quadruplo di Thompson (32 “unforced” a 8!).
Thompson ha avuto la chance di chiudere il discorso nel terzo set: in particolare nel primo game e sul due pari, ha mancato un paio di palle break che, presumibilmente, avrebbero definitivamente affossato il semifinalista di Wimbledon 2013. Janowicz si è salvato e ha sfruttato un passaggio a vuoto del giovanissimo australiano, comprensibile ma quanto mai inopportuno, perché giunto proprio quando era al servizio sotto per 5-4.
Da lì in poi l’inerzia della sfida si è spostata tutta dalla parte del giocatore più esperto. Il polacco si è aggiudicato cinque giochi di fila, salendo 3-0 nel quarto set, poi vinto per 62 con un nuovo break. Nel quinto Jerzy era ormai “on fire” e ha concesso le briciole a Thompson, volando in un amen sul 5-0 per chiudere 61. Alla fine il rapporto tra vincenti ed errori è stato ancora dalla parte di Jordan (40-36 contro 62-64), che, però, ha ottenuto nel complesso tredici punti in meno (140 a 153, 12-27 la sola frazione decisiva).
Janowicz aveva dovuto rinunciare alla Hopman Cup di Perth per il noto infortunio al piede (era stato ben sostituito da Grzegorz Panfil, spintosi sino alla finale insieme ad Agnieszka Radwanska) e ovviamente non poteva essere al top. Per larghi tratti dell’incontro ha pagato la scarsa forma, ma la sua decisa risalita da zero set a due lascia comunque ben sperare per i prossimi impegni. Insomma, è chiaro che la sua condizione non potrà che migliorare. Intanto, al secondo turno Jerzy se la vedrà con lo spagnolo Pablo Andujar, che ha sconfitto in tre set (64 62 64) il connazionale Albert Ramos.
Quanto a Thompson, il ragazzo di Sydney, che compirà vent’anni ad aprile, ha suscitato un’ottima impressione. Già lo si era visto all’opera nell’ambito del Kooyong Classic, dove aveva rimpiazzato con onore un Lleyton Hewitt affaticato dopo il successo di Brisbane. A Melbourne ha confermato le proprie qualità: ora lo attendiamo, pian piano, su altri palcoscenici, anche lontano da casa, dove sarà chiamato a dimostrare le sue doti anche in contesti meno adrenalinici ed esaltanti.
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