di ELISA PIVA
MELBOURNE – Ci sono vittorie che ti cambiano la carriera. Alcune potrebbero anche rilanciarla. La sorprendente e splendida vittoria di Ana Ivanovic contro Serena Williams, primo vero scossone nel tabellone femminile degli Australian Open, potrebbe essere una di queste.
Già, perché la serba era arrivata sul tetto del mondo giovane, forse troppo, dopo aver vinto quel Roland Garros 2008 quasi per caso. Poi erano arrivate tantissime delusioni, e gioie con il contagocce.
A sei anni di distanza, dopo una girandola di allenatori e un gioco nervoso e confuso, eccola di nuovo a scagliare dritti micidiali, ad affrontare a viso aperto, con personalità, le migliori al mondo, la migliore al mondo, contro cui non aveva vinto mai nemmeno un set.
Eccola di nuovo a battere una Williams a Melbourne Park. Nel 2008 furono i quarti contro Venus Williams, risultato che diede il ‘la’ alla sua stagione migliore. Oggi, è stata la sorella più titolata ad alzare bandiera bianca.
Certo, ci è voluta una Williams menomata da un problema alla schiena («stavo quasi per dare forfait dopo il secondo turno, ma sono una grande combattente» dirà poi in conferenza). Non si può ignorare il fatto che la numero 1 del mondo faticasse non poco a colpire la palla, a muoversi e a giocare in corsa.
Ma anche a mezzo servizio, l’americana sembrava riuscire a tenere a bada l’avversaria, scappata avanti di un break nel primo parziale e subito ripresa. Eccola, la solita Ivanovic, si è subito pensato. Quella che alterna ottimi game a momenti di black out. La solita giocatrice frettolosa, che nei momenti sotto pressione comincia a sparecchiare il lancio di palla ovunque fuorché sopra la testa. E l’ultimo gioco del primo parziale pareva confermarlo: Serena, seppur in difficoltà, chiudeva 6-4 e tutto lasciava presagire la solita vittoria in due. In più agli Australian Open Serena aveva perso una sola volta (su 52) dopo aver ceduto il primo set.
Sembrava già finita. E invece. Ana, proprio come contro la Stosur, ha reagito con compostezza e lucidità. E’ ripartita più determinata che mai a non soccombere ancora. Ha sfruttato al massimo i limiti fisici dell’avversaria, facendola muovere e colpendola al momento giusto con il micidiale dritto. La Williams ha provato a resistere per quanto ha potuto, in primis con il servizio, ma anche quella che di solito è una micidiale arma è stata più volte disinnescata da risposte fulminanti della serba, sia di dritto sia di rovescio: come quel servizio strappato a 0, poi rivelatosi decisivo nel terzo set.
Nell’avvicinarsi alla meta poi, la 26enne di Belgrado non ha tremato come era solita fare negli ultimi anni, anzi. Ha continuato imperterrita a martellare, concentrata. Solo quando l’ultima risposta di Serena è volata via, Ana ha potuto alzare le braccia al cielo, sciogliere la tensione ed esplodere tutta la sua gioia.
Serena Williams, va sottolineato, non ha cercato giustificazioni alla sconfitta: «Non voglio togliere niente ad Ana perché ha giocato in maniera fantastica oggi. Non voglio cercare scuse».
Ana ovviamente è al settimo cielo. «Ho solo cercato di giocare meglio che potevo, sono troppo emozionata: è fantastico!». In questo avvio di 2014, intrapreso con un nuovo team tutto serbo («ci capiamo al volo, e per una volta ho scelto con la mia testa le persone con cui lavorare» ha spiegato), non ha ancora perso un match: ha vinto il torneo di Auckland ed è tornata nei quarti agli Australian Open dopo sei anni. La ‘vecchia’ Ivanovic è tornata? Ancora presto per dirlo. Intanto la ‘vecchia’ Ivanovic, Serena Williams non l’aveva mai battuta.
Risultato finale: (14) A. Ivanovic b. (1) S. Williams 4-6 6-3 6-3
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