di FABRIZIO FIDECARO –
Il debutto di Juan Martin Del Potro agli Australian Open 2014 è stato meno semplice del previsto. L’argentino era opposto nel quarto incontro del programma sulla Margaret Court Arena allo statunitense Rhyne Williams, proveniente dalle qualificazioni, dove aveva sconfitto in rimonta, nel turno decisivo, l’olandese Thiemo de Bakker.
Sulla carta non si trattava certo di un impegno ostico per Palito, reduce da una settimana trionfale a Sydney, con il successo ottenuto in una finale senza storia contro il beniamino di casa e campione uscente Bernard Tomic.
In effetti Juan Martin è partito forte, strappando il servizio a zero all’avversario già nel terzo game e portandosi poco dopo sul 4-2. Un improvviso passaggio a vuoto, però, gli è costato il controbreak nell’ottavo gioco e Williams ha acquisito fiducia. L’attuale numero 130 del ranking mondiale ha preso l’iniziativa negli scambi, esplodendo i suoi colpi con sempre maggiore naturalezza e facendo fruttare al meglio l’efficacia della sua battuta (che al termine gli ha portato ben ventinove ace a fronte di un solo doppio fallo). Il 22enne del Tennessee è arrivato con sicurezza al tie-break e, imprevedibilmente, lo ha dominato, con un sette a uno che non lascia spazio ad alcuna recriminazione.
Del Potro era dunque costretto a rincorrere. Il numero 5 Atp (ma n. 3 “virtuale”, visto che Murray e Ferrer, i quali lo precedono di poco nel ranking, devono difendere a Melbourne un bottino di punti maggiore del suo) ha fatto valere il diverso tasso tecnico, ma senza suscitare la notevolissima impressione della settimana scorsa. In ognuno dei tre parziali seguenti la differenza è stata solo di un break: nel secondo è giunto nel sesto game, nel terzo sull’uno pari (ma Delpo si è dovuto a sua volta salvare subito dopo), nel quarto, più combattuto, sul tre pari. Al termine è giunta così un’affermazione in quattro set (67 63 64 64).
A Juan Martin è stato sufficiente trovare la giusta continuità nei propri turni di servizio (dopo l’unico subito nella frazione d’avvio, non ha più subito break), ma, certo, la sua condizione è apparsa meno brillante rispetto a Sydney. A ogni modo, un momento di appannamento, dopo un inizio anno ad altissimi livelli, è ampiamente comprensibile e l’argentino è stato bravo a limitare i danni a un solo set ceduto di fronte a un avversario in palla. Al secondo round il vincitore degli US Open 2009 se la vedrà con lo spagnolo Roberto Bautista-Agut, che ha liquidato l’altro statunitense Tim Smyczek con un nettissimo 62 61 61.
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