Di Diego Barbiani
MELBOURNE. Dopo quasi cinque anni dal Roland Garros 2009, Dominika Cibulkova riassapora la gioia di essere in una semifinale di un torneo dello Slam. La slovacca, ventesima testa di serie del torneo, ha sconfitto con grande forza una Simona Halep ritrovatasi impotente di fronte al gioco spumeggiante della sua avversaria. 6-3 6-0 il punteggio finale in favore della 24enne di Bratislava, che affronterà in semifinale Agnieszka Radwanska.
E’ stata una Cibulkova che ha voluto la vittoria fin dal primo punto, mettendo in mostra quella grinta e quel gioco offensivo che sono un po’ il suo vero marchio di fabbrica. A differenza del match contro Maria Sharapova, la slovacca aveva vita molto più facile negli scambi. Oltre ad una potenza minore dei colpi dell’avversaria, riusciva a muoverla di più lungo il rettangolo di gioco.
Dopo il match contro la russa aveva dichiarato di aver lavorato tanto sulla concentrazione durante la off-season, proprio per migliorare quello che forse è l’aspetto peggiore. I risultati sembrano essere molto interessanti, perché in tutto il torneo ha concesso pochissimo alle avversarie. Giocando con più precisione ed evitando di colpire sempre al 100% della propria forza, non solo pare stia trovando maggiore precisione ma anche sia lei stessa più rilassata. Anche con Sharapova, dopo aver perso il primo set 6-3 e nel secondo essere stata avanti 5-0 prima di arrivare al 5-4 0-15, la sua partita rimaneva molto positiva: ai vincenti prodotti non erano associati errori clamorosi, era la sua avversaria che giostrava la partita tra momenti on-fire ed altri picchi molto negativi.
Oggi, contro una delle giocatrici più in forma degli ultimi mesi, ha dominato l’incontro. Fin da subito si era intuito che lei fosse in giornata. Un break iniziale l’ha condotta subito sul 3-0 e se non fosse stato per un brutto game sul 4-2 forse la sua prestazione avrebbe rasentato la perfezione. In quella circostanza, anche a causa di problemi con il lancio di palla che la portavano ad avere il sole negli occhi, ci furono i primi (ed unici) tre doppi falli della sua partita. A conferma però di come il problema fosse in quel lato, Halep dopo il cambio campo ha commesso anch’essa l’unico doppio fallo del suo incontro e pur di non imitare l’avversaria serviva prime a tre quarti di velocità, venendo regolarmente infilata dai colpi pungenti della slovacca.
Una grande risposta ha ridato il break di vantaggio a Cibulkova, che ha poi chiuso il set qualche minuto dopo. Nel secondo è partita subito a mille, con l’intenzione di uccidere la partita al più presto possibile. Halep, un po’ sfiduciata, aumentava il numero dei gratuiti e subito era costretta a cedere la battuta. Dominika ha fiutato le prime avvisaglie di resa, continuando imperterrita a colpire vincenti su vincenti.
Saranno diciassette in totale a fine partita, molti dei quali ottenuti con un rovescio lungolinea in grado di fare spesso la differenza. Alla rumena è mancato un vero colpo di chiusura, a parte qualche aiutino estemporaneo con il dritto lungolinea. Per la slovacca, padrona assoluta del gioco, il secondo turno di risposta di fila vinto ha paradossalmente spento le sue tipiche urla di incoraggiamento. Il classico “Pome!!” era sostituito da uno sguardo di pura determinazione rivolto verso il proprio angolo. La partita era finita, bisognava solo tenere fino alla stretta di mano.
All’ultimo errore di Halep, Cibulkova è crollata per terra con le mani a nascondere le lacrime di gioia. E’ finita. E’ in semifinale. Radwanska è avvisata, sappia che questa Cibulkova non è giunta fin lì grazie al caso e non reciterà la parte della vittima sacrificale. La vittoria su Sharapova non era solo frutto del problema fisico della russa. Il sogno, per la slovacca, non è ancora giunto ai titoli di coda.
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