Di Diego Barbiani
MELBOURNE. Dire che ci si attendeva di più da Laura Robson è superfluo, ma la verità è che il 6-3 6-0 maturato in favore di Kristen Flipkens (n.19) è frutto soprattutto delle grandi difficoltà della britannica in questo inizio di 2014. Sulla carta lei poteva essere una di quelle giocatrici capaci di creare la sorpresa di giornata, ma oggi è stata una di quelle prove da chiudere nel cassetto e buttare la chiave.
Il problema al polso, una fastidiosissima tendinite, che l’aveva costretta a saltare prima Auckland e poi ritirarsi al primo turno di Hobart, ha inciso nel contesto della preparazione ad un torneo di questo livello. Ha provato la ventenne a rimanere in campo ed a giocare al meglio delle sue possibilità, ma questo non le è bastato ed anzi, spesso incappava in errori banali e grossolani. Dall’altra parte inoltre aveva un’avversaria che per nulla intenerita dal problema continuava a spingere bene su ogni palla.
Già l’inizio è stato molto tribolato, con il primo quindici in favore di Robson che è giunto al decimo punto. Il pubblico le ha dedicato una piccola standing ovation, lei ha fatto un sorriso auto-ironico. Non ha mai avuto concrete opportunità per rientrare, ed anzi spesso non racimolava più di due punti sul servizio avversario. Quando poi sembrava aver trovato un po’ di controllo alla battuta, al momento di servire per rimanere nel set ha ceduto un nuovo break e da lì non si è più ripresa. Il dolore al polso si è fatto sempre più senitre e spesso era intenta a massaggiarsi la zona interessata.
La partita così ha perso di tutto lo spirito agonistico. In campo c’era solo la belga, che ha condotto in porto una vittoria meritata. Per Laura invece bisognerà subito voltare pagina, provando anzitutto a ristabilirsi totalmente. Nonostante tutto, con il dritto nel primo parziale era stata ancora in grado di comandare il gioco, a patto di non cadere nella trappola dell’infido rovescio tagliato della sua avversaria. Col passare dei minuti però è venuto a meno anche questo scoglio a cui aggrapparsi e la partita è scivolata definitivamente tra le braccia di Flipkens.
Per la testa di serie n.19 al secondo turno ci sarà Casey Dellaqua, che ha battuto in due set la rientrante Vera Zvonareva.
Avanza invece un’altra delle giovani più attese, Eugenie Bouchard, testa di serie numero 30, anche lei come la Robson nell’ottavo di finale di Errani e Vinci. La canadese però, dopo un avvio bruciante, si fa rimontare e va sotto di un break nel primo set contro la cinese Tang, al primo Australian Open. Genie riesce comunque a recuperare e strappare il parziale per 7-5. Passata la paura, il secondo set è in discesa, e la Bouchard lo porta a casa per 6 giochi a 1. Al prossimo turno per la numero 1 di Canada c’è Virginie Razzano.
Un vero e proprio psicodramma quello da cui è uscita vincente per il rotto della cuffia l’ultima ‘ragazza terribile’ dell’ottavo: Madison Keys. La 18enne americana ha chiuso il primo set 62 in poco tempo contro l’austriaca Mayr-Achieitner, e tutto lasciava presagire una rapida conclusione del match. Invece la Keys non solo si è fatta trascinare al tie-break ed ha sprecato vari match point prima di cedere il parziale 10 punti a 8, ma ha dovuto pure recuperare un break di vantaggio quando l’avversaria ha servito per il match sul 7-6. Qui la giovane yankee ha trovato la forza di reagire ed ha infilato tre game consecutivi. Ma quanta fatica!
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