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Sky, c'era una volta la "patria del tennis"

Di Diego Barbiani.

In un paese in cui per la maggior parte si vive di intense emozioni alla domenica, in un orario contenuto tra le 15 e le 17, la notizia potrebbe aver fatto storcere il naso a pochi. Il popolo del tennis non può confrontarsi con quello del calcio, sport sempre più simile ad una seconda fede per tanti. Ed allora il possibile abbandono di Eurosport da parte del colosso Sky è scivolato via tra un «massì, ho ancora i miei canali su cui vedere Poggibonsi-Calatafimi» ed un «ora ditemi le ultime sulle condizioni fisiche di Pugnitopo».

Era successo, a suo tempo, anche ad altri sport come il basket o la pallavolo, ma probabilmente all’appassionato di tennis non aveva smosso un grande interesse. Forse perché dentro di sé aveva cullato la speranza di non dover mai subire, a sua volta, questo trattamento. Ora però, con l’orizzonte cupo e la possibilità di perdere tre tornei del Grande Slam su quattro (Australian Open, Roland Garros e US Open) l’appassionato medio, quello che vive dentro ognuno di noi, si starà chiedendo: “e mo’? che faccio?”.

Dal semplice spettatore occasionale, quello del «giocavo a tennis da piccolo, adoravo McEnroe.. Ora lo seguo un po’ così» al vero tennis-dipendente, colui che pur di non perdersi uno scambio tra Niculescu e Wozniacki rinuncerebbe ad una pizza con gli amici. Sono tutti coinvolti in questa situazione piombata addosso all’improvviso.

Il problema, perché di questo si tratta, è enorme. Fare due abbonamenti tra Sky e Mediaset Premium (dove i due canali di Eurosport sono trasmessi da Novembre)? Sacrificare uno dei due? Fare pro e contro dell’uno e dell’altro non è assolutamente il caso ne il luogo, però il tempo stringe ed all’inizio dell’Australian Open manca ormai solo un mese. Il tifoso di Federer, di Nadal, di Djokovic, di Fognini, della Errani, della Sharapova, di Serena Williams.. Tutti si staranno sentendo un po’ smarriti, confusi ed inconsapevoli su cosa attendersi nell’immediato futuro.

Forse conviene abituarsi ad usare lo streaming, vedere le partite tramite il proprio computer armandosi soprattutto di buona pazienza. I problemi che potrebbero subentrare sono molteplici: dal segnale che salta se non si ha una connessione all’altezza, alle fasce pubblicitarie che si frappongono all’improvviso in mezzo allo schermo impedendoti di vedere gli scambi (ed alle volte si è anche costretti ad attendere 30 fatidici secondi senza poter toglierle perché potrebbero aprire pagine “spam”).

Ma in fondo è questo che si merita l’abbonato fedele da X anni? Qualche tempo fa l’offerta poteva fare invidia a tanti sport, quando si potevano vedere tutti gli Slam, il Master finale, gli Atp-1000, gli Atp-500 e qualche Atp-250 (oltre a gran parte del cirucito femminile). Da un po’ di anni a questa parte, il castello è andato piano piano in frantumi: prima sono spariti gli Atp-500 ed il circuito Wta (passati a SuperTennis che però non può competere con questi colossi) ed ora non è ancora giunta notizia sul rinnovo del contratto per i tornei Atp-1000 per il prossimo anno. Di colpo un terremoto si è manifestato sotto i piedi dell’appassionato, che inizia a sentirsi un po’ tradito, un po’ incazzato.

Diego Barbiani

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