Di Federico Mariani.
In un tennis odierno sempre più livellato coi primissimi della classe che sbagliano praticamente mai negli appuntamenti che contano, le giovani promesse, le cosiddette “nuove leve” stanno facendo una terribile fatica ad affermarsi ad alti livelli.
La domanda che ci si pone da ormai almeno due stagioni a questa parte è se l’anno che verrà sarà finalmente quello buono, quello del boom, quello del fatidico “salto di qualità” da parte di giovani campioncini che non difettano certo di talento, ma che non eccellono in personalità.
Ci sono i soliti nomi da tenere d’occhio, quelli che sin da junior hanno fatto intravedere e presagire un più che roseo, ma che finora, chi più e chi meno, hanno deluso. Si parla, ovviamente, di Dimitrov, Tomic, Raonic, ai quali quest’anno si sono aggiunti Pospisil e Vesely. Se si prendono in considerazione i giocatori nati dal 1990 in poi, sono solo i cinque citati a figurare nei primi 100 giocatori del mondo, una pochezza di nomi che dovrebbe far riflettere.
Quello “messo meglio” degli altri è senza dubbio Raonic, classe ’90 (praticamente ’91 visto che è nato il 27 di dicembre), il canadese si trova a ridosso della top ten e, per lui, può tranquillamente dirsi che il salto di qualità è avvenuto già quest’anno. Certo, può sicuramente migliorare la sua posizione così come il suo gioco e vincere ancora più incontri e qualche torneo, specialmente col supporto di un grande esperto come Ivan Ljubicic, ma tecnicamente non sembra molto lontano dal suo massimo.
Alle porte dei primi venti troviamo invece Grigor Dimitrov che con un eccellente finale di stagione, con tanto di primo titolo Atp, ha riacceso prepotentemente le speranze che fino a qualche tempo fa circolavano sul suo conto. Questo deve essere il suo anno. Il 2014 è una sorta di ultimo treno per il bulgaro che ha la grande occasione per diventare qualcuno.
Una gradita sorpresa dell’anno che ci accingiamo ad archiviare è sicuramente Vasek Pospisil. Il canadese anch’egli classe ’90, ha fatto registrare un enorme balzo in avanti, un salto di quasi cento posizioni da inizio anno che lo ha portato da 128 fino alla posizione numero 32, con l’acuto della prima semifinale in un 1000 centrata nell’Open del Canada. Il 2014 deve essere un anno di conferma per lui in quanto non sembrerebbe attrezzato sia fisicamente che tecnicamente per avere un ruolo da protagonista.
Veniamo ora alla vera delusione del 2013, il giocatore che forse più di tutti in assoluto ha tradito le aspettative. Si parla, ovviamente, di Bernard Tomic. L’australiano aveva aperto la stagione da numero 52 e l’ha chiusa da numero 51, in mezzo il nulla, nonostante il titolo ottenuto in apertura di stagione a Sydney. Le aspettative che sono sempre circolate sul suo conto, tra chi lo definiva il più talentuoso tra i giovani e chi addirittura presagiva per lui la leadership mondiale, sono state tutte miseramente deluse finora. C’è un problema di fondo sotto gli occhi di tutti, ovverosia papà John, esempio vivente di come un padre possa affossare il figlio. L’impressione è che finché il ragazzo resterà attaccato al padre al punto da difenderlo a spada tratta anche su questioni francamente assurde come la querelle con Drouet, non farà molta strada nonostante sia dotato di un cristallino talento. A tal proposito non è certo un buon viatico frequentare night club e spogliarelliste, come nei giorni scorsi è stato testimoniato. Il timore è quello di perdere un ragazzo che, per il talento che ha nel braccio, potrebbe fare meraviglie. Per lui l’anno che verrà sarà molto delicato.
Rispetto ai sopracitati, quello di cui si parla meno è Jiri Vesely. Il ceco, a ben vedere, ha compiuto il salto più importante di tutti nel 2013 partendo vicino alla 300sima posizione per chiudere da numero 85; inoltre, è il più giovane della top 100 ed ha costruito una classifica di tutto rispetto “facendosi le ossa” nei tornei minori. Il talento non è quello puro dei vari Dimitrov e Tomic, ma è senz’altro un giovane interessantissimo che andrà seguito nel 2014.
Non è ben chiaro capire se il valore assoluto delle nuove leve è oggettivamente minore rispetto alle generazioni passate nelle quali i giocatori maturavano e si affermavano molto prima, oppure se la carenza di risultati dei teenager odierni sia da imputare alla forza dei primi della classe che, mantenendo un rendimento piuttosto costante durante tutta la stagione e su tutte le superfici, non cedono il passo. Come spesso accade, probabilmente la verità sta nel mezzo: da una parte questi ragazzi valgono oggettivamente meno rispetto ai vari Federer, Nadal, Djokovic, Murray, o anche Agassi, Sampras, Becker e i campioni delle generazioni passate; dall’altra parte, oggi il livello dei primi dieci è molto alto, in particolar modo è impressionante la continuità che i primi giocatori del mondo (e non solo i Fab Four) riescono a tenere durante tutto l’anno e su tutte le superfici.
Sicuramente il 2014 ci saprà dare delle risposte importanti su molti dei giovani sul circuito, per alcuni di loro potrebbe addirittura essere il giudizio definitivo, Dimitrov su tutti. La nuova stagione sarà molto interessante anche per vedere come si muoverà nel suo primo anno da pro a tutti gli effetti il nostro Gianluigi Quinzi. Anche su di lui ci sono molte aspettative ed i primi passi nell’intricato mondo dei challenger sono andati più che bene. E’ in assoluto uno dei più interessanti, se non il più interessante tra i pari età ed è senz’altro il futuro dell’Italia tennistica al maschile.
Sarebbe indubbiamente intricante assistere ad un 2014 con molte novità per quanto riguarda il gruppo di testa e le fasi finali dei tornei che contano, ma il timore è che la staticità dei “soliti nomi” riesca a prevalere ancora sul nuovo che avanza. Ben venga una smentita!
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