Di Andrea Scodeggio
Alla chiusura del 2013 manca poco e nell’appassionato di Tennis si palesa sempre di più l’imminente arrivo dell’anno nuovo e dell’inizio della stagione tennistica 2014. Il pubblico è già proiettato verso il futuro, in attesa di vedere i propri beniamini in campo e sperare che essi possano confermarsi o migliorare quanto fatto vedere nella stagione appena passata. Emergerà anche il desiderio di scoprire volti nuovi, capaci di soverchiare le gerarchie, anche solo per un torneo, dei big e regalare un emozione nuova, sicuramente diversa da quella a cui si è abituati ad assistere.
Delle tante domande che stanno occupando il cervello nella testa degli appassionati, è opportuno analizzare i giocatori, che nella stagione appena conclusa, hanno avuto un cammino sorprendentemente negativo ed avranno voglia di rivalsa.
Dietro alla lavagna, come in questi casi bisogna pronunciarsi, quest’anno ci è finito l’inaspettato Roger Federer. Benché sia doloroso anche solo immaginare un diciassette volte campione degli slam etichettato come sorprende delusione di questo 2013, non ci si può sottrarre a questo ingrato compito. I problemi alla schiena sono risaputi, anche nel 2012 aveva già mostrato segni di sofferenza e se li protrae da tempo, ma ciò non gli aveva impedito di tornare numero uno del mondo e vincere uno strepitoso Wimbledon. Ed è proprio il torneo sull’erba londinese l’emblema di una stagione storta, con l’incredibile sconfitta contro Stakhovsky, giocatore ucraino dall’ottimo serve and volley e sindacalista per i diritti dei giocatori di bassa classifica ATP, come lui. Quella sconfitta netta e senza appelli ha aperto i processi su un suo ritiro, proseguiti poi con le eliminazioni contro Delbonis e Brands ad Amburgo e Gstaad, ed infine culminati con la clamorosa sconfitta contro Robredo agli ottavi degli Us Open. Quella con lo spagnolo è stata la sconfitta peggiore del 2013 di Roger Federer , sia per l’inaspettato momento, sembrava in ripresa, sia per la modestia del suo avversario che aveva sempre sconfitto, ma anche per come è arrivata: una resa assolutamente incondizionata, senza un segnale di lotta o di risveglio. In balia degli eventi e dei suoi errori. I segnali di una possibile rinascita si sono intravisti nel finale di stagione, culminata con la semifinale degli ATP Final’s persa da Nadal, ma è ancora presto per parlare. Roger ha affermato più volte di non voler diventare l’ombra del campionato amato ed il prossimo anno sarà cruciale per capire se sarà presente nelle prossime stagioni. L’intero movimento del tennis se lo augura vivamente.
Chi ha deluso ed ha lasciato anche un senso di rabbia per non aver mai mostrato un pizzico di reazione è stato sicuramente Tomas Berdych. Il ceco ha sorprendentemente mal figurato e senza giustificazioni, come può essere un infortunio o l’età avanzata. Ha semplicemente toppato, dando l’impressione di limitarsi al compitino d’ordinanza per rimanere stabile nei primi dieci ed entrare agli ATP Final’s. Non ha mai entusiasmato, ha fallito gli appuntamenti importanti ed ha avuto una involuzione perfino drastica, rispetto lo scorso anno, e non lo salva la vittoria in Coppa Davis perché avvenuta contro una Serbia menomata negli uomini chiave. L’ultimo uomo che ha un po’ deluso le aspettative è stato Jo Wilfred Tsonga, ma in verità l’infortunio patito a Wimbledon ne ha condizionato il corso della stagione. Semmai c’è da rimproverargli la mancata finale al Roland Garros, alla sua portata contro Ferrer, ed invece ha finito per uscire mestamente in tre set.
Per le donne il discorso su chi ha deluso è un po’ diverso, ma comunque da evidenziare. Il dominio di Serena Williams è stato netto in quasi tutti i tornei di maggiore importanza della stagione, ha toppato principalmente Australian Open e Wimbledon vincendo 10 tornei stagionali, mentre Simona Halep ha trionfato in quelli di minore importanza, ben sei titoli WTA. Risulta perciò difficile trovare una cocente delusione quando ci sono state due dominatrici, specie la prima, che non hanno lasciato granché. Si può parlare di occasione persa per Radwanska che aveva la seria possibilità di vincere Wimbledon, dopo la finale dello scorso anno, ma ha perso in semifinale dalla Lisicki (che le aveva fatto il favore di eliminarle la Williams) ed ha sciupato un’occasione più unica che rara di vincere uno slam. Il crollo in classifica di Sam Stosur è stato sicuramente una delle note meno liete della stagione, anche se non può essere visto come improvviso. Ha avuto un sensibile peggioramento ma dovuto forse ad un calo fisiologico quasi inevitabile, perché dopo qualche anno al vertice non tutte resistono. Lo stesso discorso si può fare oramai per la sempre più dispersa Wozniacki, pare incredibile che fosse una numero uno del mondo, o per la nostra italiana Franscesca Schiavone, ma a quest’ultima l’età non la giova e si è già tolta molte soddisfazioni nella carriera che nessuno immaginava, perciò è dura anche solo processarla ed etichettarla come sorpresa negativa. Detto questo, resta da chiedersi: Serena Williams dominerà anche nel 2014? Sarà un anno più vecchia, 32 le primavere alle spalle, ma Azarenka e Sharapova, le uniche in grado di contrastarla, hanno finora sempre combattuto ma perso. Non ci resta attendere l’inizio del torneo di Brisbane e sperare di assistere ad una stagione non egemonica ma più equo distributiva dei trofei.
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