Di Rossana Capobianco – Ci sono tanti modi di seguire il tennis: più precisamente sette. Sette tipi di appassionato che trovate in giro per i social network e che seguono un proprio protocollo. Chi critica sempre, chi soffre, chi colleziona, chi tiene conto: ora che la stagione tennistica è in chiusura, cosa faranno i nostri eroi? E voi chi siete tra questi?
E’ (quasi) finita la stagione tennistica. Sì, perché per gli appassionati di tennis, quelli che almeno sei/sette volte al giorno rivolgono pensieri, tempo, sforzi a questo sport, non si tratta mai di anni, si tratta di stagioni. Paul Ashworth (nella adaptation cinematografica Colin Firth, Albione l’abbia in gloria) in Febbre a 90°, in fondo, ha solo detto cose che sapevamo già: noi malati di tennis siamo pure fortunati perché più o meno la nostra stagione corrisponde all’anno solare e in qualche modo questo non va a incidere più del dovuto sulla vita reale. Dopo la finale di Coppa Davis ci resta ben poco, e niente ad alto livello. Tutto ciò mi ha portato ad un’osservazione che in realtà era possibile da un bel pezzo, ma che risulta adesso perfino più evidente; gli appassionati non sono tutti uguali, sono divisi per categorie e non necessariamente per questioni di tifo per l’uno o l’altro giocatore.
Sono categorie definite ma più complesse che ogni santo giorno puoi trovare sui social network e addirittura prevederne reazioni e risposte. Ma vediamole insieme:
IL TIFOSO
Immancabile figura. Senza il tifoso, lo sport non avrebbe senso. Spesso soffre di un degenerante pensiero parziale, che sfocia in insulto, si esprime con evidente mancanza di obiettività, che lo porta all’odio (perché il tifoso non è mai soltanto un tifoso a favore). Ma c’è da comprenderlo: egli soffre, sente l’ansia appena sveglio il giorno dell’evento; in alcuni casi, quelli più “gravi” perfino il giorno prima e il sonno è naturalmente agitato. Guarda a qualsiasi ora video su Youtube, i punti più belli del proprio beniamino, condivide su Facebook e Twitter ogni informazione possibile, controlla attraverso il tasto F5 del proprio PC ogni aggiornamento sui vari siti dedicati, si sente in dovere di rispondere ad ogni critica fatta all’oggetto del proprio tifo. Deve avere completini, cappellini e racchetta del proprio idolo o si sente in difetto. Quando va male si consola con una pizza e spesso non naviga su internet per qualche giorno, il tempo di smaltire la delusione. Il tifoso tifa soltanto per un giocatore, non c’è spazio per il resto: qualche preferenza rispetto ad altre, ma niente di più; il tifo è esclusivo e mai del tutto razionale.
IL NOSTALGICO
Diffusissima categoria. Sono quelli che non si rassegnano all’evoluzione del tennis e al ritiro dei propri giocatori preferiti, e allora fanno finta di guardare distrattamente nuove sfide per scuotere la testa e subito dopo annuire alla propria idea di aver vissuto un periodo superiore a questo, tecnicamente e non solo. Ogni episodio consolida questa convinzione, se si parla di una partita recente fa finta di non capire a cosa ci si stia riferendo e inizia a bofonchiare qualcosa sui McEnroe ed Edberg, che nulla hanno a che vedere con questa banalità.
LO STATISTICO
Ossessionato dai numeri, che parlano sempre chiarissimo e senza nessun pericolo di essere smentiti. Possiedono appositi database che aggiornano alla velocità della luce a ogni vittoria, sconfitta, settimana, mese, stagione. Per giocatore, torneo, epoca. Numero di vincenti, influenza della seconda palla di servizio, aces, palle break salvate o sfruttate: ogni benedetta possibile statistica. Spesso la condividono su twitter, dove ci stanno proprio le gare a chi riesce a trovare quella più interessante o magari inaspettata. Anche lui, come il tifoso, non vive esattamente nel pieno relax.
IL CRITICONE
Quello a cui non sta bene niente. Nessuno. Non ci sono belle partite, non ci sono giocatori che meritano di essere stimati o tifati, non ci sono prestazioni perfette che non siano permesse da altre veramente pessime; un bel torneo non può essere realtà. Se un giocatore fa qualcosa, qualsiasi cosa, lui la critica: se è famoso, fracassa gli zebedei a tutti quanti pure di più, commentando a destra e a manca e gridando alla vergogna perché non si può assecondare tutto ciò. Se questo stesso giocatore compie un’azione diametralmente opposta, lo critica lo stesso. Di solito non ha una vita privata intensa.
IL NEOFITA/L’INGENUO
Quello che vede il tennis al massimo da 3/4 anni. Si considera tuttavia un esperto, perché aggiornatissimo su ogni novità e conosce anche il numero 237 del mondo, al contrario di te. Ogni cosa è “la cosa più bella mai vista”, poco importa che non abbia raffronti su cui basarsi. Djokovic, Nadal e Murray sono la generazione migliore di tutti i tempi e come Serena non ce n’è, così ha deciso. Di solito questa figura coincide con quella dell’ingenuo, poiché tutto è bello perché luccica da fuori e smettetela con le illazioni tutti quanti, che volete distruggere questo sport (che conosce dalla nascita). Egli è il prodotto del tennis mainstream , ovvero di quel tennis che abbandona la nicchia per tuffarsi tra il pubblico comune e poco educato all’approccio tradizionale: l’ha dunque scoperto da una pubblicità.
IL GIRAMONDO
Programma la sua annata in base ai viaggi da fare per seguire il circuito in giro per il mondo, sperperando denaro tra Londra e New York. Possono far parte di questa categoria i tifosi, naturalmente, ma non solo: il tennis diventa un pretesto per andare in giro senza annoiarsi a morte tra lo shopping della fidanzata e i musei con le file chilometriche. E allora via a Miami, per poi far la capatina a Roma che gli Internazionali non si possono saltare, fine estate negli U.S.A. e le tre settimane consecutive Basilea-Bercy-Londra non si toccano. Resta sempre da capire di che piano ferie usufruiscano e quanti dannazione di soldi abbiamo. Il resto delle categorie lo invidia.
L’IMPARZIALE
Lui è l’appassionato con la A maiuscola, quello che pev nessuna vagione al mondo pvendevà mai una posizione. Lui non può tifare, sarebbe inopportuno. Simpatizza per qualche perdente di lusso (i Gasquet, gli Stepanek, i Feliciano Lopez in giornata di grazia), perché è anche un esteta e non crede che sia importante vincere, nello sport: in fondo è tutto un’esibizione. Dunque pretende che anche tu non sia troppo parziale e soprattutto non tifi contro, che è assolutamente disdicevole. Quando qualcuno non riesce più a vincere, però, gli consiglia di ritirarsi. Così, perché gli va, perché si annoia e perché nessuno lo sta deliziando più di tanto in quel momento. Di solito si rivelano classicissimi trolls.
E voi, che categoria siete? Niente bugie, venite avanti!
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