dal nostro inviato a Cagliari, GIANLUCA ATLANTE –
La tensione dipinta sul viso, pronta a scendere come quelle lacrima nascoste di una gioia incredibile. Quinta finale e quarta Coppa da capitano. Tanta roba, diremmo noi. Ma lui, Corrado Barazzutti, ha parole soltanto per gli altri.
Anzi, per le altre: «È la vittoria soprattutto di queste meravigliose ragazze – ha spiegato a fine match il capitano azzurro – Sono formidabili durante l’anno, dimostrando, torneo dopo torneo, di essere tra le più forti al mondo, lo sono a maggior ragione in Fed Cup, dove la loro voglia innata di azzurro, di nazionale, le fa essere praticamente imbattibili. Ecco perché, prima di tutto, questa quarta Fed Cup, è la loro. Poi dei loro coach – ha voluto sottolineare il cittì azzurro – che hanno sposato in toto questo progetto Fed Cup, dando un contributo notevole alla buona riuscita delle stesso. A loro posso soltanto che dire grazie, come a Sergio Palmieri e a tutta la federazione». Poi il match, che qualcuno aveva etichettato come scontato alla vigilia, ma che… «Andava giocato e vinto come abbiamo fatto noi in queste due giornate di Cagliari. Nel tennis, non c’è affatto nulla di scontato. Lo dimostra il match di ieri di Roberta Vinci. Siamo stati bravi a portarlo a casa, anzi sono state brave le ragazze». E poi? «Cosa si può dire di più di una squadra che è entrata di diritto, credo, nella legenda dello sport italiano. Queste ragazze sono semplicemente meravigliose e invidiate in tutto il mondo. Quattro vittorie in cinque finali disputate. Credo che siano davvero poche le squadre che al mondo possano vantare un tale palmares. Io sono fiero di guidarle, sono fiero di essere il loro capitano, sono fiero di guidare un gruppo di formidabili ragazze e di professioniste serie».
Errani: «Vittoria del gruppo». La quarta Fed Cup è nelle sue mani. Nella mani di questa romagnola che sembra non conoscere la parola fatica. Alla quale non importa chi ha davanti, la numero 1 come la 183: lei vuole vincere, sempre e comunque. La quarta Fed Cup dell’Italia, che pone questa squadra nella storia, nella leggenda di questo sport, ha come comun denominatore, Sara Errani. Oggi, al cospetto della Keybanova, chiamata a sostituire la Panova ancora scossa dal match del giorno precedente contro la Vinci, Sara Errani ha giocato alla sua maniera, lasciando davvero le briciole, la miseria di due giochi alla russa. «Ho giocato bene – ha spiegato a fine match la numero uno azzurra – Sicuramente meglio rispetto al match di ieri. Volevamo come squadra quest’ultimo punto e lo abbiamo ottenuto. È una grande gioia aver rivinto questa Coppa, alla quale teniamo in maniera particolare. La nostra – ha spiegato la Errani – è una grandissima squadra, unita fuori, come dentro il campo, che vive anche per la maglia azzurra. Siamo contente che a dividere con noi questa grande gioia, ci sia Francesca Schiavone. Lei fa parte di questo gruppo, lei è una di noi, lei è una grandissima. Ha dimostrato di essere, come e più di noi, attaccata alla maglia azzurra e a questa squadra. Ecco – ha concluso la Errani – la forza di questo meraviglioso gruppo, è proprio questa: essere amiche dentro e fuori dal campo, il rispetto e la voglia di fare sempre meglio».
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