di DAVIDE BENCINI –
Un piccolo spensierato pensiero rivolto a cosa potrebbe succedere alla fine della prossima stagione.
Prendiamo la palla magica numero 8. Quella da consultare girandola poi dall’altro lato per vedere la risposta nei cristalli liquidi.
Riuscirà il nostro eroe Nadal ha vincere finalmente il Master di fine anno?
Riuscirà Nole ha vincere il Master per il terzo anno consecutivo?
Riuscirà Federer a NON riuscire a qualificarsi?
Riuscirà Fognini a qualificarsi (e qui si odono i boati del pubblico pagante…)?
Riuscirà l’ATP a fare un campo ancora più colloso di questa edizione?
Le domande sono più che lecite, ma vediamo di capire cosa potrebbe succedere da qui a una stagione. Dopo di che potremo tranquillamente andare a giocare al Superenalotto con la sicurezza del jackpot assicurato.
Intanto possiamo quasi stare certi che a meno di infortuni di durata variabile tra i 3 e i 7 mesi Rafa Nadal potrà riprovare a conquistare quell’unico grande trofeo a parte il Challenger di Ortisei che manca nella sua strapiena bacheca. Infatti vista la non partecipazione agli Australian Open di quest’anno e il semizero da difendere a Wimbledon pare molto alquanto piuttosto parecchio impossibile che el Toro de Manacor non sia tra i primi 8 anche l’anno prossimo. Certo, avrà un anno in più. Ma lo dicevamo anche l’anno scorso quando sembrava doversi dare alla pesca d’altura…
Su Nole non ci esprimiamo nemmeno, visto che per immaginarlo fuori dai partecipanti bisogna avere, più che fantasia, una forte propensione per il nichilismo assoluto.
E così, in meno di 1 minuto di articolo ci dovremmo già essere assicurati anche la prossima finale…
Scherzi a parte è ovvio che a parte questi due non è che si possano fare molte ipotesi sui partecipanti, anche viste le condizioni generali da borsa dell’acqua calda e camomilla in cui praticamente tutti sono giunti all’episodio finale di questa stagione ATP. Per carità, sembra difficile non prevedere un Murray presente, ma bisognerà vedere in che modo lo scozzese recupererà da un guaio delicato come quello alla schiena, alla quale è stato operato un mesetto fa. Non è una cosa da poco il suo stop, ma potremmo tranquillamente immaginare una prossima stagione nella quale l’Andy nazionale (e per tristezza di tutti e della Capobianco ormai di Andy nazionale ci resta solo lui, come si sa…) forse concentrerà i suoi sforzi su Roland Garros (torneo storicamente prediletto dal suo coach Lendl), dove forse avrà ritrovato la forma e dove difende un bello 0, e Wimbledon (suo torneo per eccellenza, dove peraltro difende il titolo), che vorrà rivincere per salutare, stavolta sì, mamma-cespuglio in tribuna.
Sugli altri spariamo dei nomi a caso, li tiriamo coi dadi o ci spingiamo in mere ipotesi? Spingiamoci…
Federer dice di aspettarsi molto dal 2014. I suoi tifosi sperano almeno che torni a giocare a tennis per più di venti minuti a partita invece di passare al tiro al piattello. Intendiamoci, è sempre Federer, ma con un anno in più sulle gambe e un’altra stagione di questo tipo alzi la mano chiunque creda ora che possa far parte degli 8.
Ferrer pare difficile che possa avere ancora benzina nelle gambe per un’altra stagione. Ma lo diciamo tutti gli anni.
Del Potro sembra tornato quello per il quale si soleva dire “Verrà la morte e avrà il suo dritto”. E a dirla tutta sembra l’unico che alla lunga possa insieme a Murray impensierire i primi due lassù, quindi sulla sua presenza potremmo stare quasi tranquilli, sperando che ci arrivi meno brasato di quest’anno, con 4 tornei di fila giocati.
Al di là di questi, a parte sognare un Wawrinka che ripeta la stagione appena conclusa, all’esimio scarabocchiatore pare delirante esprimersi. Anche perché se c’è una cosa che queste finali hanno dimostrato è soprattutto ancora una volta la superiorità disarmante dei primi due della classe sugli altri. In partite infarcite di gratuiti dove gli errori totali per match si sono a volte persino avvicinati alla tripla cifra, superando di gran lunga i vincenti, Nadal e Djokovic, malgrado non fossero al massimo della forma, hanno conquistato la finale con facilità quasi irrisorie. Segno che se loro erano stanchi, gli altri erano al bicchiere della staffa, con le briglie intorno al collo. Nel circuito non si vede, e lo diciamo da almeno 3 anni, chi possa sfondare davvero e trovarsi in fondo al 2014 a entrare tra i grandi (quelli veri, non tra le comparse tipo Richard “gioco un set bene e 6 male” Gasquet). E se dobbiamo sperare in Dimitrov, quasi quasi torniamo a confidare nell’Enalotto di cui sopra.
In questo speriamo almeno che le finali del 2014 ci diano qualcosa in più: un po’ di incertezza. Perché se l’incertezza e il brivido della sorpresa devono essere i set point di Stan contro Nadal stiamo freschissimi…
Per il resto le finali 2014 ci daranno ancora un torneo di doppio, ebbene sì. Non ci è dato sapere se lo vincerà un’altra coppia semi-improvvisata spagnola o direttamente McEnroe-Fleming, che preghiamo gentilmente di salvarci. In ogni caso la specialità esisterà ancora, tranquilli…
Infine, dulcis in fundo, probabilmente arriveremo a sentire lamentarsi della lentezza del campo anche gli arbitri e i raccattapalle, che non riusciranno a correre sui 589 strati di resina che verranno versati insieme al vinavil aromatizzato al gelato Puffo sul campo nella fase di preparazione torneo. Visto che dopo Murray l’anno scorso e Federer che ormai se ne lamenta anche mentre russa, quest’anno persino Nadal ha notato come la superficie fosse più lenta di quella del Roland Garros! Prossimo passo? Scarpe con le ventose sotto? Che sia forse l’ora di tornare indietro?
E oltre alle solite nenie da omologazione non mancherà nemmeno un’altra cosa: di sicuro Nadal ce la rimenerà ulteriormente con la storia del Master su superficie a rotazione, con la consapevolezza che niente sarà cambiato.
Beh, manca un anno, eppure di idee ce ne sono già parecchie: quanto manca a Brisbane che così iniziamo a trasformare i fatti in pronostici?!?
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