John Tomic è un personaggio tristemente balzato agli onori della cronaca negli ultimi anni. Dapprima il suo comportamento in campo nei confronti del figlio Bernard, poi la famosa vicenda dei pugni sferrati contro Thomas Drouet, al periodo sparring partner del figio, di fronte ad un hotel di Madrid lo scorso mese di Maggio. Lo stesso Drouet si è deciso a raccontare tutto il rapporto complicato che aveva nei confronti di Bernard e del padre, dipingendo John come una persona violenta, spregevole e ricattatrice, capace di manipolare lui ed il figlio stesso, obbligandolo ad un regime quasi tirannico, di certo assoluto.
Di seguito ecco riportati tutti i momenti più importanti del suo racconto:
L’incidente di Madrid: I dettagli di quell’incidente erano già noti, con John Tomic graziato dal tribunale spagnolo perché era al primo reato, ma comunque punito dall’ATP con una squalifica dai campi da gioco. Quello che non si conosceva era l’atteggiamento avuto da Bernard. Drouet ha raccontato che all’inizio si era mostrato amichevole, salvo poi ritirare tutto e provare in ogni modo a fargli lasciare l’incarico:
«Bernard è venuto a trovarmi in ospedale assieme a Josko (il fisioterapista, ndr) e mi disse che suo padre era partito e che all’indomani avrebbe preso anche lui un aereo, inoltre mi ha riferito di non voler più avere la presenza di suo padre tra i piedi. Lui mi ha anche chiarito di volere solo me ed il fisioterapista all’interno del clan. Io più tardi andai dalla polizia per denunciare l’accaduto, rimasi lì fino alle due di notte. Il giorno dopo a colazione lui cambiò totalmente atteggiamento e mi disse che se avessi fatto causa a suo padre avrebbe preso le sue difese, e che loro potevano permettersi avvocati importanti. Aveva ragione.
Ci ritrovammo in tribunale ed io ero solo, senza avvocati. Avevo il naso incerottato ed una fascia attorno al collo. All’esterno del tribunale gli avvocati di John provarono a negoziare con me. Mi parlarono di 3000 euro come ricompensa. Rifiutai e John decise di argomentare da solo la propria difesa.
Ho ricevuto un sms da Bernard dove mi raccontava di essere triste per l’accaduto. Io ero sorpreso da questo, poi ne arrivò un altro, poi un altro ancora, dove mi si chiedeva di raggiungerlo a Montecarlo in compagnia della mia ragazza. Scesi dall’aereo che mi aveva condotto a Nizza e mentre stavo per mettermi alla guida, Josko mi rivelò di non andare a Montecarlo perché era tutta una trappola organizzata da John Tomic dove Bernard non era altro che una marionetta. Voleva farmi a pezzi. Non andai all’incontro e non ebbi più novità da Bernard.»
John Tomic prende a pugni Bernard: la parte più da brividi nelle dichiarazioni di Drouet è quando racconta di John Tomic che tira un pugno a suo figlio durante una sessione di allenamento, come ha potuto mostrare tramite una schermata sul cellulare riguardante uno scambio di sms tra lui e Bernard che sembra confermare ciò. L’episodio sarebbe accaduto a Montecarlo, circa tre settimane prima del torneo Master1000 di Madrid:
«John era furioso, è volato un pugno. Non potevo credere a quello che stavo vedendo con i miei occhi, proprio di fronte a me. Bernard non diceva nulla, ma aveva le lacrime agli occhi. John camminò ed appoggiò due racchette contro il muro, poi ci diede un calcio e le racchette si ruppero. Una volta terminato, mi ordinò di cancellare tutti i voli in programma nelle settimane successive. Bernard vide tutto e ruppe a sua volta una racchetta. Dio mio, questi sono pazzi!»
Il rapporto apparentemente solido di Bernard e suo padre: secondo il racconto di Drouet, Bernard era totalmente consapevole del comportamento scorretto di suo padre, ma non reagiva per il bene che provava nei suoi confronti. Dopo aver inizialmente detto a Drouet che suo padre era partito dopo averlo picchiato a Madrid, Bernard lo incrociò a Wimbledon e gli raccontò di essere dispiaciuto per la squalifica imposta a suo padre dall’ATP. Dice Drouet:
«Bernard mi disse di essere triste a causa della decisione dell’ATP di squalificare suo padre, sosteneva al contrario che l’ATP dovesse proteggerlo. Io credevo di essermi totalmente immaginato quello che avevo appena sentito, gli chiesi se si ricordava cosa suo padre mi avesse fatto giusto un mese prima. Lui aveva già dimenticato che se mi trovavo steso per terra, coperto di sangue e privo di conoscenza la colpa era solo di suo padre John. Lui mi chiese nuovamente perdono, aggiungendo però che si tratta sempre di suo padre e che lui gli vuole bene.»
A Bernard piace andare ai party: Drouet racconta che dopo la grande campagna australiana, con il successo al torneo di Sydney e poi il terzo turno raggiunto agli Australian Open fermato solo da Roger Federer spinsero Tomic a festeggiare in maniera sfrenata tutto ciò. Con la conseguenza di ritrovarlo fuori forma e demotivato alla ripresa degli allenamenti:
«Quando io e Salva lo vedemmo arrivare non potevamo credere che fosse realmente lui. Bernard non voleva fare più nulla. Salva cercava di fargli fare qualche scatto, ma lui aveva un’andatura da maratona. Andava al 50%, non correva come doveva. Era lento, sembrava uno zombie. Era ormai giunto il tempo di giocare a Rotterdam e Marsiglia, con soli cinque giorni di lavoro.»
Tomic perse a Rotterdam da Dimitrov e di lì a quattro mesi non seppe più ottenere due vittorie consecutive.
Drouet voleva vederci chiaro in questo atteggiamento, così scoprì che Bernard se la squagliava per vedersi con i suoi amici per ore. Questo lo spinse ad un intenso discorso con il giovane australiano, dove cercava di spiegargli che doveva cambiare stile di vita se voleva affrontare seriamente la carriera del tennista professionista. Dopo un’ora e mezza di dialogo incentrato sull’allenamento ogni giorno, gli sembrava di aver fatto progressi, ed invece:
«All’improvviso mi disse di voler cementificare questo nostro accordo andando ad un party e brindare all’accordo, così potevamo far partire questo patto basato su sani principi. Gli dissi di no, che bisognava solo andare tra le braccia di Morfeo. Intendevo andare a dormire. Lui mi guardò stranito e mi chiese chi fosse questa Morfeo. Credeva parlassi di una ragazza del torneo.»
Chi è il capo?: Dal suo racconto è chiaro come non fosse facile il suo rapporto con entrambi i Tomic, era in mezzo a due fuochi in conflitto:
«John mi ha chiesto di giocare un set contro Bernard. Mi ha chiesto di giocare al massimo delle mie capacità. Mi ha detto che se avessi vinto più di tre game, Bernard avrebbe dovuto correre fino a casa. Bloccato tra la paura che provavo per John e la compassione verso Bernard, ho giocato al meglio per paura di una ritorsione nei miei confronti e vinsi il set. Bernard era furioso con me, ruppe una racchetta ed il padre gli ordinò di correre fino a casa.. che gran atmosfera.»
I Tomic rompono molte racchette: L’unico momento in cui si può ricordare Bernard che rompe una racchetta fu a Wimbledon del 2012. Nel primo turno l’australiano perse da David Goffin e sollevò una grande zolla d’erba che l’All England Club lo convocò per chiedere spiegazione di questo suo atteggiamento antisportivo. Ma secondo il racconto di Drouet si è capito che entrambi non avevano particolari freni a rompere le racchette durante gli allenamenti. Però mentre Bernard lo faceva per sfogare la propria rabbia e la frustrazione, suo padre John lo faceva proprio per impedirgli di giocare.
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