Dal nostro inviato a New York
Gianluca Atlante
New York – C’è chi molla la presa e chi no. C’è chi va in campo, alle 11 del mattino di New York, e dimostra di non essere, forse, mai scesa dal letto e chi, invece, si rimbocca le maniche, risale la corrente, finendo con l’arrivare in meta. E’ la storia di questo giovedì mattina a Flushing Meadows. E’ la storia di Sara Errani e Roberta Vinci. Divise tra Arthur Ashe e campo numero otto. Ma, anche e soprattutto, da un destino diverso in questo Open degli Stati Uniti. Lo scorso anno, lo ricordiamo, giocarono un quarto di finale storico per il nostro tennis in “gonnella”.
Oggi, a godere, è soltanto la tarantina, brava a tenere duro, a rincorrere un cliente sempre molto pericoloso come la mancina ceca, Lucie Safarova, sino a domarla dopo un’ora e quaranta minuti: 4/6 6/1 6/2 il punteggio finale in favore della numero 10 del tabellone. E chissà che al terzo turno, questa quarta ed ultima prova dello Slam, di derby italiano non ne proponga un altro. In attesa, ovviamente, che Karin Knapp, e ce lo auguriamo, faccia sino in fondo il proprio dovere. Intanto, però, la nostra “Robertina” ha dimostrato di avere cuore e carattere da vendere. Non è partita bene, tutt’altro, ma poi ha finito per dominare il match, lasciando davvero le briciole alla Safarova. L’azzurra è arrivata a questo confronto, forte di un 3-1 nei precedenti confronti, l’ultimo dei quali disputato e vinto dalla Vinci sulla terra rossa di Palermo in Fed Cup. Quello che più ha fatto piacere, e crediamo anche alla tarantina, è il fatto che dopo il passaggio a vuoto del primo set, non c’è stata più partita. Con la Vinci a dominare in lungo e in largo la scena.
“Preferisco parlare di me, di quanto accaduto in campo contro la Safarova, di una partita vinta in rimonta contro una giocatrice molto forte”. Roberta Vinci ha il volto un tantino corrucciato quando le chiediamo della situazione un tantino critica in cui versa la sua amica e compagna di doppio, Sara Errani. Come a dire, giustamente, che se c’è da parlarne, lo faranno loro due, lontano da occhi indiscreti. E il match con la Safarova? “E’ stata dura. Lei all’inizio è partita forte, molto forte. Io, però, sono stata brava a reggere l’urto. Le partite, del resto, sono lunghe. Bisogna avere pazienza e aspettare il momento giusto. Anche perché lei è una che tira forte, ma sbaglia anche molto. E così è successo nel secondo e terzo set. Sono contenta, davvero contenta. Diciamo che mi do un bel otto e mezzo, un voto alto perché ho vinto una partita in rimonta, contro una giocatrice brava”. E ora il derby con la Knapp, brava a superare la Vesnina in due set. “Karin sta giocando davvero molto bene e, come tutti i derby che si rispettino, sarà una partita molto particolare. Da parte mia, cercherò di affrontarla nel migliore dei modi. Le sensazioni, a maggior ragione dopo il match vinto oggi, sono davvero buone”.
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