Wimbledon, tra ritorni e sorprese è caccia alla finale

Poco più di un'ora al via delle semifinali femminili di Wimbledon: la rediviva Muguruza sfida la sopresa Rybarikova, Venus Williams per stupire ancora contro la beniamina di casa Konta.

Quattro semifinaliste diverse rispetto a quelle di Parigi, di queste solo una era presente tra le migliori quattro in Australia. Come al solito il circuito femminile è straordinario nel mischiare le carte per poi tirar fuori dal mazzo nomi più o meno a sorpresa. A partire dalle 14 ore italiane sul Centre Court di Wimbledon ci si gioca un posto per la finale di sabato: Garbine Muguruza e Magdalena Rybarikova saranno le prime a scendere in campo, a seguire toccherà a Venus Williams e Johanna Konta.

[14] Garbine Muguruza vs Magdalena Rybarikova

Precedenti: 2-2

2013, Australian Open, primo turno: Muguruza b. Rybarikova 4-6 6-1 14-12
2013, Parigi, ottavi di finale: Rybarikova b. Muguruza 3-6 6-1 6-3
2013, Indian Wells, terzo turno: Muguruza b. Rybarikova 6-4 6-0
2015, Birmingham, primo turno: Rybarikova b. Muguruza 6-3 6-1

L’avevamo lasciata a Parigi, in lacrime nella conferenza post partita dopo la sconfitta contro Kristina Mladenovic, la ritroviamo in semifinale a Wimbledon proprio quando sul suo angolo non c’è Sam Sumyk – anche se non sono arrivate notizie su una possibile chiusura del rapporto – ma soltanto Conchina Martinez. Garbine prova a risorgere e archiviare il momento più difficile della sua giovanissima carriera: il crollo al Roland Garros le era costato la top 10, che è già certa di ritrovare a prescindere da come terminerà il suo torneo. Dopo aver battuto l’ormai ex numero 1 Kerber e successivamente Kuznetsova, ora va a caccia di una finale che le manca da oltre un anno. Per bissare quanto fatto nel 2015 dovrà battere una giocatrice risorta dopo mesi di assenza e che a Wimbledon non aveva mai fatto bene. Curioso, perché Magdalena Rybarikova – nata a Piestany come la connazionale Cibulkova – sull’erba sa giocare molto bene e non a caso su questa superficie ci ha vinto il primo dei suoi quattro titoli, battendo Li Na nella finale di Birmingham del 2009. Ai Championships invece nelle precedenti nove partecipazioni aveva raccolto otto sconfitte al primo turno, con l’unica eccezione nel 2015 quando vinse due partite nel tabellone principale. Fuori dalle prime 400 del mondo a marzo dopo ben 8 mesi di stop per infortunio, la slovacca ha fatto fuoco e fiamme nei tornei erbivori di preparazione vincendo due ITF e raggiungendo la semifinale nel WTA di Nottingham. Arriva al match con Muguruza con un parziale di 18 vittorie e 1 sola sconfitta sull’erba in questo 2017, ovviamente non è favorita ma non lo era neanche contro la prossima numero 1 del mondo Karolina Pliskova. Eppure…

[10] Venus Williams vs [6] Johanna Konta

Precedenti: 2-3

2015, Wuhan, quarti di finale: Williams b. Konta 6-4 3-6 7-5
2016, Australian Open, primo turno: Konta b. Williams 6-4 6-2
2016, Stanford, finale: Konta b. Williams 7-5 5-7 6-2
2017, Miami, semifinale: Konta b. Williams 6-4 7-5
2017, Roma, ottavi di finale: Williams b. Konta 6-1 3-6 6-1

L’unica superstite a vantare almeno un titolo a Wimbledon è Venus Williams, che su questi campi ha vinto cinque volte e insegue una finale lontana ormai otto anni: era il 2009 quando perse il derby con la sorella Serena. A 37 anni Venus ci prova ancora, ha già dimostrato di potercela fare qualche mese fa in Australia e si è tolta lo sfizio di battere la campionessa dell’ultimo Roland Garros. Di fronte però ha una giocatrice che sarà sospinta dall’intero campo centrale, contro cui fa fatica e che l’ha già battuta in uno Slam. Al primo turno dell’Australian Open 2016 Johanna Konta era lontanissima dall’essere ciò che è adesso e se all’epoca la semifinale era stato un risultato del tutto inaspettato, quest’anno a Wimbledon la pressione non le mancava. Nonostante questo è venuta fuori anche da situazioni complicate, come negli ottavi contro Caroline Garcia ma soprattutto al secondo turno contro Donna Vekic, che l’aveva battuta pochi giorni prima nella finale di Nottingham. La spinta del pubblico potrà essere ancora fondamentale per portarla lì dove una britannica non arriva da quaranta anni esatti, da quando Virginia Wade battè Betty Stove nella finale del 1977.

 

 

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