Australian Open

Swiatek e Gauff: buon esordio. Osaka vince e ritrova Muchova

È cominciato l’Australian Open delle giocatrici, soprattutto una, viste come principali antagoniste a un eventuale terzo successo consecutivo di Aryna Sabalenka. Sia Iga Swiatek sia Coco Gauff hanno così superato il loro esordio senza eccessivi affanni ma senza prove pulitissime, fattore magari nemmeno troppo negativo considerando che siamo proprio all’inizio dello Slam però nei 6-3 6-4 a Katerina Siniakova per la polacca e 6-3 6-3 a Sofia Kenin della statunitense ci sono stati aspetti da segnalare sia in positivo sia in (parzialmente) negativo.

Per la numero 2 del seeding è stata una partita condotta quasi sempre avanti nel punteggio pur contro un’avversaria che cercava appena possibile di mettere i piedi in campo e il peso sulla palla per colpire piatta il più profondo possibile. Già al quarto game risaliva da un 15-30 pizzicando gli incroci, facendo capire di essere abbastanza al limite e per essere Swiatek dal game successivo ha applicato quasi sempre quella pressione che serviva per arrivare con regolarità alla palla break. Dal canto suo, Iga è parsa lavorare abbastanza con la tenuta del dritto nello scambio “pesante” per contenere un’accelerazione piatta e profonda sulla diagonale destra, accettando anche il cambio dell’avversaria nel caso di un rovescio lungolinea per alzare la traiettoria del proprio dritto verso l’incrociato, cosa non tanto utilizzata in precedenza. Soprattutto, da quando ha trovato più facilità in risposta, è sembrata voler giocare ogni risposta senza prendere veri rischi. Oggi lo poteva fare visto anche come la sua avversaria forzasse tanto, un po’ come Gauff che ha avuto ottimi numeri al servizio sulla prima palla e ricavava più facilmente degli errori gratuiti dall’avversaria, trafitta anche da 12 ace.

I punti non particolarmente ottimali sono, per le due, diversi: Swiatek nel primo set si è fatta scappare un game al servizio sul 4-2 dove era avanti 40-0. Non ha vere colpe per l’impostazione di quasi tutti i punti, perché Siniakova ha preso righe su righe colpendo bene palle nemmeno comode. Nel secondo parzilae invece, dal 2-0 e palla del 3-0 e servizio si è bloccata. La ceca ha pizzicato un nastro fondamentale per rimanere a galla e poi ha fatto un controbreak nato da un colpo troppo stretto della polacca sul 15-15 che si è presa due pesanti risposte vincenti e ha allargato le braccia dando il via a una fase di scoramento finita solo dopo qualche minuto. Il game sul 2-3 l’ha rimessa con la testa in partita e sul 3-3 ha colto il break decisivo pur rischiando di vanificare tutto col dritto lungolinea sbagliato (uno dei rari, ma il secondo consecutivo in quel momento) dove aveva cercato male la palla ed era in ritardo. Dal 4-3 però è filato tutto come meglio non poteva, con la sua prima palla a darle otto punti su otto giocati.

Gauff, d’altro canto, ha vissuto una fase più particolare. Ha rischiato nei fatti poco, davvero poco, ma in almeno un paio di game per set può dirsi fortunata per come siano girati dei punti chiave. Rispetto alla United Cup è parsa almeno un passo indietro, sia psicologico sia nel campo e il dritto che voleva forzare nella spinta era troppo spesso falloso con la palla che si spegneva a metà rete. Oltre 30 gratuiti per lei e ben nove doppi falli, con un rendimento sulla seconda palla addirittura sotto al 30%. Kenin non ne approfittava, anche perché in risposta comunque faticava a leggere i vari servizi. Buon per Coco, ma non è tanto una questione dei suoi piazzamenti perché questo fattore è forse la pecca principale della sua rivale odierna che costantemente si vede subire ace e servizi vincenti in numero ben maggiore che tante altre. Anche 10 giorni fa, ad Auckland, Clara Tauson contro di lei ha fatto segnare 26 ace, record assoluto per la danese.

Al prossimo turno per Swiatek ci sarà Rebecca Sramkova, altra avversaria scomoda su campi veloci, che imposterà una partita simile a quella di Siniakova oggi ma con un dritto più incisivo. Per Gauff invece un match sulla carta più agevole contro Jodie Burrage.

L’altro grande match femminile di giornata è quello che ha chiuso il programma sulla Rod Laver Arena, dove Naomi Osaka si è presa la rivincita su Caroline Garcia e 12 mesi dopo la sconfitta al primo turno dello Slam australiano le due si sono ritrovate e la giapponese ha prevalso. Un 6-3 3-6 6-3 piuttosto duro per l’ex numero 1 del mondo, che è parsa in difficoltà fin dall’inizio del secondo parziale e corta di energie anche nel set decisivo ma ha trovato il guizzo giusto sull’1-1 e da quel momento, venendo a capo di almeno due game al servizio molto laboriosi e delicati, è riuscita a prendere la vittoria. Garcia invece ha qualcosa da recriminare: perso il set d’apertura aveva spostato la partita sui suoi binari grazie a un break improvviso a inizio seconda frazione e che aveva condotto abbastanza tranquillamente fino al traguardo e, nel terzo parziale, sembrava poter replicare quanto fatto un anno fa. Il passaggio a vuoto per lei è stato significativo, perché era avanti 30-0 nel terzo gioco ed è bastato relativamente poco a Osaka per prendersi il break decisivo, giocando perlopiù sul contropiede. Entrambe non son sembrate al loro meglio da quel punto di vista e la lucidità è venuta sempre meno fino al traguardo, con Naomi che ora dovrà recuperare quanto più possibile per affrontare al prossimo turno Karolina Muchova (6-1 6-1 contro Nadia Podoroska), colei che la sconfisse all’ultimo US Open

Diego Barbiani

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