Sinner 10 e lode
Dieci e lode è un voto impegnativo, quindi per non fare la figura dei soliti italiani “chitarra mantolino” (cit.) abbiamo fatto il possibile per evitarlo. E quindi prima delle Finals ci siamo detti “vabbè è da 10, ma non si può dare la lode se non mette il sigillo in questo torneo”. Detto, fatto. E senza perdere mezzo set!
Ma non ci siamo arresi. Venendo meno alla parola data abbiamo preso a pretesto persino la Davis. “Non si può dargli la lode se non rivince l’insalatiera”. Argentina, Australia e Olanda spazzate via come il Pizzighettone al cospetto del Real Madrid.
Quindi, alla fine, siamo usciti con le mani in alto, arrendendoci all’evidenza. Due slam, tre Masters 1000 e le Finals di Torino, per un totale di 8 titoli, la ciliegina della Davis e lo strabiliante record di 73 partite vinte e 6 perse (92,4%). Manco a dirlo, è ininterrottamente numero uno del mondo dal 10 giugno 2024 e lo resterà sicuramente anche dopo il prossimo Australian Open.
E dopo? Tutto dipenderà dalla fatidica decisione del TAS. Già, perché tutto questo è avvenuto anche con la spada di Damocle dell’accusa di doping penzolante sulla testa.
Ripensandoci, ma proprio non si può dare più di 10 e lode?
Zverev: 8+
Partiamo dai “pro”: ha vinto tante partite (69), ha conquistato due Masters 1000 (Roma e Bercy), ha fatto una finale Slam (Roland Garros) e ha ovviamente incamerato una marea di punti, altrimenti non avrebbe terminato l’anno come numero 2 del ranking Atp.
I “contro”: a fronte di tante vittorie ci sono anche tante, troppe sconfitte (21); continua il tabù Slam (ancora zeru tituli); dulcis in fundo, non può perdere regolarmente da Fritz quando conta.
Detto ciò, il voto dev’essere per forza alto dal momento che termina la stagione con quasi 8000 punti, ma gli anni passano e il rischio che diventi uno dei più forti di sempre a non aver mai vinto uno Slam è dietro l’angolo…
Alcaraz: 8 e mezzo
L’impressione è che ci sia un po’ troppa severità nel giudicare questo ragazzo. Vale la pena di ricordare che Carlitos ha solo 21 anni e nella non impossibile ipotesi in cui dovesse vincere il prossimo Australian Open avrà già completato il Career Grand Slam!
Vero, il suo rendimento tende sempre a calare dopo lo Us Open e quest’anno, causa Olimpiadi, ha addirittura anticipato i tempi. Ma alla fine dei giochi (non quelli olimpici…) ha vinto il suo primo Roland Garros, si è confermato a Wimbledon e ha trionfato anche a Indian Wells. Non proprio male, si direbbe.
Siete sicuri che Zverev non scambierebbe tutti i suoi punti con questi titoli?
Fritz: 9
Calma! Già vi vediamo col dito accusatore: “Come mai Alcaraz che ha vinto Parigi e Wimbledon prende meno di Fritz che non ha vinto niente di importante?”.
Perché bisogna contestualizzare. Occorre pesare le potenzialità dei due giocatori e cercare di capire chi dei due è andato vicino o oltre i propri limiti. Di Alcaraz abbiamo già detto: ottima prima parte di stagione, con picco tra Parigi e Wimbledon, inizia l’anno da numero 2 e lo termina da numero 3. Fritz – che ha già potenzialità infinitamente inferiori a quelle di Carlitos – inizia l’anno da numero 10 e lo termina al numero 4. In mezzo c’ha messo la sua prima finale Slam e quella alle Finals di Torino (con grande gioia di Sinner in entrambi i casi). Premesso che non crediamo riuscirà a confermarsi a questi livelli, per quest’anno il 9 se lo merita tutto!
Medvedev: 6 e mezzo
Probabilmente il suo 2024 era già iniziato alla fine del 2023, quando aveva iniziato a prendere le prime bastonate da Sinner. Poi la svolta, quella vera, è arrivata a Melbourne, quando non è stato capace di capitalizzare un vantaggio di due set in finale contro Jannik e da lì è sembrata iniziare non solo un’altra stagione, ma proprio un’altra carriera.
Nel momento in cui scriviamo, sembra proprio non avere più armi contro Sinner e Alcaraz, tanto da dare l’impressione che entri in campo già rassegnato al peggio.
Avrebbe bisogno di qualcuno, un’anima pia, che glieli butti fuori entrambi e allora, ne siamo certi, lui a differenza di Zverev saprebbe ancora approfittarne.
Ma visto l’andazzo le possibilità che quei due cicchino lo stesso grande appuntamento assieme sono prossime allo zero. Come le possibilità che Andrii torni a vincere uno Slam.
Djokovic: 7
Aveva due grandi obiettivi a inizio anno: vincere lo Slam numero 25, staccando anche Margareth Court in testa a questa speciale classifica; vincere le Olimpiadi, ovvero il solo grande titolo che ancora gli mancava.
Il primo obiettivo l’ha fallito, per colpa dei due giovanotti che dominano e domineranno chissà ancora per quanto il tennis mondiale. Ma anche per l’infortunio al ginocchio occorsogli a Parigi (e che non gli ha comunque impedito di fare finale a Wimbledon soltanto poche settimane dopo).
Ma l’obiettivo degli obiettivi l’ha centrato in pieno, trionfando alle Olimpiadi superando in una finale PER-FET-TA il favoritissimo Alcaraz.
A Melbourne va tenuto d’occhio con grande attenzione, perché se c’è uno Slam dove può ancora tentare il colpaccio è proprio quello.
Tsitsipas: 5
Inizia l’anno da numero 6 e lo finisce fuori dai dieci, al numero 11. Vince un solo titolo, a Monte Carlo e pure mezzo rubacchiato, con quella non-chiamata assassina sul doppio fallo che lo avrebbe mandato sotto di due break nel set decisivo contro Sinner.
I problemi col rovescio, lungi dall’essere risolti, sono persino aumentati.
Ma il problema più grande sembra essere nella sua testa. Dà quasi l’impressione che il tennis per lui non sia più una priorità. Sarebbe un peccato perché uno Tsitsipas al top sarebbe ancora un gran bel vedere.
Rune: 4
Il talento non si discute, ed è ancora molto giovane (21 anni). Detto ciò, deve capire cosa vuol fare della sua carriera. Smetterla di cambiare i coach come le camicie e dare seguito con convinzione ad un progetto tecnico in cui crede.
Quest’anno nei tornei dello Slam non è mai andato oltre gli ottavi di finale e, più in generale, il massimo risultato raggiunto in carriera sono i quarti di finale. Anche i tornei minori non hanno dato soddisfazioni, tanto da terminare l’anno a zero titoli. Per uno che era annunciato come il rivale più pericoloso per Sinner e Alcaraz un po’ pochino…
Musetti: 7=
Alla fine non vince nessun titolo, ma inizia l’anno da 27 e finisce da 17. E a questi livelli dieci posizioni conquistate non sono affatto poche. Ha avuto ottimi piazzamenti, con i picchi della semifinale di Wimbledon e della medaglia di bronzo ai Giochi. Ma anche parecchie sconfitte (record 40-28), molte delle quali evitabili. Ci aspettavamo molto di più sulla terra, invece ha fatto il fenomeno sull’erba. E se l’anno prossimo arrivasse un exploit sull’amata terra che fu?
Cobolli: 8
Inizia l’anno da numero 101 del mondo, lo termina da 32. Ma soprattutto ha mostrato progressi incredibili non solo in tutti i settori del gioco, ma anche e soprattutto nella mentalità con cui affronta le partite. Speriamo che continui nella sua crescita impetuosa, magari centrando qualche exploit in qualche grande torneo.
Berrettini: 6 e mezzo
Finalmente è tornato! Dopo i mille problemi fisici degli ultimi anni, abbiamo potuto rivederlo con un po’ di continuità, con tre titoli vinti e la ciliegina finale della Davis vinta da protagonista assoluto (per noi MVP di Malaga). È mancato negli Slam e nei 1000, ma chissà che non si la sorpresina che si è riservato per il prossimo anno…
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