Per chi non lo avesse ancora capito, Jannik Sinner è il nuovo dominatore del tennis mondiale. Novak Djokovic, dopo anni di assoluta tirannia, ha finalmente trovato il suo degno erede.
Questo Us Open ha dimostrato, anzi certificato, l’assoluta forza dell’altoatesino più a livello mentale che a livello tecnico, ma non ha importanza. Sinner nelle difficoltà ci sguazza, si esalta, Mentre gli altri crollano, lui si eleva. Gli altri sbagliano, lui no. Anche Jannik ha dei passaggi a vuoto, certo, ma durano poco, pochissimo, e sembrano quasi calcolati.
Daniil Medvedev, che è il più pericoloso avversario sul cemento in questo momento, è stato battuto le ultime 5 volte proprio nella superficie amata dal russo, che da fine 2023 ha battuto Jannik solamente sull’erba, e in condizioni del tutto particolari.
Paradossalmente, questa enorme differenza con gli altri si è visto forse nel momento peggiore, per Sinner, ovvero dopo il forfait olimpico e nella trasferta americana. Dopo la sconfitta con Rublev, a Montreal, Sinner ha vinto Cincinnati giocando un tennis non certo al massimo delle due possibilità, e lo stesso ha fatto e sta facendo in questi Us Open.
Gli avversari, quando c’è lui in campo, sembrano partire battuti, esattamente come succedeva ai tennisti contro Djokovic, anche quando il serbo non era al meglio. Medvedev ha fatto oltre 50 errori gratuiti, una marea di rovescio, ammettendo che era teso: lo era perchè dall’altra parte c’era Sinner.
Quanti slam Djokovic ha vinto, negli ultimi anni, pur non giocando il suo miglior tennis? Non pochi. Lo stesso è destinato, o meglio potrebbe essere, destinato a fare Sinner. Certo, Jannik ha 23 anni, e certamente il suo tennis salirà di livello dopo questo periodo faticoso, ma non ha nemmeno più così tante importanza. E’ tale il dominio mentale che Sinner ha su tutti i suoi avversari che non c’è nemmeno bisogno di sprecarsi troppo. F
Jannik, e ovviamente Alcaraz, hanno definitivamente smascherato il bluff dei vari Medvedev, Tsitsipas, Zverev e compagnia bella: giocatori senza dubbio fortissimi ma non fenomeni, e soprattutto troppo, troppo deboli dal punto di vista mentale.
Certo, c’è Alcaraz, un genio dal punto di vista tennistica ma ancora troppo giovane (21 anni) per essere continuo, e che è di fatto l’unico vero grande avversario che Sinner avrà almeno per un paio di anni, in attesa che qualcuno di ancora più giovane spunti o si confermi qualcun’altro. Rune, ad esempio, ma sembra ingabbiato in una famiglia troppo ingombrante per spiccare veramente il volo.
Alcaraz, per adesso, sembra destinato ad essere un pò il Nadal di Sinner, che potrebbe diventare, a livello numero e di continuità, quello che Federer è stato tra il 2004 e il 2007 o quello che Djokovic. Sarà forte quanto l’azzurro, lo spagnolo, o persino più forte, ma come continuità è distantissimo dall’altoatesino, ora come ora, e il distacco in classifica lo dimostra (oltre 3000 punti). Forse l’azzurro non avrà il livello di quel Federer e di quel Djokovic, a livello di gioco, ma tant’è: l’era Sinner è appena iniziata.
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