[12] J. Paolini b. [4] E. Rybakina 6-2 4-6 6-4
Incredibile risultato nel primo quarto di finale del giorno sul Philippe Chatrier, con Jasmine Paolini che riesce nella grande impresa e batte Elena Rybakina 6-2 4-6 6-4 in poco più di due ore di gioco. Un risultato che è storia, perché diventa così la quinta azzurra a qualificarsi per la semifinale del Roland Garros e la quinta, da lunedì prossimo, a entrare in top-10.
Delusione enorme, invece, per la numero 4 del seeding che ha buttato alle ortiche con una brutta prestazione la chance di giungere a sua volta tra le migliori quattro dello Slam parigino, traguardo che le era sfuggito in volata anche nel 2021 quando perse 9-7 nel terzo set contro Anastasia Pavlyuchenkova. Oggi, per lei, è stata probabilmente la partita peggiore della stagione per le aspettative, il ruolo di favorita che poteva esercitare e un percorso fin qui quasi senza intoppi. Un match che fin dall’inizio però si è tremendamente complicato per lei, che ha trascorso la prima ora a girare per il campo spenta, lenta e arrabbiata con se stessa.
Paolini sta vivendo una stagione fin qui impensabile. Un sogno, una favola. Un titolo WTA ‘1000’ in singolare, uno in doppio in casa a Roma, un primo ottavo di finale Slam in un torneo come l’Australian Open dove non aveva mai vinto una partita in precedenza e ora questa splendida corsa al Bois de Boulogne arricchita da questa giornata conclusasi con lei a mettere la mano destra con quella sinistra a formare un cuore verso il pubblico che a un certo punto ha preso la sua parte, da under-dog, e si è fatta portare là dove l’aria comincia a essere abbastanza rarefatta.
Il match in sé è stato segnato da grandi momenti di tensione soprattutto per la kazaka, che per la prima ora si è presentata in campo come peggio non poteva. Non l’ha aiutata nemmeno il controbreak per il 2-2, perché Jasmine era ancora molto attiva coi piedi ed efficace da fondo nello spostarla e scegliere bene la traiettoria col dritto incrociato. Il break del 4-3 e il buon inizio col servizio sembravano avvicinarla ancor di più al successo, ma dal 40-15 qualcosa si è inceppato. Il game si è riaperto per due buone risposte della kazaka e lì Jasmine ha un po’ stentato, forse sentendo per la prima volta vicino il grande traguardo. Nella lunga serie ai vantaggi ha finito per cedere e, pur senza brillare, Rybakina passava avanti nel punteggio e riapriva un game in risposta dove era dietro 30-0 cominciando per la prima volta a spingere in maniera un po’ sostenuta e ad avanzare nel campo mentre Paolini perdeva metri rispetto alla linea di fondo.
Si aprivano così le porte di un terzo set molto incerto, certificato anche dai tanti break e controbreak nelle prime fasi dove nessuna delle due riusciva ad allungare. C’erano errori, sprazzi di buone giocate, ma in quel momento sembrava che la tensione stesse avendo la meglio su entrambe. Così, di colpo, sono arrivati quattro game ben tenuti col servizio da parte di entrambe dove l’unica che ha rischiato qualcosa è stata l’azzurra sul 2-3, tirandosi però su da una delicata situazione di 40-40 senza concedere palle break. Sul 4-4, con Rybakina che fin lì era sopra l’80% di prime palle in campo e cominciava col decimo ace della sua partita, sembrava un nuovo turno di battuta indirizzato e invece Paolini, tornando a spingere bene col rovescio diagonale, si è ritrovata 15-30. Elena, incerta in entrambi i casi e sbagliando cercando per prima il cambio sul lungolinea, affossava successivamente un nuovo dritto sotto al nastro e perdeva la battuta mettendo lungo l’ultimo dritto in lungolinea.
Sul 5-4, al servizio per il match, Paolini non ha mai tremato. Prima ha tenuto alta la traiettoria di dritto facendo perdere di nuovo controllo all’avversaria, poi sul 15-15 ha giocato con bravura un nuovo rovescio incrociato senza andare a tutta ma piazzandolo molto profondo. Sul 30-30, invece, ha spinto col dritto di nuovo verso l’incrociato e nell’ultimo braccio di ferro da fondo ha trovato la profondità che ha sbilanciato la kazaka e l’ha portata all’errore decisivo. Jasmine aveva forse bisogno di un’avversaria che non sembrasse vicina ai suoi massimi per provare a costruire la sua impresa. E oggi, tutto il lavoro di una carriera ha pagato. Domani è un altro giorno e vedrà chi avrà di fronte tra Mirra Andreeva e Aryna Sabalenka, ma ormai stiamo parlando di qualcosa di oltre l’immaginabile.
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