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Esclusiva, Robson: “Sinner eroe per l’Italia”. E su Paolini e Swiatek…

Siamo alla vigilia del Roland Garros 2024, col sorteggio in programma giovedì alle 14 in diretta sui portali di Eurosport e Discovery+. Per l’occasione siamo riusciti a intervistare in esclusiva Laura Robson, ex numero 26 del mondo a livello WTA e ora protagonista con il team di Eurosport da inviata durante i tornei dello Slam ma che di recente è stata anche nominata direttrice del torneo di Nottingham, primo passaggio sull’erba della stagione 2024.

Con Robson abbiamo approfittato per parlare non solo della situazione ai vertici della classifica WTA in ottica Slam parigino ma siamo riusciti anche a chiedere qualcosa per quanto riguarda il tennis italiano dove sta impazzando la Sinner-mania, in attese di conferme ufficiali sulla sua presenza in campo al Bois de Boulogne, ma anche di Jasmine Paolini che a maggio ha già messo in bacheca un WTA 1000 in singolare e uno in doppio.

Qui sotto proponiamo sia intervista video sia la traduzione, questi i passaggi riassunti

0:00 — inizio e racconto di Robson sul ruolo di direttrice del torneo di Nottingham e come organizzare il doppio impegno con il Roland Garros

5:37 — inizio analisi momento WTA, avvicinamento al Roland Garros, la figura di Iga Swiatek e le possibili rivali

13:32 — Sinner e la Sinner-mania esplosa in Italia

17:34 — Paolini e i suoi exploit nel 2024

Ciao Laura, son contento di ritrovarti. Prima di cominciare vorrei farti le congratulazioni perché ho letto che sei stata nominata direttrice del torneo di Nottingham. Mi puoi parlare un po’ di questa novità?
A dir la verità per me è il secondo anno a Nottingham. Prima avevo fatto diciamo apprendistato, ho affiancato anche il direttore del torneo al Queen’s per il torneo ATP, e poi anche a Miami. Ho cominciato un paio d’anni fa come direttrice del torneo in alcuni ITF. Ho fatto un 25K e poi un 50K e così ho raccolto un po’ di esperienza. Penso che non dovresti andare diretto nel circuito WTA perché è un salto abbastanza grande e probabilmente grazie a quel mio background ho anche avuto sufficiente fiducia nelle mie abilità per quel ruolo. Il tempo che ho passato a Nottingham è stato davvero utile, e lo scorso anno andò tutto davvero bene. Abbiamo avuto una settimana stupenda per i britannici: Andy (Murray, nda) ha vinto il Challenger tra gli uomini, Katie (Boulter, nda) ha vinto (il 250, nda) tra le donne e abbiamo avuto tutte ragazze britanniche in semifinale. Così dal punto di vista del direttore del torneo questo è stato fantastico perché abbiamo fornito un ottimo spettacolo al pubblico per tutta la settimana e tutti erano davvero contenti. E pure quest anno. Lo scorso anno a livello di biglietteria abbiamo fatto 77% in più. Credo molti siano arrivati per seguire Andy, e forse hanno scoperto un torneo femminile molto accessibile, un torneo davvero carino per gli spettatori, con la possibilità di fornire un’ottima esperienza ai fan con più campi accessibili con un biglietto ground. Così sì, sono davvero emozionata. Dovrò lasciare il Roland Garros prima perché devo raggiungere Nottingham nella seconda settimana ma sì, dita incrociate, spero vada tutto bene. La prima cosa che mi chiedono le persone è sempre se ci sarà bel tempo, ma è l’unica cosa su cui non ho controllo. In Inghilterra questo fa tutta la differenza e non avere la pioggia tutta la settimana sarebbe una cosa fantastica.
Volevo chiederti di questo doppio ruolo: lavorare al Roland Garros e avere subito dopo Nottingham, come organizzerai la situazione. Mi hai detto che partirai al termine della prima settimana, ma ora come prepari questi step? È qualcosa di nuovo, diverso?
Credo sia diverso, anche per il mio cervello, che mi aiuta a rimanere un po’ sull’attenti. Per quanto riguarda Nottingham, sai, cominciamo il lavoro a gennaio. È più qualcosa di annuale, sono al National Tennis Center in questo momento e abbiamo gli ultimi resoconti, praticamente, perché il resto del team andrà là al termine della settimana per cominciare l’allestimento mentre io sarò a Parigi. Ma il fatto è che ho veramente un’ottima manager con me, Lexi, che ha anche la mia età e abbiamo cominciato assieme il lavoro al torneo lo scorso anno… sapere che posso essere a Parigi e al tempo stesso che tutto quanto è gestito e organizzato bene rende davvero tutto molto più semplice. Tornerò a casa nel sabato di metà torneo e poi due giorni dopo sarò a Nottingham, il lunedì, per un rapido cambio ma sì voglio essere lì prima dell’arrivo dei vari tennisti e per permettere loro di allenarsi da direi giovedì. Vorrei avere tutto sotto controllo prima che arrivino, ma il torneo si sta preparando nel migliore dei modi. C’è la stessa situazione anno dopo anno ed è un torneo davvero privo di stress, non come magari Wimbledon. Davvero una settimana godibile.

Per il Roland Garros invece lavorerai come detto per Eurosport/Discovery+. Lo scorso anno mi dicevi fosse la tua prima esperienza a Parigi con loro, e adesso ti chiedo cosa davvero non vedi l’ora di rivivere col team?
Mi piace ascoltare le storie che Mats Wilander racconta nello studio quando non lavoriamo, quella è la mia cosa preferita. Anche con Alex Corretja, chiacchiere nonstop, o ogni tanto John McEnroe che parla a sua volta di aneddoti sul tennis… È per me davvero affasciante. Ora mi sembra di essere parte di una famiglia. Ho fatto già un paio di Australian Open con loro, questo è il secondo Roland Garros. Ci conosciamo un po’ tutti e andiamo molto d’accordo tra noi, lavoriamo molto bene come team. Ma sì sono molto emozionata per il tennis, praticamente. Quando tu arrivi a uno Slam, non vedi l’ora che parta. Il day-1 è praticamente come Natale per un appassionato. Ci sono tantissime partite da provare a coprire, tennisti da provare a trovare, e le giornate semplicente volano per noi.

Rileggevo l’intervista che abbiamo fatto lo scorso anno, proprio prima di Parigi, e mi è parso che molti degli argomenti trattati per il torneo femminile siano praticamente gli stessi di quest anno. Mi chiedo allora, per esempio, se senti questa sorta di cambio nella narrativa quando magari prima potevi pensare a chi potesse essere la vincitrice in un tabellone abbastanza aperto mentre ora abbiamo una sorta di ristretta cerchia che può arrivare alle fasi finali e pensare di prendersi il trofeo. Come vedi la situazione fin qui? Abbiamo una grande favorita, ma non è la sola.
Vorrei dire che non sia la sola. Credo che non sia la sola, sì, ma allo stesso tempo mi sembra che abbia una chance piuttosto grossa che possa prendere il torneo. Il che è una bella cosa da dire, perché è bello avere una leader che ha così tanta fiducia nel suo tennis, specialmente sulla terra rossa che pur, sai… Prendi la finale di Madrid, che per me è una delle partite più belle della stagione WTA, e sembra comunque che lei possa avere un altro livello, che possa crescere ancor di più sulla terra, muoversi ancor meglio, migliorare certe cose. Per questo per me è difficile immaginare non possa vincere il Roland Garros ancora una volta, ma il fatto che ci sia chi la spinga ogni settimana come Sabalenka e che riescano a giocare finali su finali, credo sia qualcosa di molto interessante perché lei sa che c’è qualcuna che può darle fastidio e la sprona a continuare a lavorare sui dettagli per non essere mai soddisfatta di come si senta. Sì, è bello per me dire che per il lato femminile abbiamo una chiara favorita, e che dal lato maschile non sia proprio così, con questa narrativa che cambia. Sì, è bello per un fan WTA.

Volevo parlare infatti del ruolo che Swiatek ha anche verso le altre giocatrici del circuito perché, per esempio, a Stoccarda Marketa Vondrousova stava parlando a proposito di Iga e della stagione su terra al via che sarebbe stata spaventosa. Avverti anche tu che lei possa essere vista non solo come la giocatrice col numero 1 accanto a sé ma che abbia anche ottenuto enorme rispetto dalle altre per quello che ha realizzato? Volevo dire che possa ‘intimidire’ ma non è la parola giusta, però sì con più rispetto di prima.
Sì son d’accordo, non penso che le altre siano intimidire, ma al tempo stesso ci sia una sorta di apprezzamento per quanto sia brava sulla terra, e Marketa non è nemmeno la sola, c’è stata anche Keys, Badosa… sempre più giocatrici stanno riconoscendo che è (di un livello, nda) assurdo sulla terra. Sembra che abbia davvero tutte le risposte, tu puoi pensare di star giocando bene e perdi magari 6-2 6-3 e tu esci dal campo e pensi ‘Che cosa è successo? Cosa ho fatto di male?’. La risposta per molte giocatrici è: non molto, lei è semplicemente così tanto più brava, soprattutto su una superficie lenta. Credo che magari più tenniste possano avere possibilità per esempio a Madrid, dove la terra è più veloce e sai, le palle volano nel campo di più lungoe a Parigi il rimbalzo è un po’ più duro, ma in fondo è pure un testamento per Iga, per come gestisce la pressione di essere quella da battere tutte le settimane. Ogni torneo in cui gioca è la favorita, quella che tutte prendono di mira e vogliono battere e comunque non sembra un problema per lei. Lei semplicemente sta riuscendo a gestire tutto davvero bene. Mi piace questo. Pure il fatto che divenne numero 1 perché Barty si è ritirata e lo è tutt’ora, dimostra quanto grande sia.

Per quanto riguarda le maggiori rivali, almeno in termini di ranking, Aryna, Elena o anche Coco… Dove credi sia la possibile chiave per costruire qualcosa? Perché la sensazione è che se vanno all’80/90/100% del loro livello poi rischiano di avere quel calo che poi vede Iga approfittarne. Così, dove pensi possano davvero contrastarla?
Penso che Sabalenka con ogni match mi sembra stia imparando qualcosa. Però per dire, davvero, non vedo come lei sia solo una giocatrice ritenuta una grande colpitrice: ha molta varietà, forse le persone non l’apprezzano tanto. Lei si muove davvero bene e credo che riuscirà a farcela come ce l’ha fatta su altre superfici. Probabilmente sulla terra ci vorrà un po’ più tempo, ma qui tu impari a rallentare un po’ il tutto, magari a essere migliore nell’aggressività se questo ha senso. Stavo guardando alcune sue partite a Roma e mi sembra come che abbia voglia di colpire un vincente quasi subito mentre con qualcuna che si muove così bene dall’altra parte della rete tu hai bisogno forse di giocare un paio di colpi in più. Però sì credo che una volta che arriverà questo sarà tutto più semplice. Però sì, penso ancora che se Iga abbia una cattiva giornata, allora Sabalenka possa anche batterla, Coco pure. Non è irraggiungibile, ma devono continuare con quest abitudine di arrivare in fondo e avere la chance di affrontarla perché lei è così costante che ci arriverà.

Quando sei a bordo campo a osservare queste giocatrici, mi chiedo se anche tu hai cominciato ad avvertire una carica diversa dal pubblico. Per esempio durante queste parte, che siano Swiatek contro Sabalenka o altri match tra queste big, se senti che per esempio ci sia un coinvolgimento diverso da parte dei fan rispetto ad altre occasioni.
Direi proprio di sì. Penso tutto sia cominciato con la finale dell’Australian Open dello scorso anno con Sabalenka e Rybakina per quelle fantastiche 3 ore, 3 ore e 15, che penso sia durata ed è come se le persone abbiano recepito bene e pensato: ‘Questa qualità è fantastica’. E poi per loro essere piuttosto costanti e raggiungere spesso semifinali, finali, e cominci a seguire maggiormente i nomi e probabilmente questo è quanto è mancato un po’ alla WTA negli anni precedenti. Abbiamo sempre avuto grandi nomi, ma ora sembrano essere fisicamente davvero continue che possono giocare i ‘500’ come i ‘1000’ o gli Slam e tu hai davvero idea di quanto siano continue durante l’anno e probabilmente questo aiuta (lo spettacolo, nda) quando arrivano in finale. Possiamo riprendere i risultati di quest anno, lo scorso anno, e vedere quanto hanno fatto. Non so, per me c’è molto più hype al momento per le finali nel circuito WTA di quanto non fosse prima. Ero in campo sia a Indian Wells che a Miami, purtroppo non per Madrid.

Passando un attimo lo sguardo verso il tabellone maschile. Essendo italiano vorrei farti una domanda su Jannik (Sinner, nda) non sul Roland Garros in particolare ma un pensiero su questa sua crescita enorme che ha avuto dallo scorso autunno, ottobre, novembre, e tutto quello che ha ottenuto con il fatto che possa anche essere numero 1 al termine di Parigi. Non abbiamo ancora conferme ufficiali che possa giocare, ma vorrei la tua opinione su come sia cresciuto Jannik in questo periodo.
C’è stata quella battuta sui social media dopo la partita in cui lui vomitò a un cambio campo che quello sia stato il punto di svolta per lui. Credo che lui sapesse bene su cosa lavorare già da prima di quella fase e che lui con Darren abbia avuto una visione a lungo termine dove magari non sai bene quanto ci vorrà prima di avere quel ‘click’, ma quando succede è come se si rompessero gli argini e tu giochi i primi quattro mesi dell’anno senza perdere praticamente una partita. Credo che lui sia stato disposto ad affrontare cambiamenti tecnici, fisici, e soprattutto quelli tecnici sono abbastanza difficili da introdurre nel bel mezzo della stagione. Eppure ha pensato che se questo dettaglio potesse aiutarlo nel giro di sei mesi allora era disposto a farlo. Spesso giocatori non vogliono farlo perché magari vanno incontro a periodi dove non vincono molte partite e non si sentono granché in campo, e quindi sì credo che già aver accettato questo sia una grande qualità nella sua personalità. Credo che da bordo campo sia forse il mio preferito da guardare perché colpisce la palla in maniera veramente pulita, l’impatto suona perfettamente. Ora ha finalmente conquistato uno Slam. Dico ‘finalmente’, sì, anche se lui sia ancora molto giovane, ma sì sembra che lo stesso numero 1 possa essere raggiungibile a un certo punto.
Hai visto qualcosa di come gli italiani erano così euforici già durante le ATP Finals di Torino? Ti aspettavi di vedere tutte queste persone così prese da un unico giocatore, come già impazzissero per lui alle ATP Finals, anche prima di Melbourne e come il paese si sia fermato circa tre giorni dopo quel trionfo?
Penso che l’Italia sia per me un gran paese a livello tennistico in ogni caso, con tanta storia e tanta passione dai fan. Non solo verso i big, ma verso tutti, ovunque giri ci sono campi pieni. È sempre bello, hanno desiderato tanto qualcuno da tifare così e ora hanno qualcuno così costante, deve essere qualcosa di magnifico. Penso che lui possa essere qualcuno che possa trainare verso il gioco non perché sia uno showman in campo, ma perché fa le cose davvero bene ed è capace davvero di ispirare le persone. Se lo guardi come un giovane, o un fan, non puoi non essere esterrefatto da come giochi bene. Lui deve essere un eroe già solo per quanto fatto alla Coppa Davis, prima ancora di Melbourne. Ora riceve enorme supporto ovunque vada, non solo in Italia perché pure a Londra i miei amici mi dicono che vogliono andare a vederlo giocare e sto cercando di rimediare quanti più biglietti possibili.

L’ultima domanda è a proposito di Jasmine Paolini. Abbiamo trovato un campione Slam e di colpo una campionessa WTA 1000 sia in singolare sia in doppio. C’è qualcosa che davvero apprezzi da Jasmine? Non solo riguardo al tennis, ma proprio come persona visto che è una ragazza che ha dovuto davvero lavorare parecchio per essere dove è al momento.
La adoro, ha sempre il sorriso stampato in volto. La ricordo essere felice già solo di essere in un grande torneo. Ricordo anni e anni fa che stavo giocando credo un ITF 100K sull’erba. Lei era nelle qualificazioni, aveva perso e rimaneva lì sperando di prendere un posto nel tabellone come lucky loser e vederla ora dove è arrivata è un cambio come dalla notte al giorno. Sembra che stia cercando di essere un po’ più aggressiva, ma soprattutto la fiducia (che ha guadagnato, nda) perché ha giocato settimana dopo settimana nel circuito challenge e di colpo ti ritrovi a credere di battere le migliori. Ha fatto bene in Australia, poi ancor meglio a Dubai. No davvero, mi piace tanto il modo in cui gioca e credo che abbia buona varità. Si trova bene a venire avanti nel campo, ha buona mano e credo abbia tanto margine di crescita soprattutto col servizio mentre i colpi da fondo sono ottimi, soprattutto il dritto. È davvero bello vedere qualcuno venire dal basso, dai 25K o 50K, e compiere quel passaggio così duro per arrivare poi a vincere grandi tornei.

Diego Barbiani

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Diego Barbiani
Tags: Laura Robson

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