[1] I. Swiatek b. [3] E. Rybakina 7-6(8) 6-2
Come è solito dirsi in questi casi, “Dio solo sa quanto” ci voleva una finale di un grande torneo, nel circuito WTA, tra due delle migliori giocatrici in assoluto in circolazione. Il 2023 ci aveva deliziato con la finale di Madrid tra Iga Swiatek e Aryna Sabalenka, match dell’anno vinto dalla bielorussa, e il 2024 si è aperto col primo WTA 1000 che ha visto di fronte la stessa Swiatek ed Elena Rybakina, divenuta “bestia nera” della polacca con la rapida ascesa degli ultimi mesi e che anche oggi ha mostrato quanto questo confronto sia davvero negativo per la numero 1 del mondo.
In una giornata dal forte vento, che ha spesso condizionato le due tenniste, Iga ha mostrato perché questa era la settimana numero 90 da leader. La testa, nel suo caso, ha fatto tutto per poter mettersi nelle condizioni di chiudere una partita a tratti assurda per quanto resa equilibrata nel punteggio, malgrado l’enorme squilibrio a favore di Rybakina visto fin dai primi punti. E detto così sembra quasi si voglia screditare la kazaka, quando invece meriterebbe ogni applauso possibile perché fino al 7-6 4-2 e 30-30 il match era quasi alla pari. Per concludere quel primo set ci sono voluti 90 minuti. Più e più volte, Iga ha dovuto fare dei miracoli in difesa. E alla fine, pur con un po’ di impaccio sull’ultimo punto, ha portato a casa il settimo WTA 1000 della carriera, il secondo consecutivo dopo quello di Pechino, il diciottesimo titolo nel circuito maggiore portandosi ora solo a -2 dal record (polacco) di Agnieszka Radwanska.
Si potrebbe discutere sul fatto che questa sia la sua vittoria più dura mai ottenuta, e non si andrebbe tanto distanti (in caso) dalla verità. Un 7-6(8) 6-2 arpionato di determinazione e “cattiveria” agonistica, sentendola a più riprese sottolineare con “come on!” o il polacco “jazda!” i punti ottenuti. Arrabbiandosi, sbraitando anche a tratti, sottoponendosi a uno sforzo mentale enorme perché per lei era molto complicato giocare a favore di vento. Oggi più che mai quello era un fattore determinante, e per Iga giocare dal lato “sbagliato” voleva dire perché più facilmente il controllo, ma soprattutto dava modo a Rybakina di spingere ancor di più. E la prima parte di gara le è stata completamente favorevole. L’intero primo set era quasi sempre a suo vantaggio, con addirittura un doppio break avuto sul 4-1, la possibilità di chiudere al servizio sul 6-5, ogni singolo game dell’avversaria che andava ai vantaggi.
Swiatek, fin dal primo game, era in affanno costante. Aveva enorme bisogno della prima palla di servizio, ma non le garantiva punti facili. Elena è partita benissimo, quasi non sbagliando una palla malgrado le condizioni difficili. Nel primo turno di risposta ha annullato da subito il palleggio della polacca, trovando solo colpi nei pressi delle righe e meritando un primo break. Ne arriverà poi un altro sul 3-1 in suo favore, con Swiatek che faticava molto col dritto e andando verso la sua sedia sembrava dire al team: non vedo la palla da come si muove (col vento). Lei è pure stata una che non soffriva tanto queste fasi, basti pensare a come abbia vinto qui per due anni consecutivi e abbia trionfato a Cancun lo scorso novembre. Oggi però tendeva a essere un po’ troppo passiva, quasi pensando a non sbagliare, alzando la traiettoria e regalando dei cioccolatini alla kazaka. Il primo cambio di registro, però, è arrivato quando sul 4-1 30-15 Rybakina ha visto del sangue uscire dalla gamba, fatto che comporta la pausa nel gioco con mto per curare la ferita. Dalla ripartenza, Iga ha vinto i successivi due punti con altrettante risposte di rovescio e, salvando una chance di nuovo break, si portava sul 3-4.
Improvvisamente, trovandosi col vento a favore, anche Rybakina ha cominciato a tentennare un po’ e il dritto è venuto a meno, fattore che peserà poi nell’arco dell’incontro. Sono due giocatrici che per valore assoluto in questo momento sono (da 1 a 10) almeno a 9. Entrambe, sebbene magari per motivi leggermente diversi. Questo per dire come le fasi finali di parziale siano state molto delicate ma davvero appassionanti. Swiatek, col vento a favore, non riusciva a difendere la battuta perdendo per la terza volta il servizio pur cercando di attaccare verso la rete. Troppa potenza nel braccio di Rybakina, che ha però pagato poi il cambio campo e sul 30-30 veniva investita dalla risposta (controvento) di rovescio di Swiatek, capace di prendersi il pareggio. Il tie-break è stato altrettanto colmo di momenti significativi. Iga saliva 4-2 con una risposta fortuita di rovescio, ma andando col vento a favore e forzando la seconda palla di servizio commetteva un raro doppio fallo. Sul 4-4 forse il vero rimpianto della kazaka che ha risposto male a una prima palla di servizio non difficile. Sul 5-4, Swiatek è riuscita a prendere la via della rete e, anche approfittando di un’avversaria a cui scappava la racchetta, ha trovato due set point consecutivi giocati però male: sul primo è stata ancora troppo passiva col dritto, mentre sul secondo ha cercato un cambio in lungolinea col rovescio che le riesce spesso ma oggi, quando aveva vento a favore, non ha mai trovato. Sul 6-6 si è fatta investire dal rovescio della kazaka, ma ha salvato molto bene il set point concesso. Pur giocando male la terza chance avuta sull’8-7 ha preso il punto decisivo sul 9-8 con un ottimo passante in lungolinea.
90 minuti di set, il più lungo della carriera di entrambe, e ha probabilmente accentuato le sensazioni viste fin lì. Rybakina stava concedendo qualcosa di troppo col dritto, soprattutto quando si trovava col vento a favore. Aveva sempre grande vantaggio sulla diagonale, ma Swiatek di forza si stava prendendo punti sempre più delicati anche sfruttando quel lato “debole”, compiendo azioni “difensive” come non le capitava da tempo. La potenza devastante di Rybakina poteva piegarle il braccio, ma ha retto scambio dopo scambio e nel secondo parziale l’avversaria ha cominciato a scricchiolare già sull’1-1, dopo aver mancato altre due palle break. Alla quarta chance concessa, il dritto di Rybakina è finito sotto al nastro. Cambiato campo, e con Swiatek andata nella zona “peggiore” dove il vento incideva di più, la polacca è riuscita addirittura a tenere la battuta senza dover ricorrere ai vantaggi. Un momento chiave, seguito da un ottimo game chiuso per il 4-2.
Elena, tornata a servire nella zona di campo peggiore, ha vinto sul 15-30 il punto più duro del match: quattro badilate tremende di dritto non le sono bastate, sulla diagonale, per ottenere il punto e ha pure rischiato di perderlo quando Swiatek ha trovato modo di girare lo scambio. Solo per un attimo però, perché appena la palla è tornata sul suo dritto dal centro del campo ha lasciato andare altre due sbracciate enormi e alla fine la polacca ha dovuto alzare bandiera bianca. Uno scambio furioso nell’intensità e nella spinta e resistenza mostrate. Iga si è rialzata sentendo tutto il dolore di essere rimasta sistematicamente con le ginocchia a terra, Elena boccheggiava e non ha avuto energie per i due punti successivi, colpendo la quasi senza forze e “regalando” il break del 5-2 che ha definitivamente spezzato la finale. Swiatek, al servizio per il match, ha cominciato con due punti diretti con la battuta e ha lasciato andare il dritto vincente per il 40-0 rapido, chiudendo poi al secondo match point.
Mai nessuna era riuscita a vincere il titolo a Doha per tre anni consecutivi e lei, dopo la grande delusione dell’Australian Open, è ripartita come meglio non poteva. Un discorso uguale si può fare per la sua avversaria odierna, uscita con le ossa rotte dal primo Slam dell’anno e riscattatasi con due settimane di altissimo valore. Entrambe, ora, dovranno cercare ogni energia (soprattutto mentale) per dirigersi a Dubai, dove è subito in programma un nuovo ‘1000’.
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