[12] Q. Zheng b. [Q] D. Yastremska 6-4 6-4
Il 25 gennaio del 2014 Li Na vinceva il primo Australian Open, il secondo Slam della carriera, e segnava un momento storico per il tennis cinese, forse ancor più che la vittoria al Roland Garros di tre anni prima La presenza cinese a Melbourne è enorme, una vera marea umana. Non di meno, l’Australian Open viene chiamato lo Slam della zona Asia-Pacifico e qualche anno fa si parlò di un fortissimo interessamento proprio della Cina per prendere la licenza Slam. Tutto ovviamente rimase un discorso teorico, Tennis Australia ha rinnovato e rinforzato il proprio status investendo tantissimo sul sito di Melbourne Park, ma questa connessione con la Cina è viva. Il quarto campo più importante è chiamato “1573 Arena” in onore della più antica distilleria cinese, appunto.
Sono due settimane, ormai, che Zheng Qinwen viene accompagnata a ogni partita da questo filo: dieci anni dopo Li Na. Non era la favorita ad arrivare in finale, ma la fortuna di non avere mai di fronte una top-50 e le sue ottime qualità l’hanno portata a essere la seconda tennista cinese (in singolare) a giocarsi un titolo Slam, e per un destino ancor più dalla sua è avvenuto tutto proprio il 25 gennaio. Oggi un 6-4 6-4 ai danni di Dayana Yastremska, che ha avuto un buon inizio ma si è spenta quasi subito andando avanti più per inerzia e spinta ma con poca lucidità rimasta e subendo il break decisivo in entrambi i parziali col punteggio sul 3-3.
Lo diceva l’ucraina, dopo il quarto di finale vinto contro Linda Noskova, che le energie rimaste erano molto poche dopo l’incredibile corsa dalle qualificazioni. Prima del match contro la ceca non aveva nemmeno mai parlato coi suoi allenatori di tattica, soluzioni particolari da adottare, punti dove colpire, ma sostanzialmente si era deciso di andare in campo e mantenere alta l’intensità nei momenti giusti, dando tutto per uscire senza rimpianti. Oggi ha rifatto lo stesso copione, ma con ancor più fatica addosso. E così pur prendendo un break in apertura ha vanificato tutto con un game sul 2-0 fatto di addirittura quattro doppi falli (braccio molto lento e timoroso a colpire la palla). Sbloccando il punteggio, e trovando la parità, Zheng ha cominciato a salire nel livello e dal canto suo ha proposto la miglior partita da quando nel terzo turno fu portata in affanno da Wang Yafan, cominciando una lunga serie di prestazioni poco convincenti.
Oggi il registro della cinese è stato ben diverso. C’erano errori di Dayana come piccolo bottino, ma lei sceglieva per esempio di impostare diversi scambi in fase difensiva, facendo un passo o due dietro la linea di fondo e lavorare molto bene la palla in fase di contenimento in attesa di contrattaccare spesso anche col dritto, sfruttando tanto top spin e cercando profondità. Questo può essere poi uno spunto per la finale che giocherà contro Aryna Sabalenka, che sarà grande favorita ma che ha dimostrato di soffrire queste soluzioni. Il game sul 3-3 nel primo parziale è stato il migliore giocato dalla numero 12 del seeding, che ha strappato il servizio all’ucraina con due punti da difesa ad attacco spettacolari: prima una scivolata con slice di dritto difensivo radente e successivo passante in spaccata, poi un lungo scambio dove ha preso le misure e manovrato la palla lungo gli angoli, procurando anche una fitta muscolare a Yastremska che, subito il break, ha ricevuto un intervento medico e ha potuto continuare senza apparenti problemi solo grazie a un antidolorifico, ma che di nuovo a fine partita è stata accompagnata nel tunnel dello spogliatoio dalla fisioterapista.
Preso il primo set con un gran game sul 5-4, la cinese si è vista scippare la battuta quando poteva ipotecare il risultato sul 2-1 e servizio nel secondo set, ma sul 3-3 è ripassata avanti dominando il campo e con Yastremska sempre costretta a fare qualcosa in più che ormai non aveva nelle corde. Qualche buona accelerazione, vincenti che strappavano applausi, ma i movimenti erano più lenti e la fatica si faceva sentire. Sul 5-4, pur non partendo benissimo e ritrovandosi 30-30, Qinwen ha chiuso il match senza rischiare davvero per la gioia dei tantissimi cinesi presenti. E tra due giorni andrà a caccia del secondo titolo in carriera, nettamente il più importante, dopo l’ottimo finale di 2023 che l’aveva portata vicina alla top-10. Adesso, male che vada, sarà sicura di essere numero 7 del mondo.
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