[12] Q. Zheng b. A. Kalinskaya 6-7(4) 6-3 6-1
Zheng Qinwen ha passato indenne una giornata che aveva mostrato da subito tante insidie, battagliando contro se stessa prima ancora che contro l’avversaria, riuscendo tra forza e inerzia a prendersi la prima semifinale Slam della carriera. La cinese, ormai seguita con grande attenzione all’Australian Open dai tantissimi connazionali e dalle tv, vista anche la ricorrenza del decennale dal trionfo di Li Na, si è imposta 6-7(4) 6-3 6-1 contro Anna Kalinskaya e così ora è a una sola partita dal giocarsi il titolo.
Non un match facile per lei, anche perché dopo il caos della parte alta del tabellone nel duello tra favorite e mine vaganti, è stato il momento di tirare le somme tra due partite (questa e quella tra Dayana Yastremska e Linda Noskova che ha aperto la giornata) che erano abbastanza aperte a ogni risultato. Zheng, da testa di serie numero 12, era quella che rischiava forse di più ma le insidie per lei erano tante perché ancora fa fatica a prendersi i gradi di favorita a questo punto di tornei così importanti. Il suo miglior risultato fu il quarto di finale all’ultimo US Open dove si trovò di fronte Aryna Sabalenka, tutt’altra storia.
Oggi doveva pazientare, perché quel dritto solleticato da una palla abbastanza rapida ha un movimento che si incarta. Un po’ come Iga Swiatek, ma meno efficace e con minor capacità di “tappare i buchi” quando è sotto pressione. Ha un cartello “lavori in corso” davanti a sé, già al turno precedente contro Oceane Dodin malgrado l’infortunio della francese sembrava molto tesa e ha rischiato quasi di non chiudere col servizio a disposizione sul 6-0 5-3. Oggi ha impiegato un set e mezzo per staccarsi nel punteggio: nel primo parziale a tratti voleva strafare, a tratti sembrava frettolosa. Il match in sé non sembrava mai lasciare i blocchi di partenza: break e controbreak per l’1-1, break e controbreak per il 3-3, Zheng sempre protagonista in negativo in quei casi perché troppo spesso Kalinskaya puntava proprio al suo lato destro per prendere comando dello scambio e mandarla sotto pressione, riuscendo a raccogliere diversi errori.
Kalinskaya aveva buona profondità di colpi, impattava bene la palla, muoveva il gioco meglio dell’avversaria e nelle fasi delicate del parziale (malgrado per lei sia proprio il primo quarto di finale Slam della carriera) era lei a emergere dal braccio di ferro approfittando ancora dell’eccessiva foga di Zheng. Nel tie-break andava un minibreak sotto ma un brutto dritto della cinese, strappato su una palla senza peso, faceva 1-1; Qinwen andava avanti 3-1 ma rispondeva male col rovescio su una seconda non impossibile della russa. Si girava sul 3-3 e sotto 4-5 Zheng perdeva un punto sanguinoso dove aveva avuto lo scambio in mano e aveva fatto fare il tergicristallo all’avversaria, prima però di mettere largo l’ultimo dritto in contropiede. È bastato il primo set point alla numero 75 del mondo per prendersi il parziale e lasciare Zheng immersa nei suoi pensieri.
“È stato un primo set molto duro” dirà la cinese nell’intervista in campo, ammettendo tra le righe le difficoltà avute nel gestire il doppio avversario. Nel secondo non riusciva ancora a sciogliersi, ma Kalinskaya non era più così pericolosa in risposta e lei cominciava ad aumentare il numero di colpi che faceva coi piedi dentro al campo. Sul 3-3 ha tenuto un nuovo game abbastanza tranquillo e in risposta, pur con quest alternanza continua tra bei colpi ed errori gratuiti, ha trovato una palla break su un brutto rovescio steccato dall’avversaria che sul 30-40 si è vista investita dalla risposta. 5-3, e immediato 6-3 con un nuovo turno di battuta vinto con grande sicurezza. La nota migliore, oltre allo scatto finalmente effettuato, era una resa al servizio che aveva ormai lasciato le briciole alla russa, e nel set decisivo la situazione continuava a essere sempre più rosea per lei.
Finalmente i colpi viaggiavano con più incisività, trovando vincenti anche dal lato del dritto dopo scambi elaborati. Kalinskaya aveva perso fluidità e sicurezza, era più indietro rispetto alla linea di fondo, faceva molta più fatica e sull’1-1 perdeva la battuta trovandosi poi rapidamente a concedere un nuovo break sull’1-3, avendo anche bisogno dell’intervento di un fisioterapista. Aveva finito le energie, e da lì alla stretta di mano il passo è stato molto breve. E così sarà Zheng a sfidare Yastremska domani, nella seconda semifinale in programma dalle 9:30 ora italiana, per un posto nella finale dell’Australian Open.
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