Entra nel vivo il WTA 500 di Sydney e per Naomi Osaka non c’è stata una nuova via d’uscita positiva dal calo atletico e fisico che è nuovamente sopraggiunto dalla seconda metà del match contro Karolina Pliskova. La numero 16 del seeding, pur reduce da un’annata molto complicata tra scarsi risultati e continui problemi, ha ritrovato uno dei tornei che più adora, dove ha vinto per tre volte e dove aveva già realizzato una discreta impresa come quella odierna.
La ceca diventa infatti la prima giocatrice a battere Osaka più di una volta recuperando un set di svantaggio. Dato leggero, ma che introduce al meglio il 3-6 7-6(4) 6-4 conclusivo dopo il 6-7(12) 7-6(3) 6-2 della semifinale tra le due nell’edizione 2020. Naomi ha interpretato la partita come contro Tamara Korpatsch: partenza piuttosto centrata, bene al servizio e nei primi colpi di inizio gioco, spesso dominante da fondo. Karolina, in un certo senso, si prestava perfettamente a questo copione, non avendo tante altre idee soprattutto all’inizio quando è parsa abbastanza opaca. Già tre doppi falli in un primo game al servizio, durato sette minuti, e un atteggiamento poco convinto la vedevano poi perdere di vista l’avversaria quando questa operava un nuovo break sul 3-2.
I dati del primo set per Naomi sembravano ottimi, con 13 vincenti e appena quattro errori non forzati, ma c’era tanto della tipologia di partita con grande potenza e poca “capacità” difensiva: se si era ispirati, se si controllava il gioco, la probabilità di un vincente era abbastanza elevata. E quello che stava riuscendo in particolare alla giapponese era non far tanta fatica, limitando gli spostamenti, colpendo forte e creandosi spazio per chiudere i punti. Come contro Korpatsch, però, dopo un primo set da 7,5/8 ecco arrivare il calo. Non ha potuto concretizzare uno 0-40 sull’1-1 grazie ai buoni servizi della rivale e da lì non è praticamente stata più pericolosa in risposta, mentre al contrario i game al servizio cominciavano a essere in bilico. Tamara, due giorni fa, riusciva a sorprenderla un po’ più frequentemente ma non aveva il livello per farcela da sola. Pliskova, pur dimessa e con entrambi i polsi fasciati (soprattutto quello sinistro) e pur in una fase di carriera dove ha ammesso di star cominciando a ponderare il momento dell’addio, ha l’esperienza e la capacità di navigare nella tempesta e gestire la situazione.
Sul 3-2 la ceca ha sprecato una possibile chance mettendo sul nastro un dritto da metà campo, su palla bassa. Era però il segnale che gli equilibri cominciavano a variare. Ancora 15-30 sul 4-3, poi sul 5-4. C’era più facilità, quando poteva, a trovare una palla incisiva e a evidenziare gli attuali limiti della rivale, non più pronta come all’inizio a rigiocare una buona risposta. E nel tie-break il dritto sull’1-1 in lungolinea è finito sotto il nastro. Da lì, Pliskova ha guidato il match al terzo con grande solidità e nel parziale decisivo, sull’1-1, ha preso un break fondamentale alla prima chance avuta praticamente da inizio partita. A quel punto era tutto in mano al suo servizio, con un’avversaria che come all’esordio aveva smarrito la spensieratezza sul volto e cominciava a infastidirsi per gli errori e il punteggio che non le dava più ragione.
L’ultimo treno per Osaka è passato sul 3-4, quando Karolina si è incartata in un game al servizio con poche prime. Dal 15-15, però, questa è stata la sequenza: doppio fallo, ace, doppio fallo, servizio vincente. Si è salvata, e sul 5-4 ha condotto in porto la pratica con freddezza, meritando una bella vittoria che può darle morale dopo i problemi anche recenti al polso che l’avevano costretta a chiudere anzitempo il 2023.
Nulla da fare per Lucia Bronzetti, invece, malgrado un bel primo set contro Aryna Sabalenka. La bielorussa ha un’altra cilindrata, è stata numero 1 del mondo solo due mesi fa e correrà per difendere il titolo all’Australian Open, però è stato bello vedere questo scatto in personalità e intensità che Lucia ha apportato per tutta la prima frazione, finché ha potuto in qualche modo sentirsi parte della partita. È finita 6-3 6-0 per la numero 1 del seeding, con un punteggio in equilibrio fino al sesto game e alcuni bei punti vinti dall’azzurra tra un rovescio lungolinea, un passante stretto e diversi servizi vincenti. Il punto vinto sul 5-3 per Sabalenka, ad aprire il game in risposta, e il bell’incoraggiamento che si dava mostravano una giocatrice oggi non temeva la big che aveva di fronte, quando altre volte invece è parsa un po’ troppo dietro rispetto alla linea di fondo e quindi, volente o meno, troppo sulla difensiva. Aryna però è banalmente più forte nei colpi, fanno molto più male, sa come travolgere un’avversaria che concede magari mezzo metro, e tanto basta.
La partenza di Bronzetti nel secondo set non è stata ottimale, e subito era sotto 2-0. Sabalenka stava alzando le marce, lei calando. Forse quel primo set le ha richiesto tanto anche mentalmente, e nel secondo non è più riuscita a riproporsi allo stesso modo. Agli ottavi, Aryna affronterà la vincente del match tra Danielle Collins e Lin Zhu, testa di serie numero 15. Pliskova, invece, avrà Aljona Ostapenko. La numero 3 del tabellone si è imposta all’esordio stagionale per 6-1 6-4 contro Camila Giorgi. Dopo un primo set dominato dalla lettone, per l’azzurra si era aperto uno spiraglio col break del 4-2 nel secondo ma questo è stato subito chiuso dal rientro della numero 12 del mondo che ha impedito a Camila di confermare il vantaggio e sul 4-4 ha vinto un lungo game in risposta prima di chiudere la pratica.
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