Siete degli innati bastian-contrari? Non vi va bene nulla? Guardate al mondo con un occhio perennemente a mezz’asta per lo sdegno? Ebbene, benvenuti! Questa è la rubrica che fa per voi. Astenersi buonisti. Qui ci si arrabbia. Punto.
E la critica questa settimana va a colpire subito il bersaglio grosso, premesso che al suddetto bersaglio chiaramente fregherà zero delle critiche di OkTennis… E vabbeh…
Parliamo di Nick Kyrgios, che nelle ultime settimane è tornato a far parlare di sé e non per un servizio sotto le gambe o per un dritto a 160 all’ora, bensì facendo pensare ai più per quale motivo invece di sfogarsi con i media non passi più tempo a rimettersi a posto e far parlare la racchetta, cosa che sarebbe mille volte, nella maggior parte dei casi, gradita a tutti.
La critica è divampata allorché l’australiano si è scagliato contro un mostro sacro (perché lo è…) come Boris Becker, reo a suo dire di aver affermato “scandalosamente” che sarebbe competitivo anche al giorno d’oggi. Tralasciando poi i vari botta e risposta della cosa riassumibili in un dialogo tipo:
viene a volte da farsi una sola domanda: perché?
Sia chiaro, ognuno ha il diritto alla propria opinione e come tutti anche Kyrgios, ma a volte la sensazione è che le sue esternazioni siano frutto o di vecchi sassolini tenuti troppo a lungo nelle scarpe (o piuttosto “dimenticati”, visto che non gioca quasi mai e le scarpe stanno a prendere polvere nell’armadio) o di vere e proprie ricerche di polemica gratuita. Perché se può essere vero che le prime affermazioni di Becker potevano parere fuori luogo e contesto, resta il fatto che anche quelle sono delle opinioni, le stesse che lui cerca di difendere quando si esprime con tanta veemenza. Opinioni, quelle di Kyrgios, in ogni caso quantomeno dubbie, visto che, Nick bello, stai rispondendo a qualcuno che ha rappresentato un decennio di storia del tennis e che ha avvicinato tantissime persone a questo sport a suon di match eroici e volee in tuffo. Per carità, è indubbio che Nick abbia costituito, specie negli ultimi anni, col ritiro di Federer e il calo di Nadal e la mancanza da una buona decade a questa parte di veri nuovi idoli, una bella boccata di aria fresca nel circuito. Però è anche vero che quell’aria soffiava davvero di rado…
D’altra parte l’australiano non è nuovo a tali uscite. Basti ricordare la presa di posizione nella vicenda “Djokovic contro l’Australia” di simpsoniana memoria, dove in pratica si schierò con il serbo a spada tratta perché “oh, è mio amico!” o la recente critica alle dichiarazioni di Pietrangeli nei confronti di Berrettini, che a detta del Nicola nazionale guadagna più fuori che dentro al campo. Allora la replica, della quale anche stavolta avremmo sentito volentieri la mancanza, fu un sanguinoso e alquanto discutibile “se lui vuole dare priorità a queste cose è una sua scelta” che aveva l’aria, con tutto il rispetto, di una coda di paglia lunga da qui alla barriera corallina.
Francamente viene nuovamente da chiedersi il perché di queste uscite. Segno di un ragazzo che vuole essere a tutti i costi personaggio prima che tennista, specialmente ora che pare entrato in una inesorabile fase calante? Segno di un volersi sempre affermare anche ora che è lontano dai riflettori del campo? A volte pare sempre che chiunque debba rendere conto a lui prima di dire qualcosa a un microfono e dare per scontato che da lì a un clic arriverà l’inesorabile twittata mohicano-australiana.
Alla fine come sempre la risposta la daranno i cinici posteri. Ma francamente alla lunga la cosa rischia di diventare abbastanza stucchevole…
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