Continua a volare Mirra Andreeva, e la vittoria odierna contro Diane Parry ha un peso specifico enormemente maggiore a quella sorta di esibizione che l’ha vista due giorni fa sulla Rod Laver Arena imporsi contro una opaca Ons Jabeur.
La russa, classe 2007 (è sempre bene ricordarlo, alle volte non sembra affatto), conquista per la prima volta in carriera gli ottavi di finale in uno Slam e lo fa con una grande rimonta da 1-5 sotto nel set decisivo contro Diane Parry, che ha pure avuto un match point in una fase di match dove però aveva smesso di spingere ed era in totale balia di cosa decidesse di fare la sua avversaria.
Un rocambolesco 1-6 6-1 7-6(10-5) è il risultato finale che proietta Andreeva tra le migliori 16 di un Major e ormai a ridosso delle prime 30 del mondo. Il tutto con un bagaglio di esperienza ad alti livelli ancora da costruire. Perché non potrebbe essere altrimenti, ma fa impressione come per esempio la rimonta odierna si sia vista realizzata con mezz’ora di anticipo. Perché il tennis è uno sport crudele, e alle volte anche una grande distanza può essere ribaltata nel giro di breve se come successo alla francese si comincia a tremare.
Parry ha affrontato malissimo l’ultima parte di match, in un terzo set dove mentalmente sembrava aver sempre bisogno di una spinta psicologica per credere di poter tagliare il traguardo. Aveva gestito il primo set con l’esperienza che i suoi 21 anni possono darle rispetto a una “novellina”, sfruttando la varietà del suo gioco molto elegante e pieno di traiettorie anomale per il tennis attuale, tenendo Andreeva sotto pressione con Mirra molto bloccata. Già negli ultimi due game si è visto qualcosa di diverso dalla russa, che a inizio secondo set partiva con un altro piglio e sull’1-1 teneva il primo game delicato, fondamentale per entrare davvero nel match e prendere un break di vantaggio che basterà a spegnere l’avversaria e mandare tutto al set decisivo.
6-1 Parry, 6-1 Andreeva, e nel terzo parziale la francese era riuscita a ritrovare spinta col dritto, strappando anche la battuta all’avversaria riuscendo poi a confermare il break alternando buoni colpi a qualche situazione di affanno. Mirra, anche per via dei suoi 16 anni, ha perso il controllo del suo match regalando un comodo game del 4-1 all’avversaria e perdendo la battuta successiva. A un passo dalla sconfitta, però, ha ribaltato tutto.
5-1 15-15, e qui è cominciata una lunga serie di smorzate vincenti o utili a prendersi il punto. Poi uno dei tanti rovesci lungolinea vincenti a seguito di un’ottima difesa, e sulla palla break l’errore che ha aperto una falla enorme nella mente di Parry: un brutto dritto in avanzamento, con braccio bloccato e palla affossata a metà rete. Paura, indecisione, timore di non farcela. Non riusciva più a colpire la palla come voleva, il braccio si tratteneva, Mirra si esaltava. Se il settimo gioco l’ha vista perdere mentalmente, l’ottavo ha confermato che Andreeva non gliel’avrebbe mai regalata. Da lì al 5-5 è sembrato tutto una logica conseguenza malgrado il match point avuto dalla francese proprio sul 5-2, salvato però molto bene dalla russa che con due smorzate successive si è portata 3-5 e immediatamente 0-30 con un altro dritto affossato dalla francese.
In maniera sempre più convinta, e sempre più vocale, Mirra otteneva un altro break e pareggiava i conti con grande facilità. Sembrava non riuscire più a sbagliare. Cercava profondità e pescava mezza riga, variava col rovescio e aveva traiettorie filo-rete, attaccava di dritto e riusciva a costruirsi il punto. Parry è andata sotto 5-6 e con un momento d’orgoglio, a due punti dalla sconfitta, ha messo insieme un parziale di tre punti ben costruiti da fondo campo, aiutandosi sempre con lo slice di rovescio, per agguantare quantomeno un super tie-break terminato però già al quarto punto quando il suo rovescio lungolinea si è affossato, ancora, a metà rete. Da lì Andreeva è partita e Parry non l’ha più ripresa, allontanandosi sempre più fino al 9-4 e chiudendo al secondo match point.
Forse con qualche anno in più, e qualche esperienza in più sulle spalle, questa era una partita che Mirra non avrebbe mai rischiato di perdere. Solo è strano, quasi, che ci sia riuscita già adesso. E soprattutto con che rimonta. Domenica dunque scenderà in campo contro la vincente tra la qualificata Storm Hunter e Barbora Krejcikova, in un match che approccerà probabilmente da favorita.
Avanza al quarto turno anche Coco Gauff, lei invece impegnata in un match ben più agevole contro Alycia Parks. C’era attesa, non si sa bene come mai, per questa sfida tra due ragazze che dicono di conoscersi da quando Gauff aveva nove anni, ma che hanno un tennis completamente agli opposti tra la solidità e l’atletismo di Coco e l’aggressività spesso senza controllo di Parks. Oltretutto, e lì contano anche le categorie di distanza, Gauff è sembrata padroneggiare il campo senza mai trovarsi scomposta o a disagio, mentre Parks era in affanno quasi continuo. Tirerà forte (molto forte), avrà un servizio potente, ma Alycia almeno oggi è stata tanto fallosa, spesso fuori equilibrio, ferma coi piedi. Il risultato non poteva che essere un 6-0 6-2 per la numero 4 del seeding che agli ottavi attende Magdalena Frech o Anastasia Zakharova, proveniente dalle qualificazioni.
Vittoria da batticuore per Marta Kostyuk, che ha superato Elina Avanesyan col punteggio di 2-6 6-4 6-4 in un match molto rocambolesco, vissuto sugli stati emotivi dell’ucraina contro un’avversaria con più pazienza e propensa al palleggio, che non ha affatto sfigurato e ha creduto di poter ribaltare la situazione anche trovandosi sotto 0-4 al set decisivo, risalendo fino al 4-4. In quel nono game Kostyuk è riuscita a riemergere e malgrado 67 gratuiti si è riportata avanti strappando la battuta all’avversaria nel game successivo. Nei due match serali, la vera sorpresa è stata l’eliminazione della numero 10 del seeding Beatriz Haddad Maia, battuta 7-6(7) 6-3 da Maria Timofeeva, qualificata numero 170 del mondo che affronterà ora Kostyuk per un posto nei quarti di finale. Infine, Barbora Krejcikova ha dovuto sudare per battere un’altra qualificata, Storm Hunter, nel match che ha chiuso la Rod Laver Arena: 4-6 7-5 6-3, quando è stata sotto 5-5 15-40 nel secondo set. Per lei, ora, Andreeva.
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