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Kyrgios, il Cassano del tennis

“Si sa che la gente dà buoni consigli perchè non più dare il cattivo esempio”, cantava Fabrizio De Andrè nella sua immortale “Bocca di rosa”. Allo stesso modo Nick Kyrgios, essendo sostanzialmente un ex giocatore (a 28 anni), si diverte a stuzzicare e a dire la propria sul tennis in generale. L’australiano quest’anno non ha giocato per infortuni (eterni) vari, e non giocherà nemmeno l’Australian Open, per un ritorno ancora pieni di dubbi e misteri e un futuro che appare al momento lontano dai campi da gioco.

Avendo molto tempo a disposizione, il finalista di Wimbledon 2022 ha molto tempo per parlare e per sentenziare su tutti e tutto. Come è successo con il tennis passato, con i campioni dell’epoca giudicati come inadeguati a competere ora, più o meno. Normali, dunque, che qualcuno gli abbia risposto.

Boris Becker ad esempio ha ripreso su X un post in cui venivano riportate le seguenti dichiarazioni di Kyrgios, rilasciate a The Athletic: “Il gioco un tempo era molto lento. Penso a Boris Becker… Non che non fossero forti, ma dire che sarebbero altrettanto forti adesso è assurdo. Un grande servizio all’epoca aveva una velocità compresa tra 197 e 200 KM/H. Giocatori come me servono costantemente a 220, agli angoli. È un gioco completamente diverso. Non dico che non riuscirebbero a trovare la loro strada, ma adesso per giocare il serve and volley, per farlo sempre, devi servire a 220: se servi a meno di 220, Djokovic ti mangia vivo. Lleyton Hewitt ha distrutto Sampras agli US Open: è stato il primo prototipo di giocatore in grado di rispondere. Cosa farebbe Djokovic a uno come Sampras?”.

Becker ha condiviso il post attaccando le dichiarazioni di Kyrgios: “Nick parla di uno sport che, a quanto pare, odia… I fatti dicono che non ha mai vinto un Major da giocatore o da allenatore, quindi da dove arriva la sua credibilità? Cerca di paragonare le generazioni… Laver contro Federer, Borg contro Nadal, Sampras contro Djokovic?! Per non parlare di McEnroe, Connors, Lendl, Agassi, Courier, Edberg, Wilander, Kuerten, Bruguera, Rafter, Hewitt e molti altri…Su OnlyFans parli di tante cose, ma non di tennis”.

Commento che ha scatenato Kyrgios, il quale sotto il post di Becker ha replicato a più riprese: “Questo tizio parla di credibilità… L’ultima volta che ho controllato eri tu quello che nascondeva i beni, no? (Un riferimento alla condanna per bancarotta, ndr.). Ho battuto Federer, Nadal, Djokovic, Murray, quindi sento di avere un po’ di credibilità…. Non ci vuole uno scienziato missilistico per capire che Novak ti avrebbe spazzato via nel tuo prime. Non è un attacco, sono solo fatti”. E ancora: “Quindi il 99% dei giocatori non ha credibilità? E il tuo ragazzo Zverev? Non ha nemmeno vinto uno Slam di doppio. E ho apprezzato la citazione di OnlyFans: Boris Becker ha parlato del marchio! Ho sempre saputo che eri al passo con i miei business”.

A parte l’attendibilità o meno delle opinioni di Kyrgios, ritorna prepotentemente in scena il dibattito sul confronto tra campioni di altra epoca e quelli attuali. Detto in maniera molto semplice, normale che se il Sampras del 1996 o il Borg del 1978 o il McNroe del 1984 giocassero oggi, a queste velocità e con l’evoluzione del tennis in sè, avrebbero molte difficoltà a battere non solo Djokovic ma anche giocatori meno forti del fuoriclasse serbo. Diverso è il discorso se, ad esempio, uno col talento di Sampras, Borg o Mac fosse nato nel 2000 e fosse giovane adesso: in quel caso, in quel senso, le cose potrebbero cambiare.

Prendendo sempre per esempio Sampras, per tutta la sua carriera, ha avuto a che fare con Agassi, un fuoriclasse con delle caratteristiche per molti versi simili a quelli di Djokovic (in primis la risposta), ovviamente inferiore al serbo in molti aspetti, quello mentale e della continuità in primis, ma quasi sovrapponile a Nole come stile. Sampras quel tipo di giocatore lo batteva con regalità. E di esempi ce ne sarebbero altri. Non contando poi che si potrebbe fare un discorso ancora più retrò: cosa avrebbe fatto Djokovic contro uno come Sampras o come Mac, sull’erba straveloce, quella “vera”, degli anni 80-90?

Il discorso di Kyrgios dunque potrebbe non essere sbagliato in se, e nemmeno così nuovo, ma sembra più che altro l’ennesimo tentativo dell’australiano di far continuare a parlare di se fuori dal campo di gioco. Un pò come fanno gli ex giocatori con i loro giudizi tranchant, un Antonio Cassano per esempio, che con Nick ha in comune lingua lunga e talento. Per molti sprecato, per altri no. Pensieri e parole che portano spesso a dire, entrambi, frasi come “Se mi fossi allenato di più, sarei potuto essere…”. Anche in questo caso, vero, forse, chissà.

Luigi Ansaloni

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