A volte ritornano. O magari: finalmente ritornano. Quella che doveva essere una rubrica settimanale, o legata ai grandi tornei WTA (‘Barbiani WTA files’, ricordate?), si è rivelata in pausa per troppo tempo. Ora, con la chiusura della stagione, c’è tutto il tempo per ripartire. Lo facciamo con una persona d’eccezione: Joanna Sakowicz-Kostecka, telecronista e opinionista per Canal+ Polonia e in passato tennista professionista.
Johanna, che d’ora in avanti chiameremo ‘Asia’, era a Cancun per l’atto conclusivo della stagione WTA e più in generale ha potuto seguire da vicino un po’ tutto l’anno le dinamiche del tour. Qui vogliamo focalizzarci soprattutto sul confronto tra Iga Swiatek e Aryna Sabalenka nella fase clou dell’ultimo mese e mezzo, con la bielorussa che era divenuta leader e ci si avviava alla conclusione convinti, probabilmente, che le cose non sarebbero cambiate. E infine un passaggio anche su quanto potrà essere rilevante il 2024 per le due ai vertici della classifica.
SWIATEK VS SABALENKA, FINALMENTE UN DUELLO AL VERTICE
Il duello tra Iga Swiatek e Aryna Sabalenka ha preso praticamente tutto il 2023, qualcosa che nel circuito femminile non si vedeva da un bel po’. Tre confronti diretti, potevamo averne almeno altri due con la polacca che ha perso (oltretutto da infortunata) a Indian Wells un match prima di ritrovare la bielorussa o quest ultima che a Parigi ha sprecato la chance di una finale Slam contro la grande rivale.
La sensazione è che nelle sfide tra le due ci sia ormai una certa attesa, una discreta dose di adrenalina ed energia.
Asia ha dichiarato: “Può essere, quest anno poi sono state le migliori. Aryna ha grandi meriti per aver subito messo sotto pressione Iga e Swiatek per aver retto molto più del previsto quando sembrava ormai chiaro che Sabalenka sarebbe diventata numero 1 a un certo punto”.
Diego: “Sì, io per esempio ho avuto grande attesa sia per Stoccarda sia soprattutto per Madrid. Le guardavo dagli spalti in Germania e avvertivo che avessi di fronte le migliori nel circuito al momento, le guardavo dalla tv due settimane dopo e di nuovo avvertivo quella voglia per entrambe di superare l’altra che le portava a dover fare sempre meglio. Ricordi la reazione di Swiatek nel secondo set? O come Aryna abbia dovuto giocare sempre più al limite per vincere nel terzo?”.
Asia: “Sai quando si dice che un match-up possa servire a far crescere entrambi? Forse questo è il caso”.
Proprio su Sabalenka, Asia si è espressa così: “Sono sincera, vedendola a Cancun ho avuto una sensazione: mi è sembrata più matura. La sua critica iniziale all’organizzazione del torneo non è stata seguita da un atteggiamento negativo, anzi cercava di adattarsi al contesto. In campo, e nelle conferenze stampa, mi sembrava molto più tranquilla che a New York. Forse anche per il pubblico che la supportava tanto”.
Su Swiatek, invece: “Abbiamo fatto molte riprese con le tenniste per degli speciali che manderemo in onda a dicembre, e quando ho parlato con Iga mi accorgevo di quanto fosse diversa rispetto all’ultima volta che l’avevo vista. In generale sembrava orgogliosa di quanto fatto in stagione, dei risultati ottenuti. Credo abbia fatto un altro step in questo periodo, capendo magari che se anche avesse finito la stagione al numero 2 non sarebbe crollato il mondo e non era per lei un fallimento. Aveva tutte le carte in regola per tornare numero 1 nel 2024. In generale l’intero team mi è sembrato molto unito e sicuro di sé”.
Proprio oggi è uscita un’intervista a Iga dove ha confermato le sue sensazioni: “Dopo lo US Open sono tornata a Varsavia e ho fatto un importante blocco di allenamento, tornando alle cose basiche. Mi sono detta: ‘Ok, ho fatto un ottimo lavoro, ora devo mostrare a tutti che ho resettato’. Sono andata in campo a Tokyo, in condizioni complicate, e sono apparse alcune paure. Mi è sembrato tutti mi stessero osservando, la cosa mi ha preso e travolto. Ho riunito il team, ho detto loro che avevo bisogno al 100% del loro supporto, anche emotivo. Ho chiesto loro di non giudicarmi perché forse non avrei giocato molto bene e avrei faticato invece di giocare libera. Ho ottenuto questo supporto e grazie a questo mi son sentita più sicura partita dopo partita” e ancora “mi sono data la chance di sbagliare, dicendomi che non sarebbe accaduto nulla”.
Asia, e non era l’unica, dopo la settimana di Iga a Tokyo sembrava non poter immaginarsi quanto poi sarebbe accaduto tra Pechino e Cancun: “Non credo di ricordare un cambio di passo così netto in così poco tempo”.
Diego: “Lo scorso anno lei vinse lo US Open pur giocando male tra Toronto e Cincinnati, però ora è diverso: qui parliamo davvero di un cambiamento in tre giorni”.
Asia: “Sì, sapevo avessero fatto un blocco di allenamento significativo prima di Tokyo, ma il cambio è stato davvero rapido. Forse in parte è stata anche la partita contro Magda Linette. Era un derby, importante mentalmente in un periodo dove loro due sono le migliori opzioni del nostro paese nel circuito WTA. Lei giocò davvero bene quel giorno, fu in qualche modo il primo segnale di una Swiatek di nuovo efficace (vinse 6-1 6-1, nda)”.
CANCUN, TRA PREGI E DIFETTI
È arrivata poi la vittoria a Cancun, col numero 1 del mondo ritrovato, in un torneo segnato da tante questioni. C’è dispiacere per questo nelle parole di Sakowicz-Kostecka, che però ha speso grandi parole per la famiglia Santoscoy, con padre e figlio che hanno voluto l’evento dopo Guadalajara 2021: “Per me i Santoscoy (direttori del torneo, nda) sono stati meravigliosi. Soprattutto il figlio: non aveva l’attitudine del capo di azienda che arriva, dice cosa fare, e se ne va. Erano ‘on site’ da mattina fino a sera tardi cercando di tutto per far funzionare l’evento, sempre disponibili e avevano come priorità il benessere di tutti, dalle giocatrici ai giornalisti, allo staff”. Purtroppo però poi c’era da fare i conti con la realtà. È stato un torneo con diversi punti negativi già in partenza. Il problema, semmai, è a monte: il processo che ha assegnato l’evento a Cancun è stato colmo di contrapposizioni, tensioni e dubbi, con ulteriori guai arrivati dopo l’annuncio con uno stadio temporaneo costruito su un campo da golf, i lavori partiti in ritardo e il terreno rivelatosi non ideale per stenderci un campo da tennis. Asia dichiarava: “Io ho sperato andassero a Ostrava. Non ho veramente nulla contro il Messico, amo quel paese, ma la Repubblica Ceca ha una capacità organizzativa per questi eventi che è perfetta. L’atmosfera è perfetta. La logistica è perfetta. Tutto quello che può servire a un torneo così…”.
Diego: “Tra l’altro in un posto che conosce benissimo il tennis femminile, con 15 anni ormai in cui hanno giocatrici di vertice, e malgrado solo sei settimane al via non avrebbe avuto problemi di marketing”.
Asia: “Ma poi ricordo che quando Cibulkova vinse a Singapore nel 2016 in Slovacchia se ne parlò come se avesse vinto il il Master, fosse diventata ‘campionessa del mondo di tennis’… questo è il massimo che il circuito può offrire, con solo le migliori otto dell’anno al via”.
Diego: “Anche le ceche ne hanno sempre parlato come ‘Master’. Ricordo a Singapore 2018 con Pliskova per esempio…”.
Asia: “Sì esatto, anche da noi in Polonia ha sempre avuto una rilevanza enorme. Quando Agnieszka Radwanska vinse il titolo nel 2015 fu qualcosa di straordinario”.
Diego: “Stavolta invece?”.
Asia: “Stavolta era diverso, già partendo dal campo, e mi spiace davvero dirlo. Non erano condizioni da WTA Finals. Il lunedì, al primo acquazzone, il terreno attorno allo stadio si è completamente allagato, la sabbia è entrata sul campo, ho fatto un video e c’era il mio piede che affondava nel terreno. Iga per esempio non ha quasi mai fatto warm up lì, nemmeno prima della finale. Era sempre nel campo dell’hotel, malgrado fosse più lento”.
Alcune ex giocatrici come Martina Navratilova e Daniela Hantuchova a inizio torneo avevano detto che le ragazze dovevano arrangiarsi anziché lamentarsi, “poi però per il fine settimana conclusivo avevano entrambe cambiato idea”, ha detto Asia. Navratilova ha pure detto che alla WTA serve un nuovo capo. Il vero plauso era rivolto al pubblico: “Rispetto allo scorso anno a Fort Worth era tutto completamente diverso. Qui bastava un 50%, 70% di capienza e c’era un’atmosfera bella, calorosa. C’erano tanti polacchi, molti di loro venivano dagli Stati Uniti, e soprattutto nella partita tra Swiatek e Sabalenka c’era grande partecipazione”.
VERSO IL 2024
La stagione si è chiusa con Swiatek davanti a Sabalenka, di pochissimo, entrambe con oltre 9000 punti ottenuti.
Diego: “Cosa pensi potrà attendere il 2024 per loro?”
Asia: “Per me Iga avrà il grande pensiero alle Olimpiadi ma non per questo staccherà dal tour”.
Diego: “Eh, è un po’ l’occasione della vita: un’olimpiade a Parigi, al Roland Garros, su terra rossa…”
Asia: “Qui in Polonia vincere un oro olimpico è ovviamente considerato il massimo dal punto di vista sportivo. Io avrei voluto diventare un’olimpionica già solo per essere in mezzo ai migliori atleti. Ci sarà sicuramente tanta pressione, ma il 2023 le ha dato tanto come esperienza anche sotto questo aspetto”.
Effettivamente è stata un’annata tutt’altro che banale tra pressioni e infortuni, con tanti che attendevano per vedere se crollava sotto il peso di quanto avesse da difendere dopo il 2022. Sabalenka al contrario partendo così forte ha potuto subito trovare fiducia e passare all’attacco.
Diego: “Forse le manca ancora un ultimo step: poter resistere meglio sotto pressione e non rischiare di diminuire ulteriormente il margine di errore”.
Asia: “Sì però ormai ci siamo, per me. Quest anno lei ha vinto uno Slam ed è diventata numero 1, è ancora giovane abbastanza da correggere qualcosa, però se ripenso all’ultimo torneo forse abbiamo una giocatrice che si è tolta un gran peso e ora è forse più consapevole che ce la può fare. Me l’aspetto ancor più pericolosa per le altre”.
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