Il primo trionfo in un Master 1000, alla terza finale disputata. Il nuovo record personale al numero 6 del ranking ATP. Il quarto posto occupato nella Race. Sono queste le nuove cifre di Jannik Sinner, che a Toronto ha conquistato il trofeo più importante della sua carriera.
E a chi prova a svilirne la vittoria, va ricordato che, sì, lungo il percorso il quasi ventiduenne altoatesino non ha battuto alcun top ten, ma ha sconfitto chi aveva eliminato Tsitsipas (Monfils), chi aveva eliminato Alcaraz (Paul) e chi aveva eliminato Medvedev (de Minaur). Non è colpa sua se quei tre, o chi per loro, non sono stati così bravi, nell’occasione, da arrivare a incontrarlo.
Dunque, un successo pienamente legittimo, che lancia Jannik, come detto, al sesto posto della classifica mondiale, eguagliando il miglior piazzamento ottenuto da Matteo Berrettini. Davanti a loro, nell’era computerizzata, c’è solo Adriano Panatta, che fu quarto nell’agosto 1976.
Al contempo, Sinner è ai piedi del podio nella graduatoria che parte da gennaio, valevole per la qualificazione alle Finals di Torino. Sono traguardi che fino a pochi anni fa erano impensabili per un azzurro.
Jannik, che era n. 8, scavalca, in un colpo solo, Casper Ruud (settimo; – 2) e Andrey Rublev (ottavo; – 1). Davanti a lui, ora, c’è il danese Holger Rune, che, malgrado l’uscita al debutto, stabilisce a propria volta il career high, divenendo quinto (+ 1).
Sfiora l’ingresso nell’élite mondiale il finalista, Alex de Minaur, dodicesimo (+ 6), suo nuovo record. Se avesse conquistato il titolo, sarebbe stato giusto decimo. Career high anche per i semifinalisti, Tommy Paul (13; + 1) e Alejandro Davidovich Fokina (23; + 14).
Più giù, in forte ascesa Mackenzie MacDonald (43; + 16), spintosi ai quarti, nonché Aleksandar Vukic (48; + 14) e Marcos Giron (54; + 16), entrambi negli ottavi, il primo da lucky loser, il secondo dopo aver superato le qualificazioni.
Precipitano ben oltre il centesimo posto Jack Draper (123; – 40) e, soprattutto, Pablo Carreño Busta (124; – 100): lo spagnolo si era imposto a Montreal l’anno scorso.
Tra gli italiani, dietro a Sinner, figurano Lorenzo Musetti (18; + 1), Matteo Berrettini (38; 0), Lorenzo Sonego (39; 0) e Matteo Arnaldi (61; + 5, career high).
Seguono, oltre il centesimo gradino, Marco Cecchinato (111; – 1), Luca Nardi (122; + 4), Fabio Fognini (125; – 4), Giulio Zeppieri (141; + 1), Flavio Cobolli (142; + 1) e Andrea Vavassori (160; – 3).
Avanza in modo poderoso Matteo Gigante (162; + 40), vincitore del Challenger di Cordenons). Dietro di lui troviamo Raul Brancaccio (164; – 2), Francesco Passaro (170; – 3), Mattia Bellucci (198; – 4) e Franco Agamenone (199; – 4). Esce per ora dai duecento Riccardo Bonadio (205; – 6).
Nulla si muove nella top ten del ranking WTA, con Jessica Pegula che, vincendo a Montreal, ha respinto l’assalto al gradino più basso del podio, appena riconquistato, portatole dalla semifinalista Elena Rybakina.
Subito dietro, la finalista Liudmila Samsonova guadagna sei posizioni, eguagliando con la dodicesima il primato stabilito il 27 febbraio.
Perde terreno Beatriz Haddad Maia (19; – 7), ne riguadagna Danielle Collins (34; + 14), approdata ai quarti partendo dalle qualificazioni.
La numero uno azzurra, Elisabetta Cocciaretto, resta trentesima. Seguono Jasmine Paolini (43; + 6), Camila Giorgi (52; – 1), Martina Trevisan (63; + 1), Lucia Bronzetti (68; + 1), Lucrezia Stefanini (104; – 5), Sara Errani (117; + 1) e Nuria Brancaccio (167; + 4).
I top ten del ranking ATP: 1 Carlos Alcaraz, 2 Novak Djokovic, 3 Daniil Medvedev, 4 Stefanos Tsitsipas, 5 Holger Rune (+ 1), 6 Jannik Sinner (+ 2), 7 Casper Ruud (- 2), 8 Andrey Rublev (- 1), 9 Taylor Fritz, 10 Frances Tiafoe.
Le top ten del ranking WTA: 1 Iga Swiatek, 2 Aryna Sabalenka, 3 Jessica Pegula, 4 Elena Rybakina, 5 Ons Jabeur, 6 Caroline Garcia, 7 Coco Gauff, 8 Maria Sakkari, 9 Petra Kvitova, 10 Marketa Vondrousova.
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