Wimbledon

Swiatek, esordio in controllo. Faticano Pegula e Azarenka

[1] I. Swiatek b. L. Zhu 6-1 6-3

Comincia con un nuova vittoria di routine il cammino di Iga Swiatek a Wimbledon, in un’edizione dove sarà di nuovo sotto attacco da Aryna Sabalenka per la posizione di leader del tennis femminile. Il successo a Parigi ha frenato le ambizioni della bielorussa che, grazie ai meccanismi del ranking mondiale, era in grande recupero nei primi mesi della stagione ma si è ritrovata a circa 1000 punti di distacco prima dello Slam londinese. Facendo due calcoli al volo, Aryna dovrà quantomeno giungere in finale o, in caso la polacca raggiunga la seconda settimana, cercare di vincere il titolo senza affrontare la diretta rivale nell’ultimo atto.

Wimbledon da questo punto di vista favorirebbe molto più la numero 2 del mondo, con Swiatek che ha giocato pochissimo e senza mai sentirsi a suo agio nei primi quattro anni spesi nel circuito WTA. Quest anno le prime sensazioni sono diverse, quantomeno dal lato di Iga. A differenza del 2022 dove dopo aver vinto a Parigi ha dovuto riposare almeno due settimane, quest anno è riuscita a ricavare una buona preparazione a Bad Homburg: prima una settimana circa di allenamenti, poi tre partite nel complesso piuttosto incoraggianti. Si parla di un torneo 250, quindi difficile forse capire il reale livello se contrapposta a giocatrici di alto calibro, ma in generale per lei era importante affrontare questa superficie con un tono diverso dal passato.

L’inizio a Church Road ha seguito abbastanza quel percorso fatto in Germania, perché al di là del 6-1 6-3 conclusivo c’è stata una Swiatek che non ha avuto veri momenti difficili e ha cominciato la partita imprimendo subito un livello troppo alto per l’avversaria, scivolata indietro fino allo 0-5 e due set point da fronteggiare. Zhu ha evitato il 6-0, quantomeno, e nel secondo parziale ha approfittato dell’unico vero inciampo della numero 1 del mondo quando ha perso quattro punti consecutivi dal 2-1 e servizio, 40-15. È stato un attimo, perché non ha quasi fatto in tempo a realizzare che era già dietro 0-30 in risposta. Saranno otto i punti consecutivi della polacca, che ha confermato il nuovo break di vantaggio e ha gestito bene la ripresa del gioco dopo la sospensione per pioggia sul 4-3, vincendo gli ultimi due game consecutivi.

Buono il rendimento col servizio, in termini di variazioni della direzione e piazzamenti, buono anche il lavoro fatto col dritto nella ricerca di angoli stretti e lavorazione della palla col polso, andando a colpire più in basso di quello che è il suo normale punto di impatto. “A dir la verità sì, mi son divertita parecchio oggi” ha detto intervistata a bordo campo all’intervistatore, e con questo biglietto da visita approccerà un secondo turno dove sfiderà o Martina Trevisan o Sara Sorribes Tormo.

[4] J. Pegula b. L. Davis 6-2 6-7(8) 6-3
[19] V. Azarenka b. [Q] Y. Yuan 6-4 5-7 6-4

Non un esordio semplice per due dei nomi più attesi nella parte alta: ci sono voluti tre set sia a Jessica Pegula sia a Victoria Azarenka per conquistare l’accesso al secondo turno. La bielorussa è stata quella che ha dovuto lottare di più, tra una sua condizione mai davvero buona in questa stagione e in generale un’amicizia con l’erba non propriamente sbocciata lungo la carriera, ritrovandosi a faticare e a dover salvare una chance di 5-5 quando ha servito per il match sul 6-4 5-7 5-4 contro la qualificata cinese Yue Yuan.

Numero 19 del seeding, Azarenka vanta una semifinale a Wimbledon come miglior risultato, ormai 11 anni fa. Ha legato al Centre Court anche uno dei ricordi più belli della carriera come la medaglia d’oro olimpica in doppio misto assieme a Max Mirniy, evento che per un paese comunque abbastanza lontano (nello sport) dai riflettori più mainstram ha avuto importante risalto e unito dalla medaglia di bronzo raccolta nel torneo di singolare. Oggi di quella Azarenka c’è abbastanza poco e tra le primavere che sono passate e una sua condizione sempre molto altalenante si è trovata a dover raschiare il fondo del barile per evitare scenari ben peggiori contro un’avversaria fastidiosa nei colpi da fondo campo e un suo ritmo mai convincente.

Pegula da dopo il torneo di Madrid è sembrata invece andare incontro a un calo di condizione, il primo forse da un paio di anni a questa parte. Avare di sorrisi le settimane conclusive sulla terra battuta e ugualmente quelle di avvicinamento a Wimbledon, la numero 4 del seeding dopo un primo parziale gestito con grande autorevolezza contro Lauren Davis si è trovata incastrata in un secondo dove non faceva più così male in risposta e nel braccio di ferro sul 3-4 è uscita addirittura brekkata. Ha salvato un paio di set point sul 3-5 ritrovando la parità, ma nel tie-break ha avuto difficoltà a chiudere quando dall’1-3 è salita sul 5-3, beffata su una voleè in allungo e poi senza concretizzare alcuno dei tre match point avuti, mentre la sua avversaria aveva bisogno “solo” del primo set point per rimandare tutto al terzo set.

Il momento un po’ di scoramento e confusione si è anche visto quando, perso la battuta nel primo game del set decisivo, Pegula si è seduta sulla propria panchina come fosse un cambio campo normale. Forse, alla fine, quel momento è anche servito come scossa visto che comunque ha saputo impedire a Davis di allungare e sul 3-3 ha tenuto un bel game malgrado alcuni bei vincenti di dritto dell’avversaria per strappare la battuta nel turno risposta successivo, chiudendo la pratica.

Altri incontri

Liudmila Samsonova è la prima testa di serie eliminata nel tabellone di Wimbledon. L’italo russa, che un anno fa cominciò una bella scalata nel ranking fino a portarla nei pressi della top-15 e che nel 2021 fece gli ottavi di finale a Church Road, quest anno sta vivendo diverse delusioni e la sconfitta 7-6(3) 7-6(4) contro Ana Bogdan è annoverabile tra queste.

Dopo il match vinto salvando match point nel secondo turno dell’Australian Open, contro Bianca Andreescu, Cristina Bucsa è riuscita a ripetere quel momento rimontando addirittura da 5-9 nel super tie-break del terzo set contro Kamilla Rakhimova imponendosi 6-3 4-6 7-6(9). Barbora Strycova è invece la vincitrice di una sfida particolare contro Maryna Zanevska (6-1 7-5): questo è l’ultimo Wimbledon della carriera della ceca, semifinalista qui nel 2019, ma rischia di esserlo anche per la belga di origini ucraine perché, come rivela il giornalista belga Dewud Filip, i problemi alla schiena sembrano ormai precludere ogni chance di poter proseguire con un ritiro eventuale ad appena 29 anni.

Diego Barbiani

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