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WTA Roma, pagelle: Rybakina e Kalinina perfette, male Sabalenka

Si è concluso il torneo WTA 1000 di Roma con la vittoria di Elena Rybakina in una finale tristemente segnata dal maltempo e dal ritiro della sfortunata Anhelina Kalinina.

Qui vogliamo proporvi le pagelle. Per alcune giocatrici i voti sono forse più scarsi che altre. Tutto è basato sul rendimento, aspettative, ranking, periodo della stagione.

Cominciamo dalle finaliste

Anhelina Kalinina: 9,5

Ancor più di Elena Rybakina, per mezzo punto, abbiamo voluto premiare la sfortunata finalista che ha condotto due settimane incredibili e (nel bene e nel male) indimenticabili. Sfortunata nel caos del sabato sera, ma era purtroppo oltre il limite delle sue possibilità fisiche. Si era visto quanto stesse forzando su due rincorse fatte nei primi punti del game sul 4-5. Era un match “a perdere”, quello, e l’atteggiamento in tutta la partita è stato molto nervoso e frustrato. Quando la massaggiatrice è scesa in campo e lei ha lasciato andare l’enorme frustrazione per non poter più giocare, tutto è stato più chiaro. Per il resto però solo applausi per la condotta di cinque partite di grande livello, portandosi a casa anche la vittoria nella partita più lunga della stagione WTA fin qui e aver avuto momenti di grande contatto emotivo col pubblico che l’ha seguita.

Elena Rybakina: 9

Un mezzo voto in più, almeno, va all’onestà di aver riconosciuto come nel successo a Roma ci sia stata una particolare concatenzione di eventi. I tre ritiri a favore, il freddo, la pioggia che ha evitato giornate impossibili per chi è allergica al polline. La fortuna aiuta gli audaci, però, e se da un lato la consapevolezza è una forza lo è anche quanto fatto vedere nel match chiave del torneo, contro Iga Swiatek. La polacca ha sbagliato solo un game, quello del controbreak, mentre la kazaka è rientrata in partita nel secondo set alzando notevolmente il livello, impressionando per la qualità degli scambi, della resistenza, del trovare il focus giusto nelle cinque palle break complessive salvate dal 2-4 di ritardo. Qualcosa simile a quanto visto da Swiatek a Madrid contro Aryna Sabalenka, quel qualcosa in più che è proprio delle migliori. Diamo un 9 anche al coach Stefano Vukov, perché è stato molto bello vederlo prima scendere fino alla prima fila per salutare Kalinina e consolarla dopo il ritiro (Anhelina è stata sua allieva prima che passasse ad allenare Rybakina) e poi è andato fino all’angolo dell’ucraina a consolare il coach e marito, molto rammaricato.

Semifinaliste

Aljona Ostapenko e Veronika Kudermetova: 8

Stesso voto per le due semifinaliste. Aljona tra alti e bassi soliti ha messo insieme belle vittorie e ha fatto i suoi soliti show. Esagerata, eccessiva, intraprendente, dinamica, irriverente. Sé stessa. Nel bene e nel male. E dopo i quarti di finale all’Australian Open eccola ancora in là in un grande torneo tra vincenti, smorfie, lo sguardo estremamente compiaciuto quando le si dice che ha fatto un gran partita e la pazzia di discutere con un arbitro sui segni della pallina fino allo sfinimento, non riuscendo mai a convincersi che abbia praticamente sempre torto. Eppure: semifinale. Promossa.
Promossa, anche se il voto poteva essere un po’ più alto, per Veronika. La russa veniva già dalla semifinale a Madrid, lì non aveva potuto nulla contro Iga Swiatek. Qui approfittando della voragione del suo quarto di tabellone è arrivata di nuovo tra le migliori quattro, cadendo però contro Kalinina in una partita dove era favorita e poteva trovare una pesantissima finale in un 1000. È tornata in top-10 nella Race, ma oltre alla continuità c’è bisogno anche di fare un passo in più.

Quarti di finale

Iga Swiatek: 7

Il metro di giudizio con cui ci riferiamo qui alla polacca è ben diverso che a quasi tutte le altre. Non dovrebbe esserci molto da motivare. Avesse battuto Rybakina saremmo arrivati al 7,5 o forse all’8. I quarti sul rosso per lei sono quasi una mezza delusione, e purtroppo qui c’è stato anche un problema fisico a fermarla. Fin troppo facile nelle prime due partite, per la differenza di livello e qualità che può mostrare, poi una vittoria non pulita contro Donna Vekic ma dove è stata letale in ogni punto decisivo giocato. E infine la partita contro la kazaka dove tutto sembrava indirizzato e si è trovata in lotta con tanti meriti della sua avversaria e nel finale di quel tie-break si è fatta male. Sfortunata.

Paula Badosa: 7,5

Altro buon torneo per la ex numero 2 del mondo, che da Indian Wells ha cominciato ad alzare le proprie prestazioni e dopo una serie di brutte sconfitte (per le occasioni avute più che per il rendimento suo) eccola finalmente battere una top-5 come Ons Jabeur, col problema però che non possiamo giudicarla una vera affermazione per via di una tunisina che non era pronta a scendere in campo con un livello competitivo. Però poi ha proseguito bene, arrivando fino ai quarti di finale. Vittorie, punti, fiducia. E intanto ha ottenuto una testa di serie al Roland Garros.

Qinwen Zheng e Beatriz Haddad Maia: 7

Buon torneo per Qinwen, che ha visto il suo nome entrare in top-20 diventando la quinta cinese ad abbattere questo muro. Non è stato però un cammino ‘da 1000′, almeno fino ai quarti di finale, come avversarie affrontare e il livello è stato un po’ altalenante. Tra l’altro, si ricorda soprattutto per aver giocato gli ultimi 30 minuti contro Anna Bondar su un campo che è andato peggiorando fino a diventare una palude e nell’ultimo game un vero lago. Però il risultato c’è e ne aveva bisogno perché finora non aveva fatto una gran stagione.
Un 7 anche alla brasiliana, che fin qui nel 2023 aveva mancato ogni occasione nei grandi tornei e che qui è arrivata invece fino alle migliori 8. Tabellone comodo, lo ha reso anche agevole, poi la dura maratona persa nei quarti di finale dove è franata negli ultimi minuti. Ma ormai, contro Kalinina, era diventata una lotta a chi rimaneva in piedi.

Ottavi

Camila Osorio: 8,5

Cuore sudamericano e tanta ‘garra’ in una ragazza che nei vari tornei che gioca appassiona sempre per la sua qualità di lottatrice senza sosta. Era destino scossasse (quantomeno) una scintilla con il Foro Italico, che l’ha vista partire dalle qualificazioni e arrivare fino agli ottavi di finale salvando lungo il cammino tre match point (nel primo turno) e poi battendo due ottime giocatrici come Petra Martic e soprattutto Caroline Garcia. Non aveva molte più energie contro Beatriz Haddad Maia, ma aveva fatto molto più del previsto e c’era riuscita giocando davvero bene. Dopo gli applausi a Madrid per il match contro Sabalenka, qui lo show è continuato e alla prima sul Centrale ha battuto la numero 4 del mondo. Instancabile.

Karolina Muchova e Donna Vekic: 7,5

Due bei percorsi, per entrambe. Poca differenza: vittorie importanti e sudate nei turni precedenti, poi sconfitte al quarto turno dove entrambe hanno fatto belle partite. Chi contro Swiatek, chi contro Badosa. Karolina ha salvato un match point già al secondo turno, contro Martina Trevisan, e ben sette set point contro Camila Giorgi al terzo. Ha passato alla grande gli esami di italiano e ha speso belle parole per il pubblico malgrado fosse stato sportivamente sempre contro di lei. Donna invece è piaciuta per la tenuta mentale sia contro Liudmila Samsonova che contro Swiatek, giocando liberamente contro la polacca e mettendola spesso in affanno.

Marketa Vondrousova, Marie Bouzkova, Daria Kasatkina, Xiyu Wang: 7

Velocemente spieghiamo le varie posizioni.
Vondrousova: da nove nelle prime tre partite contro Kaia Kanepi, Bianca Andreescu (un solo game perso) e Maria Sakkari, poi non è piaciuto come abbia approcciato la partita contro Elena Rybakina al quarto turno. Poteva fare di più, tante occasioni sprecate e voto complessivo che si è abbassato.
Bouzkova: il voto è tutto nella vittoria ai danni di Coco Gauff al terzo turno, facendo finalmente un bel risultato contro una giocatrice di livello più alto.
Kasatkina: è capitata negli ottavi contro il ciclone Ostapenko e all’inizio del terzo set ha mollato, forse aveva anche poche energie dopo le quasi tre ore e mezza del turno precedente contro Julia Grabher, abbastanza sottovalutate ma è stata una gran vittoria per la russa contro una giocatrice molto fastidiosa, vera giocatrice da “terra”.
Wang: altro buon torneo dopo Madrid, dove aveva battuto Bianca Andrescu in quasi tre ore. Gran braccio mancino, ancora abbastanza da rivedere nell’ordine del gioco ma al Foro Italico ha trovato i primi ottavi in un 1000 rimontando anche da match point sotto nel turno precedente.

Le delusioni

Caroline Garcia: 5,5

Continua la stagione fatta di delusioni per la francese, che già ha rischiato all’esordio contro Ana Bogdan rientrando da 3-5 nel set decisivo per crollare poi nel secondo incontro di fronte a Camila Osorio. Lontana dalla giocatrice che ha brillato nella seconda metà del 2022, si sta avvicinando al momento in cui cominceranno a scadere le cambiali più importanti e si teme possa cominciare a pensare più alla difesa della top-10 che a progetti migliori.

Ons Jabeur: 5

Siamo un po’ crudeli, perché la tunisina non era in condizione dopo l’infortunio al polpaccio di Stoccarda, ma proprio perché si è presentata è giusto valutarla per quanto si è visto. Molto lontana da una fiducia accettabile, Jabeur ha visto andare in fumo il miglior momento del 2022 quando vinse Madrid e andò poi in finale a Roma. Solo 10 punti raccolti qui, contro i 1585 dello scorso anno. Ora è molto lontana dalle prime e deve ricominciare da zero.

Martina Trevisan: 5,5

L’italiana numero 1 è stata subito eliminata, da testa di serie, e in una zona di tabelllone potenzialmente favorevole con Jabeur che non era la Ons di alto livello e non c’erano avversarie impossibili davanti. Per tanti motivi Trevisan non raggiunge la sufficienza, soprattutto per il rimpianto di averla vista così bene a Madrid e aver fatto pensare che con un buon sorteggio poteva farsi avanti e giocarsi le sue carte. Invece è arrivata una sconfitta, e con match point a favore.

Camila Giorgi: 5

Poco da dire. Vale per lei un discorso simile a quanto fatto per Trevisan, solo che nel suo caso pesano come un macigno i sette set point buttati nel match contro Karolina Muchova.

Barbora Krejcikova, Jessica Pegula e Coco Gauff: 5

A Krejcikova tra Madrid e Roma non ne è andata bene una. La ceca, che ha finito ora il periodo in cui nel 2022 non aveva giocato per problemi al gomito, ha guadagnato quasi nulla e si trova fuori dalla top-10. Poteva avere una chance al Foro Italico, sul 5-1 per lei nel primo set contro Ostapenko, poi però la lettone ha cominciato a giocare come una indemoniata e lei si è fatta trascinare in tutto ciò che serviva per toglierla dalla partita, compreso l’atteggiamento (poco carino, va detto) del pubblico che ha disturbato continuamente il gioco.
Pegula, la tennista con la maggiore costanza nei grandi tornei tra quelle appena sotto le prime della classe, è franata all’esordio e per mano (e che mano, onestamente) di Taylor Townsend, tornata dalla maternità e a 27 anni capace di battere una top-5 su terra rossa in un campo molto lento e pesante. Tanti nei per Pegula però, che ha continuato a mostrare il livello abbastanza basso di Madrid senza mai trovare marce alte.
Gauff, invece, è stata purtroppo molto più simile alla versione di questi ultimi mesi rispetto a quella che nel 2021 si giocò un posto in finale contro Swiatek.

Aryna Sabalenka: 4,5

Poteva forse essere un 5, possiamo parlare di stanchezza, ma dopo aver passato mesi ad avere gli stessi volti nel circuito WTA ad arrivare in fondo ecco che nella stessa giornata cadono sia Pegula sia Aryna. Un colpo ancor più duro pensando che veniva dalla vittoria a Madrid e si sta avvicinando sempre più al numero 1 del mondo (è in una posizione per cui anche perdendo all’esordio ha rosicchiato terreno a Swiatek). Certo una battuta d’arresto dove ha ceduto di schianto, sempre in rincorsa nel primo set contro la giocatrice che non t’aspetti, perché Sofya Kenin è reduce da due anni di grandi difficoltà e dopo l’expolit ha fatto solo sei game contro Kalinina. Per Sabalenka, se non altro, è un passaggio a vuoto importante ma che non dovrebbe complicarle i piani di arrivo al vertice.

Diego Barbiani

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Diego Barbiani

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