Domenica, giornata di festa e di pausa. Ieri si è conclusa la Billie Jean King Cup, ora comincia l’atteso WTA 500 di Stoccarda.
Alla Porsche Arena era il paradiso. Dal mattino si è stati pressoché da soli, con uno stadio intero tutto per noi, a bordo campo, che attendevamo l’arrivo delle ‘big’ per gli allenamenti. Come un luna park, dove fai giri illimitati alle giostre e non ti stanchi mai.
Torneo piuttosto unico per il campo di partecipazione, che attrae sempre il meglio che il tennis femminile possa offrire. E così, pur di fare un becero elenco, in uno stesso giorno ci sono state: Paula Badosa e Ons Jabeur, Daria Kasatkina e Aryna Sabalenka, Iga Swiatek e Donna Vekic, di nuovo Kasatkina con Emma Raducanu, Qinwen Zheng, Aljona Ostapenko con Barbora Krejcikova, Elena Rybakina con Veronika Kudermetova, di nuovo Swiatek con Karolina Pliskova e infine le padrone di casa Tatjana Maria e Jule Niemeier, loro (assieme a Badosa e Raducanu) le wild-card nel tabellone principale.
BADOSA E JABEUR, SFIDA ACCESA
La prima bella notizia è ritrovare una Jabeur davvero “carica”. Charleston è stata una parentesi ottima, ma serve ora continuare a spingere per recuperare il terreno perso nella prima parte di stagione. Soprattutto, scavando un po’ più nella persona, serviva ritrovare la Jabeur degli ultimi anni. Le vicende personali di inizio 2023, ancora non ben chiarite al pubblico (scelta sua se farlo o meno, in ogni caso) ma solo accennate velatamente durante la conferenza stampa post sconfitta a Indian Wells sembrano davvero alle spalle. Stamattina lei e Badosa avevano fatto un set in allenamento di grande intensità e dove si lasciavano spesso andare a reazioni anche spropositate, per il momento, arrivando anche a contestarsi alcune chiamate “out”. Era fatto tutto con un retrogusto di scherzo, ma avevano fatto una scommessa: chi perdeva doveva mettersi spalle al campo contro i cartelloni pubblicitari, piegate in giù e lasciare il fondoschiena come bersaglio di una pallata colpita dall’altra da dietro la rete.
Mettiamo alcuni video di supporto, per mostrare qui quanto fosse “animata” la situazione tra le due
Prima Jabeur che entra in campo col proprio dritto e chiude, con Badosa a urlare “No! NOOOO!” vedendo il suo recupero toccare il soffitto (e quindi perdere automaticamente il punto). Poi lo stesso punto controllato due volte: prima per togliere un ace alla spagnola che sembrava certo, poi per verificare che il suo dritto fosse buono e, dalla reazione di Jabeur, sembra proprio così.
Alla fine, a essere onesti, non si è capito chi avesse vinto. L’ultimo punto giocato è stato vinto dalla tunisina, che ha esultato come fosse partita vera, mentre Badosa che rimuginava le diceva: “Guarda che hai perso, hai perso col punto precedente!”. C’era sempre chiaro come entrambe lo facessero con il massimo del bene rivolto all’altra, ma in quel momento la bella amicizia tra le due era messa da parte per prendersi la vittoria. Jabeur diceva di aver vinto, Badosa: “Hai perso sto benedetto (a dir la verità la parola è più grezza, ma lasciamo a voi l’immaginazione) set!”. Insomma, alla fine, una stretta di mano e hanno fatto penitenza entrambe, con l’altra però che ha sempre mancato il bersaglio.
KASATKINA, OTTIME RISPOSTE
Kasatkina, per il terzo giorno di fila, ha avuto una partner di allenamento diversa. Ha cominciato venerdì con Sabine Lisicki, ha proseguito sabato con Ostapenko e Vekic, e oggi ha avuto prima Sabalenka e poi Raducanu. Il suo allenatore, Flavio Cipolla, in questi giorni si è fermato più volte con noi per una chiacchierata. Oltre all’intervista si era svariato su tante cose più o meno rilevanti, e sta trasparendo forte quanto ci tenga a far bene ponendosi senza alcun piedistallo nei confronti della sua giocatrice, convincendola però (semmai ce ne fosse bisogno) che da questi allenamenti può trarre tanto. La separazione di ‘Dasha’ da Carlos Martinez è stata, a quanto riferiscono voci di corridoio, più dura di quanto non sia stato detto. Non che il comunicato del coach spagnolo fosse propriamente generoso, ecco. Però Flavio si è imbarcato nella prima esperienza vera da allenatore con grande educazione e in questi giorni abbiamo visto Kasatkina di nuovo col sorriso sul volto, al di là poi dell’allenamento con Ostapenko di sabato mattina che ci ha un po’ sorpreso, visti gli attriti di qualche tempo fa tra le due. Tra l’altro, lo abbiamo fatto notare a Cipolla proprio alla fine di quell’allenamento e lui sembrava un po’ sorpreso: “Ma guarda, non mi sembra di aver notato nulla di ché, tra l’altro l’ho chiesto io a Ostapenko e mi ha detto subito sì”. “Ma infatti” abbiamo risposto “lei era pure apparsa nel vlog della ragazza di Daria a Miami, va a finire che è tutto sepolto”. E Flavio: “Guardale, sembrano quasi migliori amiche ora”. Effettivamente, cinque minuti dopo la fine dell’allenamento, Ostapenko e Kasatkina erano sedute una accanto all’altra a ridere come matte, mentre Natalia (la ragazza di Daria) era con loro e filmava qualcosa, forse da inserire nel prossimo episodio del vlog sul suo canale YouTube.
OSTAPENKO, GUIDA SPERICOLATA
La lettone, oggi, è stata protagonista anche di un evento promozionale del torneo con il giro sulla Porsche Taycan 4, lo stesso modello che spetterà alla vincitrice, per il Porsche Driving Challenger. Noi non potevano assistere, ma un caro amico ci ha imbucato (ciao Jimmie) e tenendoci in disparte abbiamo visto Ostapenko impazzire alla vista della macchina tanto da chiedere alla moderatrice WTA di farle un video mentre guidava. “Ma guarda che lo fanno già loro”, le ha risposto un po’ sorpresa. “Sì sì ma ti prego fallo anche col mio cellulare”. Aveva gli occhi che brillavano, lei che guida già una Porsche per le strade di Riga. Talmente presa dalla macchina che si è impappinata due o tre volte con la breve frase che doveva ripetere alla telecamera prima di dare il via alla sua prova. Ha fatto il suo giro, ma proprio sull’ultima curva ha girato troppo stretta tirando giù quattro coni. “È più veloce di Emma (Raducanu, nda), ma forse quei coni le daranno una penalità” era il commento di chi guardava il cronomentro. “Penso di non aver fatto male” ha detto lei, divertita, alla fine, “ma quella retromarcia finale l’ho fatta un po’ lenta, avevo un po’ di stress per farla bene”. Come in campo, deve andare a tutta. Tra l’altro poco più tardi è tornata sul centrale per un altro allenamento, il secondo della sua giornata. C’era con lei Krejcikova, giunta on site solo poche ore prima e che si era subito diretta a guardare l’allenamento di Swiatek (sembra davvero non possa stare senza tennis, la ceca, visto come quando non gioca è sempre in tribuna).
Hanno cominciato a palleggiare, ma dopo appena 15 minuti quando Barbora ha detto qualcosa Aljona è subito scattata: “Vuoi fare punti? A me va bene, ho già fatto un’ora di allenamento, quando vuoi possiamo cominciare”. Krejcikova, probabilmente, aveva detto qualcosa in ceco al suo allenatore, eppure Ostapenko aveva colto la palla al balzo. Sono andate avanti un po’ con qualche esercizio sul rovescio prima di fare qualche servizio e quando la ex numero 2 del mondo ha detto “ultimo!” finalmente, con grande senso di liberazione, Ostapenko si è lasciata andare a un “YEAH!”.
RYBAKINA È CARICA A “PALLETTONI”
La cosa bella di giornate così è che nel silenzio totale si sente molto bene cosa dicono giocatrici e i membri dei rispettivi team. Per esempio con Rybakina, subito dopo. Il coach Stefano Vukov, lo vedevamo già a Indian Wells, parla tanto e spesso mescola inglese, russo e croato (paese di nascita) in base a cosa vuole dire, magari anche per farsi capire meglio. Elena non rimaneva in silenzio, ma spesso replicava con buon appiglio. Come vedevamo in California: il lavoro, così, funziona tra loro. Non è un mistero che Vukov abbia cominciato a lavorarci quando lei era fuori dalle prime 200 del mondo, e ora è una ragazza che vola. Il suo è stato forse l’allenamento migliore di giornata, perché si son viste tante cose buone e un livello già piuttosto alto. Tanto che Vukov, pur spiegandole più volte vari accorgimenti tra cui il non dover sempre scivolare (anche per non complicarle troppo la vita quando non serve) in una pausa si è lasciato andare in italiano a un’esclamazione che è tutta un programma. Non sapeva fossimo lì, ma non crediamo ci sia alcun male nel riportare questo virgolettato: “Non so com’è, ma gioca sempre meglio. Con alcune vedi che ci sono dei cali, alti e bassi, con lei mai”.
SWIATEK, PERFEZIONISTA CHE NON SI ACCONTENTA
Iga è tutt’altro genere di giocatrice rispetto a quelle citate. I suoi allenamenti sono sempre particolari. Raccontava Jimmie che cercava spesso una reazione nel suo volto per avere una foto particolare e piacevole da caricare, ma ha capito da tempo ormai che non è lei la persona adatta a queste cose. Swiatek, quando va in campo per un allenamento, è una sfinge. Concentrazione spesso altissima, infastidita da errori non gravi. È tornata, sembra, piuttosto bene. Difficile magari capire il vero livello, perché a vederla sembra non si accontenti mai. Oggi, per quanto non capiamo il polacco, dopo aver condotto magistralmente un punto contro Karolina Pliskova si è rivolta al proprio allenatore con lo sguardo incrucciato, e Tomasz (anche qui, in polacco) le ha risposto col tono di chi sembrava dirle: “Ma cosa c’è che non va bene qui?”. E Wiktorowski, in questo, è come lei. In allenamento sono molto seri, tranne per un momento oggi quando Swiatek, stavolta con Vekic, è caduta a terra dopo una risposta vincente su una prima palla della croata.
Donna si è subito sincerata delle sue condizioni, Iga si è rialzata e ha alzato la racchetta come a dire “sì, tutto ok”. Tomasz, forse anche per sdrammatizzare: “Quella era una risposta ninja!”. Per chi non lo sapesse (male, molto, sappiatelo), “ninja” era uno dei soprannomi di niente meno che Agnieszka Radwanska.
Qui invece, tra parentesi, ci mettiamo il dritto della sua potenziale rivale al secondo turno: Qinwen Zheng che lo scorso anno ci ha giocato contro in due occasioni e ha sempre portato la partita al terzo. Sempre perso, ma per Swiatek non sarà facile (anche perché se non sarà la cinese, sarà la statunitense Alycia Parks, che ha un servizio devastante per quanto ancora su terra battuta possa faticare e che qui è entrata in tabellone come lucky loser dopo il ritiro di Petra Kvitova).
Swiatek, dicevamo, è apparsa piuttosto bene. Sabato al primo allenamento fatto qui ha fatto anche palleggi molto interessanti. Lei ovviamente sembrava infastidita perché un dritto, per esempio, usciva di poco ma coach Wiktoworski (cosa che a Indian Wells non faceva tanto) spesso applaudiva e le urlava: “TAK!” (“così”, in polacco).
Puoi essere Swiatek o puoi essere Ostapenko, durante gli allenamenti, e non c’è davvero alcun genere di problema se trovi il modo di essere te stesso. Con questa frase possiamo anche chiudere.
Anzi no.
È stato carino, in questo weekend, il doppio siparietto tra Swiatek e Cipolla. Sabato Iga, finito l’allenamento, aveva preso il telo da passare sul campo per pulirlo. Flavio, che era appena entrato con Daria per il loro turno, le era corso incontro: “Iga, faccio io”. La polacca: “No, non c’è bisogno”. Lui: “Non ti preoccupare, vai pure, faccio io”. E l’ex tennista ATP alla fine ha passato il telo sulla metà dove aveva giocato la numero 1 del mondo. Oggi i due si sono ritrovati
Di nuovo, Cipolla le è andato incontro offrendosi per passare il telo al suo posto, ma stavolta Iga pur apprezzando non ne ha voluto sapere. Kasatkina, dietro di loro, nel frattempo se la rideva.
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