Sarà tra Svizzera e Australia la finale della Billie Jean King Cup, l’ex Fed Cup che dal 2021 si gioca sulla formula condensata in una settimana tra gironi, semifinali e appunto la finalissima.
La nazionale elvetica è alla seconda finale consecutiva dopo quella persa contro la Russia lo scorso anno mentre per le oceaniche si tratta della seconda in tre edizioni dopo aver perso quella in casa, a Brisbane, contro la Francia nel 2019.
Per le giocatrici europee si tratta di una piccola e importante conferma. Non erano forse le più “complete” come squadra ma, e questo vale ormai da tanti anni, sono molto affiatate tra loro e hanno sempre potuto contare sulla presenza di Belinda Bencic, che si è sempre spesa tanto nelle gare a squadre con la maglia della propria nazionale raccogliendo anche l’oro olimpico in singolare e l’argento in doppio a Tokyo 2021, in coppia con Viktorija Golubic, altra tennista che spesso ha tirato fuori prestazioni importanti con la maglia rossocrociata.
Il “caso” Golubic è forse il più rievocativo per spiegare il netto 2-0 nella semifinale contro la Repubblica Ceca, perché diversi anni fa quando la seconda singolarista svizzera era ancora ben lontana dalle prime 100 del mondo fece due prestazioni ai limiti della perfezione battendo Karolina Pliskova e Barbora Strycova in un combattutissimo incontro in semifinale perso dalle elvetiche solo nel doppio decisivo. Viktorija, che di lì a poco avrebbe fatto un primo passaggio in top-100, fu la protagonista che forse in pochi si sarebbero attesi e oggi c’è di nuovo il suo zampino grazie al 6-4 6-4 importantissimo ai danni di Karolina Muchova. La Repubblica Ceca doveva vincere quel singolare per avere speranze in doppio, vista la forma molto deficitaria di Pliskova che già nei gironi, contro la Polonia, fu protagonista in negativo con una brutta sconfitta subita contro Magda Linette e fu lasciata in panchina nello spareggio contro gli Stati Uniti. Paradossale, anche, la scelta di Muchova se è vero che è rimasta a guardare Marketa Vondrousova, rientrata da qualche settimana dopo sei mesi di infortunio ma già in mostra con un trofeo ITF da 100.000 dollari ottenuto e la vittoria a Glasgow contro Danielle Collins con un netto 6-3 6-3.
Le svizzere, avanti 1-0, dovevano raccogliere il secondo punto ed era tutto nelle mani di Bencic che non poteva davvero sbagliare. Così è arrivato il successo, abbastanza netto, per 6-2 7-6(6) dove solo un inciampo a inizio della seconda frazione ha rimesso in piedi la ceca che però sul 5-3, manifestando la solita altalenanza e insicurezza, ha perso la battuta e nel tie-break ha pasticciato un po’ troppo dal 4-4.
Adesso dunque sarà sfida all’Australia. Una nazionale molto cambiata in questi ultimi anni, che ha inserito Ajla Tomljanovic (in squadra solo dalla finale 2019 dopo una lunga trafila burocratica per via del doppio passaporto) e che ha perso Ashleigh Barty e perderà a breve Samantha Stosur, con Daria Saville ai box a causa della rottura del legamento crociato. Così Tomljanovic è chiamata da prima singolarista a essere la leader di un gruppo da riamalgamare. Oltre a lei, il capitano Alicia Molik ha chiamato come singolariste Storm Sanders (fuori dalle prime 200 del mondo) e Priscilla Hon, fin qui mai utilizzata, mentre come doppiste Ellen Perez e proprio Stosur che, tra qui e la United Cup di inizio 2023, dovrebbe definitivamente chiudere la sua lunga carriera.
Non era una squadra prevista così in fondo, nei piani della vigilia. E soprattutto chi sta veramente facendo la differenza è Sanders, che ha vinto partite molto importanti fin dal primo match contro la Slovacchia, passando poi per il Belgio e la Gran Bretagna dove ha portato a casa entrambi i punti tra singolare e doppio. Prima la vittoria 6-4 7-6(4) contro Heather Watson, poi assieme a Stosur si è imposta nel doppio decisivo contro Olivia Nicholls e Alicia Barnett per 7-6(1) 6-7(5) 10-6 soffrendo, rischiando un po’ troppo tra la fine del secondo set e l’inizio del match tie-break ma emergendo alla distanza. In mezzo alle sue prestazioni, la sconfitta di Tomljanovic contro Harriet Dart che aveva rimesso tutto in parità.
Ora dunque la sfida tra le nazionali sconfitte nelle ultime due edizioni. Una delle due vedrà la maledizione interrompersi.
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