[3] O. Jabeur b. T. Maria 6-2 3-6 6-1
Soltanto nel 1960 Wimbledon ha visto nel tabellone femminile una tennista africana in finale. 62 anni dopo, nel sabato più importante del torneo, Ons Jabeur “eguaglierà” la sudafricana Sandra Reynolds Price e diventerà al tempo stesso la prima araba e nordafricana a giocare per il titolo più importante nella stagione tennistica.
La tunisina si è imposta in una sfida di altri tempi contro Tatjana Maria a forza di giochi di tocco, smorzate, passanti stretti e colpi da dietro le spalle per tre set che sarebbero atipici già nel tennis di quest era, figuriamoci nel circuito femminile. Una partita che sembrava uscita dagli anni ’80 anche per la particolare volontà di entrambe di giocare quasi solo slice e smorzate perché, soprattutto per Ons, che dal lato del dritto faceva abbastanza fatica a spingere e allora era puro istinto e follia voluta e cercata grande a una mano che non ha eguali nel tennis contemporaneo.
Bellissimo poi, dopo l’ultimo punto, il lungo abbraccio a rete e come la stessa Jabeur abbia preso con sé Maria per portarla in mezzo al campo e chiedere l’applauso del pubblico alla vera sorpresa del torneo, che da numero 103 del mondo ha saputo anche oggi regalare spettacolo e prendendo un set alla numero 3 del tabellone. La tedesca, che tra un mese spegnerà le 35 candeline, è stata protagonista attiva in uno scenario che ha strappato applausi e sorrisi a tutto il pubblico. Per lunghi tratti sembrava che le due si divertissero, o provassero comunque grande piacere, a sfidarsi in una sceneggiatura così lontana dalle solite. Maria stessa oggi ha fatto probabilmente ancor più bella figura rispetto ai turni precedenti perché se contro giocatrici potenti e molto aggressive come Maria Sakkari, Aljona Ostapenko e, in parte, Jule Niemeier, le “bastava” giocare con intelligenza per distruggere il ritmo e chiamare l’errore avversario, oggi doveva avere un ruolo ben diverso e partecipare alle trame. Ha subito numerosi “hot shot” dell’avversaria, ma si è tolta il piacere di prendere a sua volta qualcosa di spettacolare nei pressi della rete.
Jabeur era abbastanza tesa all’inizio, ma entrambe sembravano contratte nei primi game. Ons ha avuto la bravura però di mettere già grande pressione in risposta e alla quinta palla break complessiva, sull’1-1, si è presa un primo vantaggio. Se nel suo turno di battuta iniziale sono volati via due dritti, altrettanti l’hanno portata sotto 0-30 in quello successivo. Da lì se n’è uscita alla grande: seconda vincente e una smorzata di dritto assolutamente fuori logica ma perfetta su un dritto d’attacco della tedesca seguita poi da un primo dritto efficace sull’incrociato e l’allungo successivo. Maria è rimasta in scia, ma sul 4-2 Jabeur ha cominciato a colpire bene da fondo campo trovando più scioltezza col braccio nel suo dritto e prendendosi un doppio break capitalizzato da un perfetto turno di battuta cominciato con due ace per mettere in cassaforte il primo parziale.
L’altro segnale di una tunisina abbastanza nervosa è stato proprio quello di un servizio che funzionava poco. Bassa percentuale di prime ma soprattutto non è quasi mai entrata la sua traiettoria preferita: quella centrale, da entrambi i lati, che quando è “on” riesce a giocarla a occhi chiusi con grande rapidità di braccio. In tutto ciò, nervosa e infastidita, continuava a esaltarsi in scambi fatti di soli slice e chiamate a rete. Malgrado tutto, sembrava che entrambe provassero grande piacere a sfidarsi così. E la tensione ha giocato poi un brutto scherzo a Jabeur che di nuovo col dritto tornava a sbagliare troppo, dall’1-1 15-40 nel secondo set, e mancate le due chance di break consecutive ha poi regalato la prima occasione alla tedesca mettendo largo un dritto dal centro sul 30-30, subendo il momento e perdendo la battuta con Maria che allungava e prendeva molta più sicurezza tornando a mostrare il volto che aveva segnato le rimonte nei due turni precedenti.
Continuavano i tocchi a rete spettacolari, ma gli equilibri erano girati. Jabeur era molto più irregolare, fallosa e un po’ ferma con le gambe. Maria invece volava rischiando già di prendersi il set sul 5-2 ma riuscendoci molto bene sul 5-3. A questo punto, un set pari, Ons è ripartita alla grande e l’ottimo game di apertura nel terzo set ha pesato tantissimo soprattutto per lei che si è calmata e ha potuto affrontare il primo game in risposta capendo quanto potesse valere mettere subito pressione e non portarsi dietro l’avversaria. Il break è arrivato, confermato rapidamente e poi raddoppiato sul 3-0. La partita in quel momento era finita, continuavano le chiamate a rete e le belle soluzioni scandite dai tanti applausi, ma ormai era pura attesa per capire quando e come sarebbe stato l’ultimo punto, arrivato sul 5-1 40-15, con un dritto in rete della tedesca. È finale, è (ancora una volta) storia.
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