[5] R. Nadal b. [3] A. Zverev 7-6(8) 6-6 rit.
Epilogo inaspettato ma tutto sommato nemmeno troppo illogico nella prima semifinale del Roland Garros, quella nobile, che nobile non lo è stata quasi mai. A partire dall’ottavo game del primo set, con Zverev avanti 4-3 e servizio, una partita normale si è trasformata in uno show più vicino allo spettacolo da baraccone che ad un match di così alto livello. I due competitor non ci hanno fatto mancare praticamente nulla degli scempi possibili: da palle sneza peso che arrivavno a metà campo a dritti che finivano a tre metri dal campo; da volée che non toccavano la rete a smash spediti in tribuna e come ciliegina persino una racchetta volata di mano (a Zverev) quando si apprestava a colpire un game point tra i più facili che si possano immaginare. Nadal, che almeno ha il merito di essere rimasto con la testa nel match a differenza di un incommentabile Zverev, continua a veleggiare sul torneo con l’aria più incredula che riesce a mettere insieme, perché il primo ad aessere stupito pare proprio lui. Zverev si era portato sul 6-2 del tiebreak giocando semplicemente la palla in campo e ci vorrebbe forse ben altro romanziere per spiegare non tanto l’errore sul secondo set point, ma quello sul terzo, con Nadal che ha sì raccattato una palla che altri avrebbero lasciato perdere ma che doveva essere ovunque, quella palla, ma non lì dove Nadal l’ha trovata. Per non parlare del set point decisivo, con un dritto a campo aperto spedito esattamente dove c’era il dritto aperto di Nadal, così da poter far credere a qualche mai troppo vituperato “esperto del ramo” a chissà quale fenomenale gesto tecnico. Come no.
Ma se la fine del primo set è stata un delirio quello che è venuto dopo non si era forse mai visto su un campo da tennis. I due sono arrivati al 5 pari tenendo appena un servizio ciascuno, senza che nessuno avesse mai fatto niente per brekkare l’avversario. I punti si sono susseguiti senza nessuna logica, senza che i due riuscissero a combinare chissà quale trama. E i 3 doppi falli di Zverev sul 5-3 e servizio alla fine sono sembrati forse la cosa più normale.
Una partita del genere,, che toccava le tre ore senza nemmeno finire il secondo set, si chiudeva nel modo straziante che verete adesso su tutti i social possibili, con un movimento del tutto senza senso di Zverev che invece di giocare il secondo tiebreak prendeva le vie degl spogliatoi su una sedia a rotelle. Il tedesco tornava in campo solo per salutare Nadal, alla sua quattordicesima finale a Parigi, dove a questo punto sarà il caso di scomoddare il soprannaturale: qualche stregone avrà fatto un sortilegio e adesso ride dei nostri tentativi di trovare un qualche filo logico in quanto abbiamo assistito oggi pomeriggio. E al pensiero che non è ancora finita il cor ancor non regge.
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