Lorenzo Sonego si è qualificato al terzo turno di Wimbledon (dove lo scorso anno aveva raggiunto gli ottavi), battendo in tre set il francese Gaston: 7-6 6-4 6-4 il risultato finale. L’azzurro, uno dei due rimasti ancora in tabellone con Jannik Sinner, attende il vincente tra Rafael Nadal e Rikardas Berankis.
E’ un erbivoro inconsapevole Lorenzo Sonego. O meglio, qualche consapevolezza, dall’anno scorso, ce l’ha. Veniva dall’ottavo di finale perso contro Roger Federer, da quella partita sul Centrale. Oggi, sul campo 14, ha offerto una prova convincente contro Gaston, tra gli occhi di molti connazionali e di un pubblico caloroso per lui.
In un torneo che ci ha privati troppo presto di Berrettini, sia Sinner che Sonego stanno comunque mantenendo una forma e una “cazzimma”, soprattutto, che ci confermano come la spina dorsale del tennis maschile italiano sia solida e conti su giocatori veri.
Una stagione fin qui deludente quella di Lorenzo, reduce anche da mesi su terra che non hanno prodotto i risultati sperati (né comparabili a quelli della scorsa stagione).
Ma le statistiche parlano chiaramente: il 77% di punti vinti con la prima, il 62 con la seconda, tante prime in campo, 45 discese a rete (29 delle quali andate a segno), 116 punti a 99. Come direbbero gli inglesi, “clean win”, vittoria pulita, netta, senza possibilità di rimpianti per un avversario certo più avvezzo ad altre superfici. Alcuni punti spettacolari, come questo:
Ma la verità è che quando Sonego è convinto di sé, si esalta ed esalta il proprio gioco, il pubblico in campo, malgrado il suo sia un tennis da contrattaccante, malgrado non abbia ricami preziosi e colpi fulminei, ma riesce sempre a produrre esplosività con la voglia di vincere e la “garra” che gli sono proprie.
Il cosiddetto transition game, quello che è stato difficile ad arrivare, passare dalla difesa all’attacco, avvicinarsi pian piano alla palla e fare gioco, trovando quindi l’equilibrio perfetto per il tennis moderno e farlo su tutte le superfici è la sfida più ardua del nuovo corso tennistico; così è stato anche per Sonego.
Il resto lo hanno poi fatto l’elasticità dei muscoli di Lollo, la sua capacità di andare in giro per il mondo senza che questo gli pesi davvero, il fatto di essere molto legato alle sue origini e alla sua città non gli fa perdere l’entusiasmo e la curiosità anche quando è fuori per mesi. E poi, la convinzione.
Quella convinzione che anche quando era fuori dai 100 ha sempre avuto e che ha avuto anche in questa stagione maledetta avara di soddisfazione, quella che gli permette di non perdere mai l’orientamento, di seguire quella strada che conosce e pure quella che si è figurato.
Quella che ora lo porterà, con ogni probabilità, ad affrontare Rafa Nadal. Sul Centrale, ancora, darà tutto quel che ha
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