ROMA. Prima giornata del tabellone principale negli Internazionali d’Italia all’insegna degli italiani classe 2001, la stessa di Jannik Sinner. Francesco Passaro e Matteo Arnaldi, che si erano guadagnati la wild card tramite le prequalificazioni, cedono rispettivamente a Garin e Cilic.
Il loro coetaneo Giulio Zeppieri, unico nostro esponente rimasto in gara nelle “quali” dopo il round d’esordio, batte Cressy al tie-break decisivo ed entra in tabellone.
GARIN B. PASSARO 6-3 6-2 (1° turno main draw)
Comincia Passaro, opposto a Cristian Garin nel secondo match sul centrale (buono il colpo d’occhio), dopo il successo in due tie-break di Krajinovic su Tiafoe. Il perugino, numero 366 del ranking, non lesina impegno né decibel: urlando a ogni colpo, cerca di prendere sempre l’iniziativa, spostandosi spesso sul diritto per esplodere le sue frustate. La cosa gli riesce soprattutto in risposta, sulle morbide seconde del cileno. Il servizio, invece, non è abbastanza incisivo, ed è così, che, dopo averlo tenuto in apertura, Francesco non ne conserva più uno per l’intero primo set. Recupera comunque per due volte un break di svantaggio, innescando a tratti cori da stadio, che, sfruttandone il nome di battesimo, rievocano fasti di tottiana memoria. Dal 3 pari, però, il n. 39 ATP allunga inesorabilmente per il 6-3.
Il secondo parziale si apre con un long game, che Passaro si aggiudica alla settima palla break. Subito dopo, Garin chiama il medical timeout per un problema al piede sinistro. Alla ripresa, l’azzurro tiene a zero il servizio e si porta sul 2-0, ma è l’ultimo gioco che conquista. Garin, infatti, fa valere la ben maggiore esperienza e chiude 6-3 6-2. Al secondo turno il tennista di Santiago se la vedrà niente meno che con Carlos Alcaraz.
CILIC B. ARNALDI 6-1 6-4 (1° turno main draw)
A seguire, sul centrale è il turno di Matteo Arnaldi. Di fronte un avversario quanto mai blasonato: l’ex numero 3 ATP Marin Cilic, uno dei rarissimi iscritti al Club degli Slammers nell’era di Federer, Nadal e Djokovic.
In principio il sanremese paga lo scotto dell’inesperienza. La prima frazione vola via in un lampo, con un 6-1 che non ammette contestazioni. Ben diverso è l’andamento del secondo parziale, in cui Arnaldi, ormai senza timori reverenziali, mette sotto pressione il rivale, servendo bene e facendo un uso sapiente e oculato del drop-shot. Salvate due palle break nel terzo game, Matteo ne ha una a disposizione nel quarto, ma il croato l’annulla con uno schiaffo al volo sulla riga.
Il pubblico si scalda, si alzano i cori «Matteo, Matteo», che non possono non richiamare alla mente il grande assente Berrettini. A spegnere ogni entusiasmo giunge però il break di Cilic, operato al momento giusto, nel nono game, evitando così di arrischiarsi in un caldo finale di set punto a punto. È dunque Marin a passare: il suo prossimo avversario uscirà dal confronto tra Luca Nardi e Cameron Norrie. Per Arnaldi, comunque, un primo impatto con il grande tennis da valutare positivamente.
ZEPPIERI B. CRESSY 4-6 6-4 7-6 (turno decisivo qualificazioni)
Arriva dal Pietrangeli la gioia di giornata per il nostro tennis. Dopo aver sconfitto ieri in rimonta, sullo stesso campo, lo slovacco Alex Molcan (n. 47 ATP), Zeppieri si ripete con identiche modalità, battendo lo statunitense Maxime Cressy (n. 64) e conquistando un posto nel main draw.
E dire che il mancino di Latina non avrebbe nemmeno dovuto prendere parte alle qualificazioni… Ha infatti ottenuto la wild card per disputarle in seguito al forfait dell’amico di sempre Lorenzo Musetti, che ha promosso direttamente in tabellone Luca Nardi, liberando un posto per il torneo preliminare.
Giulio ha sfruttato l’opportunità come meglio non si poteva, mandando in delirio il pubblico capitolino. Come prevedibile, data l’attitudine di Cressy da attaccante a oltranza, a rete su ogni palla, si sono visti ben pochi scambi prolungati. Dopo una frazione d’avvio persa su unico break (nel decimo e ultimo gioco), l’azzurro ha restituito all’avversario il 6-4, prendendosi il servizio del rivale nel game d’apertura del secondo parziale e mantenendo lo scarto sino alla fine.
In un incontro decisamente legato ai turni di battuta, nessuno è riuscito a strapparlo all’altro nel terzo set, cosicché, inevitabile, è giunta la conclusione al tie-break. Qui, nella bolgia dello “stadio delle statue”, è stato Zeppieri a mantenere i nervi più saldi: per Cressy, un doppio fallo nel secondo punto e poi, recuperato il minibreak, un serve&volley tentato e malamente sbagliato sul matchpoint contro, che ha regalato il successo al n. 229 ATP, impostosi con il punteggio di 4-6 6-4 7-6(5).
Zeppieri entra così nel main draw (dove troverà il russo Karen Khachanov), dopo che nell’edizione 2020, disputata nel mese di settembre per la pandemia, aveva sfiorato analoga impresa. Allora aveva battuto Norrie e Dellien, arrendendosi poi in tre set proprio a Musetti. Il quale, stavolta, indirettamente e suo malgrado, si è fatto perdonare per lo “sgarbo”, regalando di fatto all’amico la tanto bramata nuova chance. E Giulio – con Lorenzo al suo angolo a fare un tifo scatenato, assieme a Cobolli e Cecchinato – non se l’è lasciata sfuggire…
JANNIK SINNER
Intanto, lo stesso Jannik Sinner ha presenziato alla tradizionale conferenza stampa pre-torneo, in attesa del debutto contro lo spagnolo Pedro Martinez. Di seguito alcuni estratti delle sue parole…
DETTAGLI. «Quando sei numero 10-15 del mondo, ogni dettaglio può avere un peso, fare la differenza. Rispetto a tre anni fa, quando ho esordito qui, sono sempre lo stesso, ho un obiettivo in testa e cerco di raggiungerlo. Solo il livello è un po’ più alto».
ROMA. «La pressione qui a Roma? Sì, c’è, è inevitabile, ma la devi gestire, fa parte del gioco. La terra del Foro Italico mi piace di più rispetto a quella di Madrid: lì è in altura e si scivola molto. Il Pietrangeli è più pesante, il centrale più veloce, con la gente l’atmosfera è davvero bella».
IL LAVORO CON IL NUOVO COACH. «Con Simone Vagnozzi stiamo lavorando bene, sto cercando di essere più aggressivo, di andare più a rete, di progredire sul rovescio. Credo di avere margini di miglioramento in ogni aspetto, e direi che siamo sulla buona strada».
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