[2] I. Swiatek b. [14] C. Gauff 6-3 6-1
Prima del 2022 Iga Swiatek aveva raggiunto soltanto due volte i quarti di finale in tutti i tornei giocati sul cemento nel circuito maggiore. Le circostanze furono ad Adelaide, nel WTA 500 di fine febbraio 2021 e pochi mesi più tardi nel torneo di pari livello a Ostrava quando fu fermata in semifinale. In questo 2022 questi dati sono stati letteralmente stracciati: la ventenne polacca è arrivata tra le migliori otto ad Adelaide e all’Australian Open (sconfitta in semifinale) poi a Doha e Indian Wells dove ha vinto il titolo e adesso a Miami. Uno Slam, tre tornei 1000 e un 500.
Quattordici vittorie consecutive, addirittura solo nove i game lasciati per strada a Miami frutto di tre partite dominate. Oggi sembrava potesse esserci una prima prova del 9 contro Cori Gauff dopo due turni in cui l’enorme differenza con le avversarie è emersa da subito, eppure Iga ha cambiato modo di porsi in campo e ha finito per dilagare, trionfando 6-3 6-1 in poco più di 70 minuti.
Il loro unico precedente fin qui, a Roma lo scorso anno, sembrava anticipare una partita più tirata. Quella volta vinse Iga, che poi chiuse il torneo col doppio 6-0 contro Karolina Pliskova, ma faticò parecchio nel primo parziale, spesso chiamata in estrema difesa nei propri turni di battuta per la qualità della risposta di Gauff che spesso cercava di imporsi a un servizio non particolarmente sicuro. A meno di un anno di distanza è sembrato che la forbice, tra le due, si sia notevolmente ampliata. Verosimilmente si è trattato di una lezione per la statunitense, che ha subìto dall’inizio un pressione costante sul proprio dritto e alla lunga è crollata.
Swiatek ha chiuso con soltanto 11 vincenti, numero nettamente inferiore paragonato ai 26 del primo turno e 25 del secondo. Questo perché almeno nella metà del primo parziale ha voluto quasi sempre puntare al dritto dell’avversaria, vera chiave di lettura della partita. Cori è stata in affanno fin dal primo turno di battuta, dove ha concesso una palla break salvata grazie a un bel recupero difensivo di rovescio e una palla non troppo angolata dell’avversaria, ma alla lunga non riusciva a emergere e “prendere fiato”. La polacca fin dai primi punti faceva ruotare la palla verso il dritto dell’avversaria, spingendo bene e facendo da subito emergere le difficoltà che Gauff ha quando non ha molto tempo per colpire. Si salvava spesso, però, soprattutto col servizio che rimaneva la vera arma per avere un po’ di agio.
Swiatek è andata verso questa partita con una media del 70% dei game vinti in risposta tra il match contro Viktorija Golubic e quello contro Madison Brengle, e le chance di prendere margine sono state tante. Oltre a quella non sfruttata sullo 0-0 nel sono arrivate altre quattro sul 2-2. La più “grave” forse è la penultima, dove l’avversaria serviva una seconda e lei si è fatta trovare fuori posizione. La reazione però alla grande chance mancata è stata nel game dell’immediato 3-3 che ha riportato Gauff in una situazione di pericolo e, di nuovo sotto 15-40, non si è più salvata. La settima palla break complessiva è stata quella decisiva: una risposta di grande reattività sui piedi dell’avversaria valeva il punto del 4-3, confermando poi il break con un laborioso turno di battuta in cui ha sì concesso le prime occasioni ma si è esaltata soprattutto sul 30-40 quando Gauff ha reagito molto bene a uno slice di dritto corto della statunitense e l’ha ricacciata lontana dal campo col rovescio diagonale prima di riportare lo scambio sul dritto e chiudere. Il servizio vincente per il 5-3 era un mattone pesante nella bilancia, tanto che Gauff è andata via via spegnendosi, perdendo un nuovo game al servizio (stavolta era lei 40-15) con due doppi falli consecutivi dal 40-40.
L’enorme pressione che Iga ha portato in campo nei primi 30 minuti si è concretizzata poi nel finale di set e nel secondo parziale l’aver iniziato tenendo bene la testa avanti è servito al crollo definitivo della numero 14 del seeding che, dall’1-1, ha perso 20 dei 22 punti giocati di cui 14 consecutivi. Tra prime di servizio molto più corpose e il solito schema di portare lo scambio sul lato destro di Gauff, Swiatek aveva le mani sul match. Dopo il break, a zero, per il 3-1 è arrivato velocemente il punto del 4-1. Nel sesto game Cori era ormai rassegnata, perdendo rapidamente un nuovo turno di battuta, il quarto negli ultimi cinque game giocati. Pochi minuti più tardi, la fine del match e una nuova vittoria rapida della futura numero 1 del mondo che dopo aver concesso due game a Golubic e tre a Brengle ne lascia appena quattro a un’avversaria potenzialmente molto temibile. Adesso, ai quarti, sfiderà Petra Kvitova protagonista di una vittoria rocambolesca ma importantissima per il morale contro Veronika Kudermetova.
Altri incontri
La ceca era avanti 5-2 nel primo set prima di complicarsi la vita ma prendere comunque vantaggio grazie all’ottimo tie-break. Nel secondo set invece il livello è sembrato crollare parecchio fino al 4-0 40-0 Kudermetova. Quando il terzo set sembrava ormai prossimo, è accaduto l’imponderabile: la bi-campionessa di Wimbledon è tornata a colpire la palla in maniera efficace, la russa si è quasi bloccata dopo aver perso la battuta mancando sei chance di 5-0 e da lì il set, e il match, è girato fino al 7-6(5) 6-4 per la ceca che alla fine, al microfono, dirà: “Sì, alle volte sono forse un po’ pazza…”.
Avanza tra le migliori otto anche Paula Badosa, malgrado fosse in una giornata dove non si sentiva per niente bene. Il successo per 6-2 6-3 contro la wild-card Linda Fruhvirtova è stato molto “estremo” per quanto visto in campo, con la ceca che ha avuto tante chance nei vari scambi ma spesso la foga la tradiva, soprattutto dal lato del dritto. La spagnola invece fin dai primi punti giocati sembrava reagire male, con un volto abbastanza tirato. Già al cambio campo sul 2-1 in suo favore è arrivata la fisioterapista, che le ha misurato la pressione e dato una pillola. Non è cambiato granché, nel senso che per tutta la partita ha dovuto resistere a delle difficoltà chiare, senza però manifestare mai vero fastidio. Lo si notava perché i movimenti tra un punto e l’altro erano minimi, il volto con l’espressione molto sofferente e la tanta fatica fatta nei lunghi scambi, ma rispondeva sempre presente nei colpi e difficilmente sbagliava. La giovanissima ceca ha ben figurato, anche se la sottile linea tra qualcosa di buono e un errore (soprattutto tattico) banale le è costato spesso tantissimo. Nel primo parziale dall’1-1 40-15 è scivolata sotto 5-1, nel secondo dal 2-0 ha subito altri quattro game consecutivi. Sembrava poter costantemente mettere in difficoltà l’avversaria, in risposta, ma la scarsa esperienza probabilmente ha giocato un ruolo oggi importante. Per Badosa mercoledì, nella speranza che i problemi di oggi siano soltanto un lontano ricordo, affronterà Jessica Pegula che dopo aver vinto il primo parziale per 6-0 ha visto l’avversaria, Anhelina Kalinina, costretta al ritiro.
Risultati
[22] B. Bencic b. A. Sasnovich 6-2 6-3
[WC] D. Saville b. [LL] L. Bronzetti 5-7 6-4 7-5
N. Osaka b. A. Riske 6-3 6-4
[9] D. Collins b. [8] O. Jabeur 6-2 6-4
[5] P. Badosa b. [WC] L. Fruhvirtova 6-2 6-3
[16] J. Pegula b. A. Kalinina 6-0 rit.
[28] P. Kvitova b. [21] V. Kudermetova 7-6(5) 6-4
[2] I. Swiatek b. [14] C. Gauff 6-3 6-1
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