[9] J. Sinner b. [WC] N. Kyrgios 7-6(3) 6-3
Il lupo perde il pelo ma non il vizio e Nick Kyrgios, fin troppo impeccabile nei comportamenti nelle ultime settimane, improvvisamente ricasca in uno dei suoi colpi di testa e si rende protagonista di un altro dei suoi show. Chi invece resta ben saldo nella partita è Jannik Sinner, che non si lascia distrarre e con il 7-6 6-3 all’australiano si qualifica per i quarti di finale del Masters 1000 di Miami per il secondo anno di fila. Serviva un Sinner diverso rispetto a quello visto all’opera contro Ruusuvuori e Carreno Busta, sfuggito a una sconfitta con cui si è trovato faccia a faccia otto volte in due match, ed effettivamente la prova dell’azzurro non è stata solo eccellente per attitudine. Servizio, dritto, rovescio: stavolta tutto ha funzionato a dovere.
Dall’altra parte invece un Kyrgios che si è sgretolato, uscendo dalla partita nel tie-break del primo set con la complicità di Carlos Bernardes. L’arbitro ex nemico giurato di Rafa Nadal stavolta è finito nelle mire dell’australiano, a un certo punto più concentrato a litigare con il brasiliano che a rimandare la palla dall’altra parte della rete. Un peccato perché fino all’esplosione di rabbia di Kyrgios la partita era stata equilibrata e godibile, con due palle break a testa e scambi ad alta intensità. Poi nel tie-break il fattaccio: sotto 5-3 Kyrgios, parecchio loquace e insofferente già dalle prime battute del match, si è lasciato andare a un altro commento di troppo che Bernardes non ha gradito. Penalty point e inizio della fine per Nick: sul 6-3 ha chiuso il set commettendo un doppio fallo e per completare la sua autodistruzione ha disintegrato la racchetta buscandosi anche il penalty game a inaugurare il secondo parziale.
In un clima surreale bravo Sinner a restare impassibile, ha preso di buon grado il break omaggio e ha continuato a giocare con estrema attenzione, evitando qualsiasi ritorno di fiamma da parte di Kyrgios e chiudendo al primo match point strappando -stavolta “sul campo” – la battuta all’avversario. Per l’altoatesino diventano 16 le vittorie stagionali su 18 match giocati (ha perso solo con Tsitsipas a Melbourne e con Hurkacz a Dubai), spazzate via le incertezze dei primi due turni ha dimostrato grande maturità in una situazione non semplice. Qualche mese fa a Vienna cascò ingenuamente nel teatrino di Frances Tiafoe (suo possibile avversario nei quarti in Florida) facendosi scippare una vittoria che sembrava già in tasca, stavolta – seppur con tutte le differenze del caso – ha tirato dritto verso l’obiettivo senza il minimo tentennamento.
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