Altra vittoria per Anett Kontaveit, che da metà agosto ha inanellato una lunga striscia positiva giunta a sette semifinali su 10 tornei disputati.
Soprattutto, il successo odierno contro Belinda Bencic vale la diciottesima vittoria consecutiva indoor, un piccolo tassello che la porta così a +1 sulla miglior serie in carriera di una grandissima come Petra Kvitova, costruita nella prima fase di carriera della ceca.
Per Petra furono 17 a cavallo tra 2011 (partendo dal torneo WTA indoor di Parigi, post Australian Open) e 2012 (finendo ai quarti di finale a Stoccarda), mentre ne mancano tre, ancora, per entrare tra le cinque serie più vincenti WTA su indoor. La diciottesima è giunta con un convincente 7-6(7) 6-2 ai danni di Belinda Bencic, numero 5 del seeding, che non è riuscita a chiudere un primo set fatto di altalene ma dove lei ha avuto le prime, e migliori, chance. Kontaveit come nel match di secondo turno contro Sorana Cirstea ha avuto qualche pecca, ma è sempre riemersa. Oggi è andata avanti 3-0 perdendo poi cinque game consecutivi calando al servizio e subendo maggiormente la risposta avversaria. Sul 5-4, però, Bencic non ha chiuso nel momento di maggiore pressione e l’estone, spinta da una brillantezza ritrovata, ha rimesso tutto in equilibrio fino al 4-4 al tie-break dove è stata colpita nuovamente dalla risposta di dritto dell’avversaria. Eppure, per Belinda, i problemi non finivano.
Sul 6-4 la svizzera ha avuto la vera, enorme, opportunità di far suo il set col servizio a disposizione, vanificando tutto però con un pessimo doppio fallo, il primo della sua partita fin lì. Ci può stare il momento di tensione, ma era fondamentale per lei dopo tutto quello che stava investendo poter prendersi il parziale. Kontaveit è stata graziata, ha servito benissimo per andare 7-6 e, mancato il primo set point, ne ha ottenuto un secondo subito dopo e, col servizio, si è gettata poi a rete prendendosi l’ultimo punto. Nel secondo parziale, prendendo subito un break e consolidando il vantaggio addirittura fino al 4-0, è stato tutto in discesa. Sarà dunque sfida tra lei e Aljona Ostapenko, numero 7 del tabellone, impostasi nel match più bello del giorno contro Aliaksandra Sasnovich per 7-6(2) 4-6 6-3 in quasi due ore mezza. Impressionanti i numeri finali: 64 vincenti per la lettone, 66 per la bielorussa. Grande dimostrazione, per entrambe, di un tennis molto aggressivo: tanti rischi ma anche tanta resa. La stessa Ostapenko diceva nell’intervista a bordo campo di non aver mai visto “Sasha” Sasnovich giocare così e così bene.
L’equilibrio è stato totale per quasi tutta la partita: la campionessa del Roland Garros 2017 ha avuto bisogno del tie-break per emergere da un complicatissimo primo set e dal 4-2 nel secondo non è riuscita a chiudere subendo quattro game consecutivi. Il piccolo, importantissimo, miracolo è però nel terzo parziale dove ha fermato la serie negativa con un game tenuto per l’1-1 in cui ha salvato 6 palle break. Ne concederà 12 in tutto il parziale, la bielorussa ne sfrutterà una sola per il momentaneo e ininfluente aggancio sul 3-3. Dal settimo game, l’aggressività di Ostapenko in risposta ha fatto la differenza e per la giocatrice di Riga si tratta della prima semifinale stagionale che la riavvicina ulteriormente alla top-20.
L’altra semifinale avrà di fronte Irina Camelia Begu e Maria Sakkari. La rumena, vera sorpresa del torneo, è emersa dal quarto di tabellone privato troppo presto di Elena Rybakina e Petra Kvitova, con il successo odierno per 6-4 6-2 contro Tereza Martincova e di fronte avrà la numero 1 del seeding, alla decima semifinale negli ultimi 23 tornei disputati. La greca, vittoriosa 7-6(7) 6-2 contro Elise Mertens, ha avuto la bravura e un po’ di fortuna a prevalere in un primo set durissimo e giocato nemmeno troppo bene, con la belga avanti 4-2 15-40 e da lì, mancato il doppio break, progressivamente in balia della tensione. Nervi che si sono fatti sentire anche per la numero 7 del mondo, però, che non ha sfruttato tre set point sul 5-4 e nel game successivo non ha mai avuto l’apporto della prima palla ed era divenuta molto tesa. Mertens, però, a sua volta non ha sfruttato la grande chance sul 6-5 e così, al tie-break, la lunga fase di “ciapa-no” si è conclusa con Sakkari impostasi 9-7 e da lì padrona unica del campo.
Per Maria, da dopo il titolo ottenuto a Rabat nel 2019, la sfortuna le ha spesso girato le spalle nelle semifinali. Domani sarà la sua tredicesima, da Roma 2019, e soltanto in una circostanza ha prevalso: contro Iga Swiatek a Ostrava lo scorso anno, per perdere poi in finale contro Kontaveit. Non sono numeri positivi, ma chissà che il 2022 non possa per lei invertire anche questa tendenza.
Risultati
[1] M. Sakkari b. [8] E. Mertens 7-6(7) 6-2
I. C. Begu b. T. Martincova 6-4 6-2
[7] A. Ostapenko b. A. Sasnovich 7-6(2) 4-6 6-3
[2] A. Kontaveit b. [5] B. Bencic 7-6(7) 6-2
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