[1] A. Barty b. [7] E. Rybakina 6-3 6-2
Come accaduto nel 2021, Ashleigh Barty comincia la nuova stagione vincendo subito il primo torneo dell’anno. Ad Adelaide, dove già si era imposta nel 2020, l’australiana ha completato una settimana di enorme spessore con una finale quasi perfetta in cui ha lasciato appena cinque game a Elena Rybakina, numero 14 del mondo.
È il trofeo numero 14 della carriera, l’ottavo da numero 1 del mondo WTA su 10 finali raggiunte dall’autunno del 2019. Soprattutto, battere in serie Cori Gauff, Sofia Kenin, Iga Swiatek e oggi Rybakina comunque top-15 da ormai due anni vuol dire stare molto bene. Ha dovuto aggiustare qualcosa nel match d’esordio contro Gauff, è riuscita a riemergere da 4-6 2-4 e palla del doppio break di svantaggio in quell’occasione, ma dalla seconda metà del secondo parziale contro la statunitense è stata praticamente impeccabile.
Se proprio si vuole trovare un neo, l’inizio del match odierno è stato abbastanza compassato. Non aveva cominciato con le marce alte, Rybakina faceva valere il proprio servizio con grande autorevolezza trovando traiettorie abbastanza diverse e sfruttando una risposta non sempre ottimale dell’avversaria per avere punti diretti o scambi dove aveva agio nel chiudere il punto entro i primissimi scambi. Nei primi game sembrava reggere molto bene anche nei tentativi di Barty di portarla in territori scomodi, tra slice molto bassi per aprire il campo e tentativi di portare lo scambio sul dritto dell’australiana. E verso la metà del set d’apertura la situazione stava quasi per aprire scenari inaspettati. Il game sul 3-3 ha segnato la svolta della partita, e in un primo momento sembrava Rybakina poter addirittura passare avanti. Eravamo sul 15-15 quando un lungo scambio dove Barty ha mosso abbastanza bene la palla continuamente a destra e a sinistra è terminato con la kazaka che ha trovato un grande angolo stretto col dritto in corsa, lasciando ferma l’avversaria. Ashleigh, colpita duramente, ha poi commesso un doppio fallo che ha creato le prime palle break della partita.
Nel momento di maggiore difficoltà, la numero 1 ha risposto alla grande: prima al centro e dritto molto stretto a uscire, ace, altro dritto anomalo giocato sulla riga e servizio vincente. Non aveva ancora avuto questa serie così brillante di punti, li ha messi insieme quando più contava. Salita 4-3 ha poi costruito la propria chance in un game in risposta dove alla fine han pesato i gravi errori di Rybakina che ha sbagliato in maniera abbastanza incredibile uno schiaffo di rovescio sopra il nastro per il 30-40 e ha sbagliato l’ultimo dritto dello scambio successivo per dare il break all’avversaria. In quel punto sul 30-30, probabilmente la kazaka al di là di poca concentrazione è stata un po’ vittima del movimento di Barty che dopo aver alzato un lob difensivo è rimasta ferma sull’angolo sinistro e alla fine ha scelto di muoversi verso sinistra. In ogni caso, il break del 5-3 ha spezzato ogni equilibrio. Da lì in avanti la numero 1 del mondo ha dominato ogni turno di battuta, crescendo in maniera enorme mentre Rybakina game dopo game si spegneva, perdendo in tutto sette giochi consecutivi fino a trovarsi sotto 3-6 0-4. Ha tenuto gli ultimi due turni di battuta, ma di fatto il match era concluso.
Anno nuovo, stessa Barty, che dopo due finali perse a Sydney tra 2018 e 2019 mette insieme il terzo titolo in Australia su altrettante finali. Tutti eventi WTA 500, manca ovviamente l’exploit di Melbourne dove comunque in tutti questi anni è andata in un crescendo importante fino a raggiungere i quarti di finale nelle ultime tre edizioni e sfiorare la finale nel 2020 quando ebbe set point sia nel primo che nel secondo set contro Kenin. Tra una settimana ci risiamo, e malgrado la concorrenza sul cemento sia tanta (anche come mine vaganti) rispetto alle altre superfici, Barty proverà a riproporsi a caccia di nuovi obiettivi.
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