Dal nostro inviato a Linz, Michele Galoppini
Giornata importante per Jasmine Paolini, che si ritroverà dall’altra parte della rete nel WTA 250 di Linz la numero 2 del seeding Simona Halep. L’ex numero 1 del mondo è l’avversaria del suo terzo quarto di finale nel circuito maggiore del 2021 (e della carriera) e una vittoria oggi la proietterebbe per la prima volta dentro la top-50.
La toscana, in ascesa ormai da circa tre mesi e giunta fino al numero 51 nell’ultimo ranking WTA pubblicato, sta chiudendo in Austria la stagione e ha toccato diversi argomenti in un’intervista esclusiva.
GIUDIZIO SUL 2021 CON LA TOP-50 VICINISSIMA
“Se entrassi nella top-50 sarebbe ancora meglio, anche se ci sono vicina. È una stagione positiva, soprattutto quest ultima parte. Ho giocato bene su una superficie che credevo non mia, credevo di far fatica. In realtà son contenta anche solo per le varie vittorie: se fossero state sulla terra mi facevano piacere ma ottenerle qui… c’avevo un tarlo nella testa, che era quello del cemento, e sembra che l’abbia affrontato”
CAMBIAMENTI PERSONALI
“Penso di aver capito alcune cose del mio gioco, di essere migliorata per esempio al servizio, dove ho ancora alti e bassi ma di base va meglio, uguale col dritto. Queste due cose hanno permesso di avere più fiducia in me stessa, capire molto di più nel gioco e focalizzarmi meno sui problemi che avevo e più sul punto”.
Il pensiero generale che sia stato il match contro Victoria Azarenka allo US Open a farle scattare una molla nella sua fiducia è sì condiviso, ma per Jasmine non è il solo punto importante: “Mi è stato chiesto diverse volte, questo. Penso di sì, però secondo me avevo giocato bene anche le partite precedenti. Avevo vinto contro Donna Vekic, sul cemento… sono arrivata contro Azarenka e sentivo che stavo giocando bene. Ho perso, ma è stata una buona partita e sicuramente mi ha dato tanto, però c’ero arrivata più preparata del solito”.
SUL COVID E L’IMPATTO NEL CIRCUITO
Paolini è una delle tenniste che probabilmente può dirsi emersa proprio nel momento più particolare del circuito, quando i tornei e la vita in generale erano fortemente condizionati dal covid-19.
“Mi auguro che si torni alla normalità il prima possibile. Pensandoci su mi è di nuovo tornato in mente il match contro Azarenka sull’Armstrong agli US Open, c’era tanta gente sugli spalti… io un’atmosfera così non l’avevo mai provata, è stato pazzesco, per me era la prima volta con così tanto pubblico e dopo quei mesi dove il covid ha costretto a forti limitazioni vorrei tanto che questa cosa finisca e di giocare con tutto il pubblico, mi ero trovata benissimo…”
A livello di organizzazione WTA, i vari aiuti che possono essere arrivati: “Secondo me la WTA ha fatto un ottimo lavoro, cercando di rimettere subito in piedi il circuito. All’inizio purtroppo c’è stata l’esigenza della bolla perché si conosceva poco della situazione, adesso ci testano più spesso ma ci lasciano andare in giro e dai, spero siamo sulla vita di guarigione, tra virgolette, nel senso proprio di una vita normale”
COME SI RIVOLGEREBBE A UNA SE STESSA PIÙ GIOVANE
“Direi di crederci di più dall’inizio, sinceramente. Ho sempre avuto bisogno di toccare con mano il mio livello e le direi di buttarsi, senza paura, non per forza dover capire tutto subito. Uno si butta e magari alle volte fa poi esperienza, no? Io invece ho sempre avuto bisogno prima di capire il livello che avevo, se il mio gioco si adattava a quel livello… quindi da quel punto di vista mi direi di essere più coraggiosa, senza freni, vai e non ti fare problemi”.
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