[1] A. Barty b. [14] B. Krejcikova 7-5 6-3
Giornata molto importante per Ashleigh Barty, che in un colpo solo trova sensazioni quasi mai avute nella prima settimana e conquista i primi quarti di finale in carriera a Wimbledon, torneo a lei molto caro e dove vinse il titolo junior nell’ormai lontano 2011.
Dopo una prima settimana di emozioni, contro Carla Suarez Navarro, e stenti, nei match contro Anna Blinkova e Katerina Siniakova, oggi l’australiana non era segnata come reale favorita nel match contro Barbora Krejcikova, che arrivava invece da 15 successi consecutivi, la vittoria a Strasburgo e Parigi e una condizione psicologica molto importante. Il tennis della ceca, piatto e offensivo, dava poi grande efficacia al contesto generale perché con un’avversaria che ha patito tanto nelle prime giornate i movimenti delle gambe e faticava a trovare ritmo era costantemente a rischio di finire in ritardo nello scambio, di rincorrere e farsi arrivare addosso la palla.
La prima parte di gara è stata proprio così. Da un lato una Krejcikova che guidava le operazioni, molto accesa, che non pativa l’apertura di dritto perché non veniva mai posta sotto pressione. Trovava un primo break sull’1-1, spingeva bene e sul 4-2 continuava a pressare l’avversaria sul rovescio per farle male. Lì Barty ha vinto in paio di punti dove si è aggrappata alla qualità del proprio gioco tra un passante incrociato di rovescio e un dritto inside-in a cancellare una chance del doppio break di ritardo. Poi, dopo il cambio campo, ha sfruttato il primo vero tentennamento della ceca e ha piano piano trovato lo spazio e la palla giusta sul dritto, riguadagnando campo e tempo, cominciando lei ad agire sugli angoli per smascherare un punto su cui Krejcikova non è ancora brillantissima. Barbora ha fatto un paio di brutti errori tra cui una insolita voleè di rovescio da sopra la rete affossata sotto al nastro, ma la pressione della numero 1 stava aumentando e alla fine Barty si è presa un altro scambio dove ha guidato col dritto, colpendo sempre verso l’incrociato e stringendo sempre più l’angolo.
Sprazzi della miglior Barty, che sia sul 4-4 che sul 5-5 ha tenuto i propri turni chiamando in causa il proprio servizio. Questa fase è stata molto simile alla partita di Madrid contro Iga Swiatek. È partita sotto in entrambi i casi poi, presa la parità, ha fatto affidamento sul colpo di inizio gioco per vincere facile i propri turni di battuta e scaricare la pressione sull’avversaria. Come a Madrid, la giocatrice al di là della rete si è in qualche modo salvata nel decimo game mentre nell’undicesimo la partenza è stata pessima. Allora due doppi falli, adesso tanti errori in lunghezza col dritto. Alla fine, Barty si è presa un parziale vitale. La miglior gestione del set vista fin qui le ha dato un 7-5 con un cambio di passo sensibile, e nel secondo set sull’1-1 ha salvato un break quasi fatto ancora grazie ai propri servizi. Era un po’ calata, perché non ha confermato un primo break di vantaggio quando sul 4-2 è scivolata immediatamente sotto 0-40 cedendo alla quinta chance, ma l’essere immediatamente tornata avanti e aver recuperato da 0-30 e cancellato un 30-40 sul 5-3 è un altro piccolo segnale che prende molto volentieri.
Ai quarti avrà Ajla Tomljanovic, che ha approfittato del ritiro di Emma Raducanu sul 6-4 3-0 in proprio favore nell’ultimo match di giornata sul campo 1.
[25] A. Kerber b. [20] C. Gauff 6-4 6-4
Angelique Kerber, finalmente ci risiamo. I primi quarti di finale Slam della tedesca dal torneo di Wimbledon 2018 sanno di grande soddisfazione per lei, per i tanti appassionati e per quella sensazione che una tre-volte campionessa Slam come lei, se in grado di giocare bene, sa sempre creare partite molto tirate e belle da seguire fino alla fine.
Oggi l’ex numero 1 del mondo sfidava Cori Gauff, che solo due giorni fa parlava quasi da veterana nello spiegare le proprie emozioni e la soddisfazione di essere tornata al quarto di Wimbledon, lì dove tutto per lei era cominciato nel 2019, aggiungendo che c’era la speranza per lei di fare meglio del Roland Garros, dove si è fermata ai quarti di finale. Invece ha trovato la strada sbarrata nel vero confronto generazionale di giornata, tra lei che era la più giovane rimasta nel tabellone femminile e la sua avversaria, la più anziana, l’unica oltre i 30 anni che stride con i nemmeno 25 di età media tra le varie protagoniste.
Da ex campionessa di Wimbledon, Kerber ha invece guastato i piani della statunitense giocando un match importante, solido, di grande esperienza e convinzione. Tutto quanto le sembrava mancare fino a qualche settimana fa ora sta riaffiorando, e al tempo stesso si rivede lo sguardo di chi non molto tempo fa era protagonista ai piani alti del ranking. Poche parole, tanta concentrazione, e il piano tattico di tenere vivi tanti scambi per giocare sistematicamente sul dritto dell’avversaria e raccogliere quanti più errori possibili. Attaccare grazie agli angoli stretti, soprattutto di rovescio, e incartare la statunitense nella lunga tela di scambi che può proporre, tra tante variazioni e soluzioni complicate.
Dopo cinque break nei primi cinque game, Kerber si è mantenuta inviolabile alla battuta. Le palle break concesse dal 3-2 e servizio sono state appena tre, tutte concentrate in due game nel secondo set. Gauff non scardinava il muro avversario e perdeva pazienza, andando oltre quella linea che dovrebbe invece segnare il limite da non valicare mai, non voler strafare in potenza perché poi la quantità di errori aumenta, tanti colpi vengono colpiti male e la lucidità viene a meno. Da quel 3-2 Kerber è stata perfetta, anche perché ha proposto un genere di partita che Gauff ha mostrato di poter soffrire ma che realisticamente ha avuto di fronte ancora troppe poche volte per possedere un gioco abile a superare quei momenti dove non ha pieno controllo della situazione.
Nei game finali, poi, Kerber si è superata tra passanti perfetti e un ace a chiudere sul match point. E ora, ai quarti di finale, potrebbe anche avere i favori del pronostico contro Karolina Muchova che è tanto brava su questi campi ma potrebbe pagare nella sfida a tutto campo che verrà a crearsi. La ceca, nel frattempo, si è imposta molto bene contro Paula Badosa per 7-6(5) 6-4 rientrando da 2-5 nel primo set e da 2-5 e servizio per la spagnola nel tie-break. Avrà bisogno di un match tutto all’attacco e bilanciato con quanta più resistenza potrà offrire a una Kerber oggi superlativa.
Altri incontri
Vittoria molto pesante per Karolina Pliskova. Aveva cominciato Wimbledon in maniera pessima, rischiando il 6-1 contro Tamara Zidansek in un periodo dove le soddisfazioni erano prossime allo zero e magari perdere quel parziale sarebbe stato l’anticamera di un nuovo fallimento Slam, una nuova uscita precoce e tutte le conseguenze possibili. Girata quella partita ha vinto nettamente gli incontri successivi: 6-2 6-2 contro Donna Vekic, 6-3 6-2 contro Tereza Martincova e ora 6-2 6-3 contro Liudmila Samsonova. Questa era una partita cerchiata da tanti come potenziale sorpresa del giorno visto l’ottimo momento della russa, ma Karolina ha giocato molto bene soprattutto nel non dare palle tenere e corte all’avversaria, che al di là di un iniziale break di vantaggio non ha mai veramente ritrovato il giusto feeling col proprio gioco aggressivo, chiudendo comunque con un ottavo di finale Slam che la avvicina notevolmente alle prime 50 del mondo.
Pliskova ai quarti avrà Viktorija Golubic, che ha battuto un po’ a sorpresa Madison Keys. 7-6(5) 6-3 il punteggio finale che ha premiato la svizzera, numero 66 del mondo, portatrice sana di rovescio a una mano e che ha spesso tolto il tempo alla statunitense per far valere le sue geometrie malgrado il 5-2 e servizio non sfruttato nel primo parziale. Per lei è il primo quarto di finale Slam in carriera.
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