T. Zidansek b. [33] P. Badosa 7-5 4-6 8-6
In una sfida allungatasi fino alle due ore e mezza, dove la tensione e i sogni si sono scontrati creando un mix di emozioni abbastanza unico e difficile da gestire, Tamara Zidansek si è imposta per 7-5 4-6 8-6 contro Paula Badosa, testa di serie numero 33 e grande favorita alla vigilia per l’approdo, almeno, alla semifinale.
Il Roland Garros 2021 aveva regalato una parte bassa del tabellone che era da subito apparsa come aperta a ogni genere di soluzione. Le teste di serie importanti o non erano in forma o non erano a loro agio sul rosso, così bisognava guardare un po’ dietro e Badosa era il profilo perfetto: arrivava a Parigi in forma eccezionale, aveva appena vinto il primo titolo WTA della carriera ricamandoci intorno una semifinale in un 500 e in un 1000 con vittorie contro giocatrici importanti, e sempre senza mai far trasparire grande tensione. Oggi, invece, non è mai riuscita a star bene in campo. Come cambia la situazione…
Da quasi sconosciuta aveva tutti i favori del pronostico per arrivare anche in finale, in uno Slam, dove per la prima volta superava il quarto turno. È la sua superficie preferita, aveva di fronte una giocatrice che non poteva sovrastarla in potenza ma al massimo muovere il gioco col proprio dritto per farle prendere dei rischi. E con l’atteggiamento molto teso di oggi alla fine ha ceduto.
Aveva cominciato avanti di due break, ma pure sul 3-0 si è intravista subito come la sua giornata era ben lontana dal definirsi “tranquilla”. Zidansek si è adattata, ha cominciato a far correre il proprio dritto con l’intenzione di offrire palle scomode e profonde, costruendo la sua tela e cercando di creare dubbi nella testa della spagnola, che però ha cominciato a farsi male da sola, colpendo malissimo sia di dritto che di rovescio. C’era poca spinta, poco controllo, se provava a forzare lo faceva comunque senza alcun rischio. Zidansek era nel match, rientrava sul 4-4 e saliva 5-4. Aveva un momento di appannamento sul 5-5 quando non chiudeva da 40-15 ma sul 40-40 un rovescio in allungo di Badosa è finito appena lungo. Lei aveva già esultato, la chiamata non era arrivata ma Zidansek ha chiesto all’arbitro di scendere, avendo poi la conferma che la palla fosse in realtà lunga. Ha tenuto per il 6-5 e approfittato di un nuovo game di paura di Badosa per prendersi un importantissimo primo parziale.
Nel secondo il filo conduttore non cambiava. Lei faceva la sua partita e dipendeva dai momenti dell’altra. Se Badosa si scrollava di dosso la tensione diventava insidiosa, ma non ha mai veramente preso il comando. Così dal 2-1 Zidansek è cominciata una serie di break e controbreak: la numero 33 del seeding faticava al servizio ma si imponeva in risposta, grazie alla maggiore pesantezza dei suoi colpi. Sul 2-4 spingeva finalmente sul rovescio della slovena per tornare in scia e poi sullo 0-30 serviva finalmente bene e vinceva un lungo scambio per andare 30-30, tenere la battuta e poi continuare la serie positiva strappando per la terza volta consecutiva il servizio alla numero 86 del mondo per arrivare sul 5-4 e chiudere il set.
Il suo momento positivo continuava, anche perché Zidansek dal 30-0 perdeva il primo turno di battuta del terzo set e da lì cominciava a sbagliare tanto di dritto. È riuscita a concludere a sei la serie di game persi consecutivamente e di nuovo sull’1-2 ha riaggiustato il proprio gioco lavorando anche sugli errori della sua avversaria, riapparsi in maniera evidente. Zidansek tornava avanti 3-2, mancava un nuovo 0-30 di vantaggio sul 4-3 ma non faceva l’errore del set precedente, cominciando meglio il game al servizio sul 4-4 e chiudendo con buon coraggio soprattutto col dritto. Badosa, che continuava a mostrare grande fatica e sofferenza, rimaneva aggrappata al match ma sul 5-5 giocava malissimo il game in risposta regalando punti gratuiti e mandando Zidansek sul 6-5. Dopo l’ultimo dritto in corridoio, ha scagliato la racchetta con tanta rabbia verso la sua sedia ad altezza d’uomo in una zona dove normalmente ci sono i raccattapalle. Per sua fortuna non c’era nessuno, perché dopo aver ricevuto un warning per condotta antisportiva (forse coaching) ha rischiato di aver almeno un punto di penalità. Se non altro si è un po’ scossa e ha tenuto bene per il 6-6, ma qui ha speso malissimo le occasioni che son passate. Zidansek ha sentito il momento e un doppio fallo sul 15-30 l’ha mandata sotto due palle break, annullate però perfettamente col dritto in contropiede. Ne regalava una terza con un altro doppio fallo, ma il rovescio lungolinea prendeva la linea del servizio e il rimbalzo anomalo impediva alla spagnola di rigiocare.
Alla fine, dopo quasi otto minuti, Zidansek lasciava andare il dritto del 7-6 e scaricava di nuovo tutta la pressione sulle spalle avversarie che si son mostrate molto fragili fin dall’inizio e, nel momento di resistere sono invece crollate. Due dritti in corridoio han dato due match point alla slovena, che sul primo ha cercato un dritto abbastanza complicato in risposta mentre sul secondo ha lavorato bene lo scambio per chiudere di nuovo con un vincente di dritto lungolinea. Nel suo box erano impazziti tutti, saltando e urlando mentre esponevano un cartellone per celebrare un momento a suo modo storico: Tamara diventa oggi la prima slovena in semifinale Slam da quando è diventata indipendente dalla Jugoslavia nel 1991, ripetendo le gesta di Mima Jausovec, nativa di Maribor, che tra gli anni 70 e 80 faceva due finali a Parigi (vincendo quella del 1977) quando però giocava per la Jugoslavia. E adesso attende di sapere chi avrà giovedì tra Elena Rybakina e Anastasia Pavlyuchenkova, ma il sogno per lei è doppio perché questo risultato le garantirà l’accesso ai Giochi Olimpici di Tokyo.
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