A. Pavlyuchenkova b. [3] A. Sabalenka 6-4 2-6 6-0
Finisce malissimo il cammino della terza testa di serie nel tabellone femminile del Roland Garros. Aryna Sabalenka dopo due partite con qualche stento di troppo è franata definitivamente nel terzo turno contro Anastasia Pavlyuchenkova, tornata ad avere qualche bel risultato nell’ultimo mese dopo le varie difficoltà dell’inizio di stagione.
Le due giocatrici si erano affrontate proprio sul rosso, qualche settimana fa a Madrid, ma in quell’occasione non ci fu partita con la bielorussa che era unica padrona del gioco e il pubblico che a un certo punto cominciava a esultare ogni punto vinto dall’avversaria come fosse match point avvertendo nettamente le enormi difficoltà di Pavlyuchenkova che però aveva come importante alibi le enormi fatiche di una programmazione pessima degli organizzatori che l’avevano costretta il martedì a oltre due ore e mezza contro Jennifer Brady, il mercoledì a una vittoria in due tie-break contro Karolina Muchova e a essere in campo giovedì con una finale in programma sabato.
Quel match, per quanto fu ben giocato da Aryna, non aveva grande valenza sulla partita odierna. Pavlyuchenkova era in condizioni diverse, malgrado poi tra secondo e terzo set abbia anche chiamato in campo il fisioterapista e Sabalenka aveva invece di fronte a sé lo scenario più importante perché questo è uno Slam, terreno dove ha sempre fatto fatica soprattutto nel bilanciamento del proprio gioco dovuto alle tante aspettative che lei stessa ripone sulle sue spalle.
Così si è rivista la versione più pasticciona della Sabalenka attuale, che volava sul 3-0 e perdeva poi cinque game consecutivi: prima solo vincenti, poi soprattutto errori non forzati. Pavlyuchenkova aveva preso campo, aveva cominciato a giocare sulla fretta dell’avversaria e il giochino stava funzionando, tenendo poi con buona sicurezza sul 5-4 per aggiudicarsi il primo parziale. Tra i suoi alti e bassi, Sabalenka trovava picchi importanti in senso positivo dal 2-2 del secondo set per ribaltare l’andamento e prendersi un netto 6-2 giocando quasi solo vincenti, ma il brutto inizio al servizio e la maggior pressione che Pavlyuchenkova riusciva a mettere con la risposta l’hanno rispedita in una zona molto grigia e pericolosa, ai limiti della sua tenuta, ricadendo ancora una volta in tutti quegli errori che lei ha sempre riconosciuto e su cui sta cercando di lavorare con uno psicologo, ma di nuovo il verdetto del campo è brutale: a oggi non è ancora pronta per ambire a un titolo di questa portata.
Pavlyuchenkova, invece, coglie un importantissimo ottavo di finale che per una giocatrice come lei in questo momento ripaga della scelta di affidarsi a suo fratello come coach proprio dal torneo di Madrid e aver ritrovato grandi motivazioni per essere di nuovo una spina nel fianco per diverse delle migliori giocatrici al mondo e ridarsi un’altra chance di fare un exploit Slam, tornando alla seconda settimana di Parigi 10 anni dopo l’ultima volta, quando raggiunse i quarti di finale ed era avanti 6-1 4-1 contro Francesca Schiavone.
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