In attesa della sessione serale sul Philippe Chatrier che delineerà la griglia di giocatrici ai quarti di finale del Roland Garros, i tre match in programma nella prima parte del lunedì hanno tutti avuto risultati molto netti.
Almeno uno ha deluso le attese, ed è stato probabilmente quello che ha aperto il programma sul Suzanne Lenglen, dove Barbora Krejcikova ha continuato il suo ottimo stato di forma travolgendo una Sloane Stephens che invece era tutt’altra versione rispetto a quella brillante dei turni precedenti.
Il 6-2 6-0 fa anche più impressione se si pensa a quanto ha poi rivelato Krejcikova alla stampa, dicendo che si era svegliata malissimo e si sentiva sopraffatta dallo stress e dalla tensione, che arrivata all’impianto non riusciva a calmare i pensieri e si è chiusa a chiave con la psicologa nel camerino dove fanno fisioterapia, arrivando a sfogarsi piangendo e dicendo alla persona assieme a lei che non si sentiva in grado di andare in campo e fare buona figura.
Dopo questa mezz’ora, e probabilmente ricevendo in cambio le parole giuste per scuotersi, Krejcikova ha cominciato una partita di qualità veramente alta soprattutto per come è riuscita a scrollarsi dalle spalle il peso del momento e lasciar andare il braccio imponendo un ritmo che forse inizialmente ha sorpreso Stephens, subito sotto di un break, e che la statunitense non ha mai raggiunto. È stato un match incredibilmente in discesa per la ceca, che ha cominciato a piazzare la palla senza grande potenza ma molto tesa e stringendo tanto gli angoli, di modo da concretizzare il vantaggio territoriale e mantenere la statunitense costantemente in corsa e lontana dalla riga di fondo, spesso costretta all’allungo. Sul 3-1 è arrivato anche il secondo break che di fatto ha chiuso il primo parziale e ha moltiplicato in maniera esponenziale i fastidi di una Stephens che non c’è più stata, tra i pasticci nei punti che non doveva perdere e le difficoltà a richiamare la giusta intensità.
Il secondo set è cominciato malissimo e da lì è finito tutto. Krejcikova ha definitivamente preso il largo, alzando poi le braccia al cielo dopo essere riuscita a raggiungere un traguardo che in singolare non le era mai successo e che forse un anno di questi tempi nemmeno sentiva lontanamente vicino. Durante il lockdown del 2020 pensava di smettere col singolare per continuare in doppio, dove ha raccolto tante soddisfazioni e sei titoli Slam. Poi però sono arrivate le varie esibizioni con le connazionali e i momenti in cui ha potuto confrontarsi anche a voce con le ragazze ceche che di qualità ne hanno, tutte, da vendere e tutte hanno raggiunto risultati di grande valore. Ha voluto provare fino al termine della stagione e, dopo gli ottavi del Roland Garros 2020 è entrata in top-100 e da lì è come se fosse cominciata definitivamente la sua storia.
Ai quarti avrà Cori Gauff, che ha confermato il ruolo di grande favorita contro Ons Jabeur. Netto e inappuntabile, anche qui, il risultato finale: 6-3 6-1, che poteva essere anche più pesante se la tunisina nel primo parziale non avesse cancellato numerose chance di finire sotto per 0-4. La statunitense a 17 anni e 95 giorni diventa la più giovane tennista a raggiungere i quarti di finale Slam da Nicole Vaidisova nel Roland Garros 2006 e la più giovane statunitense dal 1996 quando ci riuscì Venus Williams. In tutto ciò però non andrebbe nemmeno dimenticata la menzione per Amanda Anisimova, che nel 2019 arrivò a un passo dalla finale ad appena 17 anni e 10 mesi, come a rimarcare l’enorme bagaglio di talento che gli Stati Uniti hanno da sempre e la capacità di produrre ottime giocatrici da subito.
Infine, affermazione storica per Maria Sakkari. La greca ha eliminato la testa di serie più alta rimasta, Sofia Kenin (numero 4), ed è diventata la prima greca ai quarti di finale a Parigi addirittura dal 1925 (e in generale la prima dal 1928), nell’edizione inaugurale del Roland Garros come torneo Slam quando Helene Contostavlos raggiunse la semifinale perdendo contro la leggendaria Suzanne Lenglen. La giocatrice di Sparta ha dominato il match contro la finalista del 2020 chiudendo con un netto 6-1 6-3 dimostrandosi superiore in ogni aspetto del gioco fin dai primissimi punti giocati quando ha messo in luce un’intensità e una condizione che Kenin non ha mai raggiunto, vanificando un po’ i tre match vinti fin qui con una prestazione insufficiente e che la riporta mentalmente alle brutte sconfitte subite in questo periodo.
Sakkari attende ora la vincente tra Swiatek e Kostyuk.
Risultati
[24] C. Gauff b. [25] O. Jabeur 6-3 6-1
B. Krejcikova b. S. Stephens 6-2 6-0
[17] M. Sakkari b. [4] S. Kenin 6-1 6-3
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