[31] A. Pavlyuchenkova b. [21] E. Rybakina 6-7(2) 6-2 9-7
Al settimo tentativo, al cinquantesimo torneo Slam della carriera, Anastasia Pavlyuchenkova supera lo scoglio dei quarti di finale. Una delle giocatrici più forti almeno dell’ultimo ventennio a non essere mai entrata in top-10 e a non aver mai messo piede tra le migliori quattro di un Major è riuscita, finalmente, a cancellare almeno una delle due circostanze e adesso per lei l’occasione è clamorosa perché giovedì avrà di fronte a sé Tamara Zidansek, emersa dal quarto più in basso del tabellone femminile, ultima avversaria tra lei e la finale.
A ormai 30 anni la russa ha colto una delle giornate più belle e importanti della carriera rimontando Elena Rybakina, numero 21 del seeding e alla prima apparizione a questo livello di uno Slam che ha pagato un crollo al servizio che ha complicato l’intero gioco, non provvista di un necessario feeling con la superficie da sostenere un tennis così potente e legato oggi troppo spesso a momenti o episodi. È stata perfetta, Rybakina, nel primo parziale a risalire da 5-6 0-30 e dominare poi il tie-break, ma alla lunga Pavlyuchenkova ha preso il comando e nemmeno il testa a testa che si è ricreato nella seconda metà del set decisivo ha cambiato le sorti della giornata.
Dieci anni fa la russa perdeva su questo campo un quarto di finale che stava dominando contro Francesca Schiavone, avanti 6-1 4-1. Oggi si è imposta in rimonta, soffrendo e alternando momenti di grande tennis ad altri più irregolari e di tensione, ma prevalendo nel finale grazie alla relativa tranquillità di chi rimane avanti nei turni di battuta senza mai rischiare particolarmente. Il problema della kazaka, tra l’altro compagna di doppio di Pavlyuchenkova e che domani saranno in campo per il loro match di quarti di finale, è che non ha mai saputo veramente mettere la testa avanti in risposta verso il finale di match, regalando tanto con risposte che non prendevano il campo e consentivano alla russa di rifiatare e non andare troppo in affanno.
Era una partita molto a specchio. Le due erano tanto simili come idee e la superficie probabilmente non le favorisce, in particolare Rybakina che non ha movimenti da terra. Non scivola tanto bene, ha anche una stazza fisica che già da piccola le aveva dato difficoltà quando venne sostanzialmente scartata dalla squadra di pattinaggio su ghiaccio perché troppo alta e senza un fisico longilineo, all’epoca. Su cemento avrebbe forse patito di meno, ma qui oggi Pavlyuchenkova è stata bravissima quando ha potuto a far emergere le sue difficoltà. Eppure le trame erano abbastanza simili: chi serviva bene aveva il comando, lo scambio si chiudeva in pochi colpi. I vincenti son stati sull’ottantina, complessivamente, ma va detto di come ci siano stati momenti molto altalenanti. Pavlyuchenkova ha pagato un pessimo finale di primo set dove da 6-5 0-30 non ha chiuso sbagliando qualcosa di troppo e nel tie-break è franata subito indietro 0-5 con Rybakina che ha chiuso al secondo set point.
Nel set successivo i servizi la facevano ancora da padrona. Non c’erano punti vinti in risposta, era tutto molto rapido, quasi l’80% di prime in campo per entrambe nei primi cinque game. Poi, sul 3-2 Pavlyuchenkova, Rybakina ha smarrito il proprio colpo di inizio gioco. Fino al 15-0 c’erano otto prime in campo su 10 nel set. Da lì alla fine ha servito appena sei prime palle su 25. Ha concesso palle break su palle break, riuscendo a salvarsi in ogni occasione, ma ha mancato la palla del 3-3 con un dritto non rigiocato dopo un colpo profondo di Pavlyuchenkova. Alla quinta chance si era anche ben disimpegnata a rete, ma la russa è riuscita ad arpionare il lob e, seppur cadendo, il colpo era tanto alto che la kazaka non c’è arrivata, colpendo male lo smash che è finito a rete. Da lì il set si è spaccato e Anastasia ha dominato fino al 6-2 che ha rinviato tutto al terzo, lì dove ancora Rybakina faticava col servizio e l’avversaria scattava meglio dai blocchi fino al 2-0.
Nel momento però dove Elena ha ritrovato un po’ di efficacia nel suo gioco, si è ribaltato di nuovo tutto. In un equilibrio così sottile ci sta. In una condizione poco ottimale entrambe erano in un braccio di ferro di potenza che poteva rigirarsi come nulla. La kazaka è andata 3-2 e break avanti ma non ha avuto la mano che sperava dal suo servizio, con Pavlyuchenkova che è rientrata e si è mantenuta avanti nelle delicate fasi conclusive. Rybakina era sempre quella più a rischio, ma dal 3-4 al 6-7 se l’è cavata in maniera brillante, con l’avversaria che recriminava per qualche colpo scentrato come un rovescio su una seconda che le avrebbe dato il primo match point.
Al servizio sul 7-8 Rybakina è andata di nuovo sotto con un primo dritto fuori misura, mancando poi un rovescio incrociato e infine, sul 30-30, perdendo campo e lasciando che Pavlyuchenkova sfogasse il suo dritto. Sul match point, purtroppo, la pressione di dover servire una nuova seconda ha avuto la meglio. Tantissime volte Anastasia era entrata nello scambio anticipando la palla col rovescio e prendendo immediatamente il sopravvento, per cui la kazaka ha preso un rischio che però non ha pagato. Doppio fallo, partita finita, e Pavlyuchenkova che finalmente ha scrollato di dosso quella maledizione che sembrava non volerla abbandonare. È in semifinale Slam, e giocherà da favorita contro Zidansek. A quasi 30 anni, ha l’occasione della vita.
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